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Selma Lagerlöf la prima donna laureata al Premio Nobel

Pubblicato il 17-11-2008


Selma Lagerlöf, grande scrittrice svedese, è stata la prima donna e il primo scrittore svedese a vincere il Premio Nobel nel 1909. Nacque a Marbåcka nel Värmland il 20 novembre del 1858. Cresciuta in un podere di una stupenda campagna, visse in mezzo ai miti delle saghe nordiche e al folclore delle canzoni popolari. La sua infanzia fu abbastanza felice nonostante una malattia che per molti anni la rese zoppa e nonostante che il padre bello e fragile, sensibile e ricco di senso artistico, fosse un inguaribile alcolizzato votato all’autodistruzione.
Selma, educata in casa, dovette faticare non poco per raggiungere maturità culturale e autorealizzazione: contro il parere del padre, si trasferì a Stoccolma nel 1881 per conseguire il diploma di maestra (Selma, che n’era la figlia prediletta, fu sempre convinta di averne accelerato la morte per cirrosi epatica con la sua decisione rivoluzionaria). Nel 1885 andò a insegnare a Landskrona.
Il suo primo romanzo in due volumi “La saga di Gösta Berling” (1891) è sospeso tra epica e mito; seguirono il contemporaneo ma fantastico “I miracoli dell’Anticristo” (1897), scritto dopo un viaggio in Sicilia, e i due volumi di “Jerusalem” (1901-2), scritti dopo un altro viaggio in Egitto e in Palestina (il regista danese Bille August ne trasse un bel film per la televisione nel 1995). Questi testi destarono l’attenzione della critica e del pubblico europeo e la consacrarono come una grande scrittrice. Del 1904 sono le note “Leggende di Cristo” ma il suo capolavoro è “Viaggio meraviglioso di Nils Holgersson attraverso la Svezia” (1906-7), un libro di geografia scritto modestamente per la scuola elementare ma divenuto una deliziosa lettura per ragazzi. Nel 1907 le fu conferita la laurea ad honorem dell’Università di Uppsala. Si dedicò in seguito a lavori autobiografici, quali “Marbåcka” (1922), “Memorie della mia infanzia” (1930) e “Il diario di Selma Lagerlöf” (1932), volgendosi al passato con occhio nostalgico e pathos. Contemporaneamente si dedicava a illustrare la cronaca dei luoghi nativi nella trilogia “L’anello dei Löwenskölds”.
Selma Lagerlöf, suffragetta e femminista ante-litteram, pacifista oltre che donna profondamente libera, ebbe due lunghe relazioni con le scrittrici Sophie Elkan e Valborg Olander (esistono numerose lettere che rappresentano un affascinante epistolario). Attaccata al podere di famiglia in Marbåcka, vero e proprio luogo dell’anima, venduto prima della morte del padre e riacquistato dalla scrittrice con i soldi ottenuti grazie al premio Nobel, vi morì il 16 marzo del 1940.
Con meraviglioso stile lirico, con ricchezza di vita interiore, con tensione drammatica e con immagini dense di freschezza ed emozioni, i testi di Lagerlöf raccontano il passato alla luce di una visione tragica del destino umano. La scrittrice è in Svezia molto amata: a Falun (città dove era solita risiedere durante l’inverno, sino alla sua morte), dopo l’abbattimento della sua casa, nel Dalarnas Museum sono stati ricostruiti il suo studio e la sua biblioteca, e rappresentano per il pubblico la maggiore attrazione del museo.

Di Silvia Iannello



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