“Dal dí che nozze e tribunali ed are diero alle umane belve esser pietose …” le corna hanno iniziato la loro esistenza “de iure”, ma presumo che esistessero “de facto” anche prima.
Però è sempre valsa la regola: “si fa, ma non si dice” (come in una commedia degli anni ’60).
Ora, invece, vale un’altra regola: si fa e si dice. Non so se per minore ipocrisia o per smania di protagonismo (o per entrambi i motivi). Probabilmente sono questi i motivi che spingono anche me a esprimere, con estrema franchezza, il mio pensiero sul tradimento.
Mi presento: sono un uomo, over 70. Sposato (un solo matrimonio – è bene precisarlo) che con alterne vicende è giunto al suo quinto decennio. Con figli e nipoti. Devo anche precisare che da un po’ di anni a questa parte io e mia moglie siamo come fratello e sorella. Ma la mia “vitalità” (virilità), anche se un po’ affievolita (non ho più trenta o quaranta anni) è ancora presente. Ho avuto più di trenta amanti nel corso della mia vita. Tra queste annovero anche quelle, non molte, di una sola volta.
Ho amato, ho amato molto, ho amato moltissimo … ma ho amato in maniera indicibile solo cinque donne.
Il primo amore (Salvuccia) l’ho avuto a quindici anni e l’ho inseguito disperatamente per sei anni: mi ha detto sempre no!
Il secondo amore è stato la donna che ho sposato e di cui sono stato innamoratissimo (in verità lo siamo stati entrambi e reciprocamente).
Il terzo amore è stata un’amica d’infanzia, una donna delicatissima e sensibilissima, la cui amicizia (con me e con mia moglie) è durata tutta la vita e dura ancora oggi (non è Elisa). Era clandestino e si è interrotto quando mia moglie ci ha scoperti e l’ha affrontata a quattr’occhi, ma senza litigare. Non so in verità quello che si sono dette, ma in quel momento si è chiuso tutto.
Il quarto amore è stato turbinoso e violento (malgrado io avessi già sessant’anni) è finito tragicamente e non voglio parlarne.
Il quinto amore è recente. È stato un amore infelice. Ma è stato l’amore più dolce, più delicato, più tenero che io abbia mai vissuto. Ci ho scritto un libro, una specie di diario e il suo ricordo riempie ancora la mia vita, di dolcezza e di nostalgia, di felicità e di dolore.
Cosa voglio dire con questo mio intervento?
Voglio dire tante cose.
Sono meglio le corna o la noia? Io non so cosa sia la noia, quindi preferisco le corna. Ovvio che per essere onesti oltre a farle bisogna essere disposti a subirle.
C’è differenza tra fare sesso e innamorasi? Probabilmente si. La mia esperienza dice di si. Ma io sono un solo caso e non posso fare testo.
Ci si innamora veramente una sola volta nella vita, oppure ci si può innamorare più volte? Probabilmente ci si può innamorare più volte. Ma anche in questo caso la mia esperienza non fa testo.
Fino a che età ci si può innamorare? Oh, cari lettori, cari amici: ci si può innamorare sempre, si, sempre, sempre, sempre … quando meno te l’aspetti … finché il cuore batte, ci si può innamorare … ed è ogni volta una cosa diversa, bellissima, meravigliosa …
Avevo più di settant’anni quando mi sono innamorato l’ultima volta e lei ne aveva meno di trenta. E, ribadisco, è stato il più dolce, il più tenero, il più delicato dei miei amori. Ma anche il più infelice. Perché è ovvio, con tale differenza di età, non ci può essere storia, non ci può essere futuro, non ci può essere avvenire … Comunque, non me ne pento, non ho rimpianti, sono felice di aver vissuto questa esperienza, sono felice di aver patito (e di patire ancora) queste sofferenze …
Voglio qui riportare le parole con cui ho chiuso il mio scritto.
Avevo completato di fare la revisione di questo mio scritto ed avevo preso tra le mani per rilassarmi un libro di Roberto Re dal titolo “Smettila di incasinarti”. Ho cominciato a leggerlo.
Mentre leggevo la prefazione della psicologa Maria Rita Parsi sono rimasto colpito da una frase che lei scrive e credo che si adatti perfettamente a chiusura di quanto ho qui narrato.
“Recuperando il bambino interiore, il bambino che eravamo, capace di vivere nel presente senza avere la coscienza offuscata da preoccupazioni e autolimitazioni, potremo, paradossalmente, crescere e, ancora, invecchiare rimanendo bambini.”
Non mi resta che esprimerti la mia più profonda gratitudine per avermi dato la possibilità di tirare fuori il bambino che è in me, la cosa più bella che ho, anzi, forse, la cosa più bella che sono ...
Sii felice … resterai sempre nel mio cuore!
Victor