Contro i boschi
Questo crinale
che tra cortecce secche e gusci vuoti
mescola spore di felci
alle penne terrose di un avanzo...
questo crinale dove abeti e faggi
si battono le punte e scrollano il seccume
sopra pietrisco sbriciolato...
questo monte che dilava la sua terra
e macera sostanze per una valle ignota,
incosciente mentre incalza alla prova della luce
mille germogli per salvarne uno
se vorrà il caso...
questi boschi senza regola umana
chiusi in se stessi e soli
e oscuri al proprio nascere,
ignari di ciò che passa
dentro la loro arena...
boschi che non si pensano,
boschi-natura figli di vita morta,
gementi solo per il vento
senza muovere foglia
se caino torna sul sentiero...
questi crinali e questi boschi,
perché la luce estiva li ravviva
e poderose chiazze di colore pennelate dal vento
aprono in noi la breccia di un sentimento estetico
o smuovono matasse ombelicali
nel labirinto che a fatica murammo,
dovrei per questo ancora amarli?