Ciao a tutti, come primo post non vi presento una mia poesia, bensì una che trovai sul web e che mi colpì davvero molto: il suo tema è la guerra, e secondo me è scritta molto molto bene, e trasmette tanto, almeno a me. Sono convinto che la poesia è il canto dell'animo, e questo è un bellissimo canto...
GAETANO E NERONE
Su un prato fiorito
di rosso e di bianco,
tra cisti e asfodeli
vedevo le corse
del vecchio Gaetano,
il caro somaro
compagno da sempre,
e del cane fonnese,
che amavo, Nerone.
Correvano,
a gara col treno
che, poco lontano,
passava fumante.
Nerone abbaiava
al passare del treno.
Gaetano correva,
correva, correva.
Correva Nerone,
abbaiando giocoso.
Il treno sbuffava,
sbuffava e fischiava:
sembrava capisse,
capisse quel gioco,
capisse la gara.
Un giorno d’aprile…
fiorivano i peschi
e le rose canine;
le siepi di rovo
sembravan rosai.
Il treno sbuffava,
sbuffava e fischiava.
Gaetano correva,
correva Nerone,
correva e abbaiava.
Un rombo potente,
due ali, i motori,
qualcosa che cade,
uno scoppio assordante,
le schegge a migliaia,
le fiamme, le grida.
Il treno adagiato
in fondo al burrone.
Finiti gli sbuffi!
Finite le gare!
Il rosso sull’erba…
non erano fiori.
Gaetano era morto,
era morto Nerone.
Gaetano e Nerone…
coperti di rosso.
Era morto Gaetano,
era morto Nerone
e dentro i miei sogni
è morto l’azzurro.