"La prima cosa da comprendere, che tu lo voglia o no, è che sei solo. La solitudine è la tua natura intrinseca. Puoi cercare di dimenticarla, puoi sforzarti di non essere solo stringendo amicizie, trovando amanti, mischiandoti nella folla... ma qualunque cosa tu faccia resta alla superficie. In profondità la tua solitudine è irraggiungibile. (...) L'uomo , quando è solo ha paura, e la solitudine appare come una morte. Da un certo punto di vista è così: è la morte della personalità che hai creato nella folla (...) nella folla sai esattamente chi sei: conosci il tuo nome, il tuo titolo di studio, la tua professione. Ma quando esci dalla folla, qual'è la tua identità? Improvvisamente ti accorgi di non essere il tuo nome: ti è stato dato. Non sei la tua razza: che rapporto ha con la tua consapevolezza? Il tuo cuore non è né hindu né musulmano, il tuo essere non è limitato ai confini politici di una nazione, la tua consapevolezza non fa parte di un'organizzazione o di una Chiesa. Chi sei? D'acchito la tua personalità comincia a disperdersi. Questo è ciò che fa paura: la morte della personalità. Adesso dovrai interrogarti per la prima volta, dovrai scoprire di nuovo chi sei. E c'è il timore che potresti non essere affatto. Nessuno vuol essere un nulla, un nessuno, ma di fatto tutti sono un nessuno. E scoprendo d'essere nessuno, nessun nome, nessuna forma, ti accorgi d'essere solo presenza. E nella tua solitudine scoprirai cosa vuol dire "essere", e la solitudine dovrebbe essere la tua unica ricerca..."
Osho da "Con te e senza di te"