Art Dèco: questo movimento artistico dello scorso secolo ebbe successo negli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale.
Fu descritto anche da Margherita Grassini, la prima donna che si dedicò con competenza alla critica d’arte e nota sia per essere stata una delle amanti di Benito Mussolini sia per la sua importanza nell’ambito culturale internazionale.
Margherita Grassini, ebbe una vita avventurosa e anche drammatica per i lutti subìti.
Nata a Venezia nel 1880 in una ricca famiglia ebraica. Il padre, Amedeo Grassini, era avvocato (amico del patriarca di Venezia, Giuseppe Sarto, in seguito scelto come pontefice: papa Pio X) e imprenditore: fondò la prima società di vaporetti della città di cui era anche consigliere comunale. La madre, Emma Levi, era cugina di Giuseppe Levi, padre di Natalia Ginzburg.
Nel 1898 Margherita, nonostante il divieto dei genitori, sposò l’avvocato Cesare Sarfatti, militante socialista, e lei ne assunse il cognome, con il quale firmò i suoi scritti.
Nel 1902 col marito si trasferì a Milano e cominciò a collaborare con il quotidiano “L’Avanti”, giornale del partito socialista italiano. Nel 1909, nello stesso giornale, divenne responsabile della rubrica dedicata alla critica d’arte.
Nel 1912 Margherita incontra Benito Mussolini, allora dirigente del Partito Socialista Italiano e in procinto di di divenire direttore de "L'Avanti". Vicina alle sue idee politiche, diventa redattrice de “Il Popolo d’Italia”, quotidiano fondato e diretto dal futuro dittatore. Nel contempo collabora con il quotidiano “La Stampa” di Torino e la rivista di teoria politica “Gerarchia” che dirige dopo il 1922, anno in cui fonda anche il “Gruppo del Novecento” che, a causa della sua adesione al fascismo, vede allontanarsi da lei alcuni artisti, contrari alla nascita di un’arte fascista.
Nel 1913 Benito e Margherita erano già amanti. E lei rimase nell’immaginario collettivo come “l’amante ebrea” di Mussolini.
In quell'anno Margherita aveva 33 anni, era ricca, colta, poliglotta, cosmopolita.
Dopo circa 20 anni, nel 1932, fu lui a imprimere una brusca svolta alla loro relazione, allontanandola dal quotidiano “Popolo d’Italia”.
Un mese dopo avvenne il fatale incontro di Mussolini con Claretta Petacci, e la Sarfatti lentamente uscì sia dalla vita sentimentale del duce sia da quella politica.
La legislazione antisemita costrinse Margherita a fuggire prima a Parigi e poi in Sud America.
Nel 1947 tornò in Italia e visse in una località vicino Como. Morì il 30 ottobre 1961. Aveva 81 anni
Margherita all’età di 80 anni