Sciolse la lunga treccia e pettinò con cura i capelli, prima di raccoglierli in una semplice e sobria coda di cavallo.
«Buongiorno» disse Ilenia, quasi in un sussurro, salendo sul pulmino della scuola. Nessuno rispose al suo saluto, tranne l'autista.
Come al solito, andò a sedersi in fondo, da sola, ad osservare la strada fino all'arrivo a scuola. Non che lì fosse più in compagnia, pensava. Ogni volta attendeva il suono della campanella, restando nel rettangolo disegnato assegnato alla sua classe. Probabilmente, era l'unica in tutto il cortile a considerare quelle quattro linee bianche.
Non amava quella vita. Avrebbe voluto dire molte cose, lei; avrebbe voluto mostrare di più ciò che aveva dentro, e invece si nascondeva come una bimba impaurita.
Le sue compagne di classe cominciavano ad usare i primi trucchi, accenni lievi di ombretti celesti e lillà. Ilenia non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo.
Nica e Nancy non facevano altro che prenderla di mira, più delle altre. Perchè era diversa. Perchè a lei non piaceva il bello della classe, ma il ragazzo silenzioso e bravo in matematica del primo banco. Perchè lei non vestiva alla moda nè ascoltava musica.
Taceva, silenziosa, reprimendo il dispiacere, vivendo nel suo mondo.
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La cartolibreria era affolata da mamme in lotta per avere i nuovi libri per i loro bambini, e quindi il cartolaio, un tipo poco paziente, alzò gli occhi al cielo appena s'accorse di avere un'altra cliente.
Gli bastò un istante però, per rendersi conto che non era una mamma ansiosa e urlante.
La ragazza poteva avere massimo vent'anni: il viso dolce, sapientemente truccato, era incorniciato da una morbida chioma castana. Vestiva in maniera semplice e sofisticata: maglietta nera, jeans stretti scuri, francesine nere, un bel cardigan rosso vivo e borsa grande. Guardava gli scaffali in attesa del suo turno.
Entrarono altre due ragazze.
«Carissime!» salutò con voce squillante la prima arrivata.
Le due la osservarono per un attimo. Ilenia sapeva cosa stavano pensando e sorrise tra sè.
Era cambiata molto. Adesso era sbocciata in una giovane donna. Bella, solare, fine. Nica e Nancy, invece, erano sempre uguali: due ragazze superficiali e insipide.
«Ciao» rispose Nica, continuando ad osservarla.
«Da quanto tempo, cosa si dice di bello? Che fate ragazze?» con tutta l'ipocrisia possibile, Ilenia sfoggiò il suo nuovo carattere.
«Andiamo all'università» disse Nancy «tu? Sei fidanzata?»
«Niente università per me, lavoro, faccio la maestra. Sì, sono fidanzata da molti anni, mi sposerò presto» Ilenia evitò di scendere nei particolari. Non si sarebbe sposata presto e il suo lavoro in verità faceva schifo. Ma il destino le aveva regalato un vassoio d'argento per vendicarsi delle due arpie, e non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione.
Conversarò qualche altro minuto, prima di andarsene.
«Alla faccia vostra, streghe» disse a voce alta, ringraziando il suo angelo custode per quel regalo favoloso.