VerdeNero è una collana editoriale che si occupa della tematica ambientale e della denuncia di quella forma particolare di crimine che oggi si designa col termine eco-mafia. A Pordenonelegge.it si sono incontrati a parlarne lo scrittore Tullio Avoledo, che ha scritto per VerdeNero il romanzo "L'ultimo giorno felice", il direttore della collana Alberto Ibba ed il moderatore, anch'egli scrittore, Giorgio Vasta.
VerdeNero è una collana editoriale nata due anni fa in seno ad Edizioni Ambiente, con l’intento di coinvolgere anche gli scrittori, oltre ai giornalisti ed agli esperti in materia, alla tematica ambientale. VerdeNero coniuga la narrativa, i racconti dei migliori scrittori di oggi, con il tema dell’ambiente e della sua tutela. Ciò in un Paese, il nostro, in cui il crimine organizzato agisce ormai anche a livello di territorio, inteso come patrimonio naturalistico e bene collettivo: si contano in Italia, riporta il responsabile di VerdeNero, Alberto Ibba, tre “eco-reati” all’ora, che vanno dall’abusivismo edilizio, allo smaltimento illegale dei rifiuti e delle scorie, all’inquinamento di suolo ed acque, ovvero tutto quello che si può definire con il singolo concetto di “eco-mafia”. La sfida di VerdeNero è doppia: non solo circa i reati di natura ambientale, ma anche riguardo a una concezione di letteratura oggi spesso dominante, intesa come forma di mero intrattenimento, proponendo per contro una forma di letteratura “impegnata” e che è in relazione di dialogo con la società civile. “Propone una collana di libri capaci di ‘produrre azioni’ con parole utili”, secondo le parole del moderatore Giorgio Vasta. I romanzi di VerdeNero si concentrano su un fatto singolo, l'eco-crimine, e lo inseriscono nel contesto più ampio del Paese intero, narrandone la sua “Rovina” (secondo il titolo del romanzo di Simona Vinci pubblicato per questa collana). Ogni romanzo, dopo la parte di fiction, porta inoltre in appendice un breve resoconto dei "fatti veri" curato da Legambiente, con il suo Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità, in collaborazione con VerdeNero.
VerdeNero ha invitato Tullio Avoledo a scrivere sulla tematica ambientale ed egli ha risposto all'ambizioso progetto con "L'ultimo giorno felice". Nel libro è forte la percezione dello scempio subito dal territorio, lo spazio in cui tutti bene o male ci troviamo a vivere, parallelo alla rovina subita dalle nostre vite, lo spazio interiore, che inevitabilmente comunica con l'esterno e ne condivide il degrado. Eppure il suo non è un romanzo a tesi, poiché la realtà è più sfumata: la violenza che tutti subiamo non è diretta e fisica, ma è assai più diffusa e larvata. Il suo non è un romanzo di denuncia, con buoni e cattivi ben identificati ed identificabili: persino Francesco Salvador, il protagonista, è un personaggio assolutamente mediocre, di media intelligenza, ma capace di accorgersi dei propri errori, pur facendoli. Si tratta di un personaggio incapace di prendere una posizione una volta per tutte. Insomma è l’italiano tipico, un “eroe dei nostri tempi”: furbo, un po’ cialtrone, “che si arrangia”, buono solo a volte, ma di una bontà alla fin fine sufficiente a riscattarlo. Protagonista che, come tutti noi, ha perso il legame con il proprio territorio e la Natura, a differenza della civiltà contadina di un tempo, che ne conosceva e ne assecondava ritmi e cicli, vivendo in armonia con essa (la figura del contadino che conosce le “leggi” della terra è esemplificata dal personaggio dello zio del protagonista). Dal libro di Avoledo si comprende come gli scempi ambientali, l’eco-mafia, a differenza della mafia tradizionale, che si ritiene concentrata nel Sud del Paese, siano tipici anche della parte settentrionale e più ricca d’Italia, anche del Nord-Est. Basta percorrere in auto per pochi chilometri la Pontebbana tra Pordenone e Sacile per vedere la campagna di un tempo deturpata da capannoni e fabbriche di ogni sorta, da super-svincoli che conducono a mega-centri commerciali. La realtà di una Napoli deturpata dai rifiuti non è poi così lontana da quella in cui viviamo, che ci pare assai diversa ai nostri occhi di “settentrionali”. La bruttezza dei capannoni, dei prefabbricati, delle rotatorie ci fa capire che impoverire il territorio per costruire bruttezze è un doppio impoverimento. Il danno ambientale è sia etico che estetico.
Dunque l’iniziativa editoriale di VerdeNero pare quasi necessaria in un Paese che non conosce la reale estensione del fenomeno eco-mafioso, anche se a poco a poco ne prende coscienza attraverso la denuncia e una nuova sensibilità nel lettore medio, che inevitabilmente comincia a porsi qualche domanda su tanto degrado che lo circonda. Il Rapporto Ecomafia di Legambiente ricorda che l'ecomafia muove un fatturato annuale di circa 20 miliardi di euro, che l'abusivismo costruisce ogni anno 28 mila case, che i rifiuti fatti sparire dalla mafia raggiungerebbero un’altezza di oltre 3.000 metri, ricorda inoltre che l’eco-mafia è diffusa in tutta Italia. Magari non tutto è visibile perchè spesso le prove vengono occultate. Ad ogni modo, VerdeNero riesce a coinvolgere gli scrittori sulle tematiche ambientali sfruttandone la loro capacità creativa ed inventiva (oltre ad Avoledo hanno scritto per VerdeNero scrittori del calibro di Dazieri, De Cataldo, Colaprico, la già menzionata Simona Vinci): laddove non arriva la mera denuncia riportante fatti e dati oggettivi, arriva la sensibilità ed il potere evocativo dell’artista, capace di provocare emozioni oltre che freddo sdegno.
Di Pierpaolo Pelagi
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