Schola Praeconum (Scuola degli araldi)
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https://colosseo.it/area/schola-praeconum/"In epoca imperiale, il versante meridionale del Palatino (lato Circo Massimo) fu interessato da diversi interventi, prima ad opera di Augusto, poi della dinastia dei Flavi (che vi costruì la Domus Augustana, la Domus Flavia e il Paedagogium, una sorta di collegio per gli schiavi imperiali) e infine di quella dei Severi che aggiunsero nuove costruzioni e intrapresero una ristrutturazione generale dell’area.
Proprio ai Severi, e quindi al III secolo d.C., risale l’edificio della cosiddetta Schola Praeconum, tornata parzialmente alla luce alla fine dell’Ottocento. Situata nella terrazza più bassa di questa porzione del colle e affacciata sul Circo Massimo, del cui asse segue l’orientamento, la Schola era stata costruita riutilizzando in parte ambienti di epoca precedente. Gli scavi intrapresi negli anni Trenta del Novecento permisero di chiarire meglio la planimetria dell’edificio, composto da tre ambienti principali coperti a volta, affacciati su una corte rettangolare circondata da un portico. Un pilastro angolare e una colonna in marmo cipollino sono ancora visibili in situ. Le più recenti indagini archeologiche hanno condotto al rinvenimento anche di una struttura absidata, ancora di incerta funzione.
La stratigrafia e le decorazioni pittoriche e musive conservate in uno dei tre ambienti (il vano F) testimoniano la continuità d’uso dell’edificio almeno fino al V secolo d.C., prima che i frequenti terremoti documentati fino al VI secolo determinassero una serie di crolli.
La decorazione pittorica è la più antica: un fregio dipinto con il prospetto di un edificio adorno con colonne fra le quali compaiono alcune figure maschili ad altezza naturale, vestite in abiti servili e intente a reggere in mano oggetti come un bastone o un serto di fiori e a impartire ordini, in un contesto che si riferisce forse a un banchetto.
In un periodo successivo, le pareti furono rivestite di lastre di cipollino e sul pavimento venne steso un grande mosaico su cui si stagliano 8 personaggi maschili vestiti con tuniche corte e organizzati in due gruppi di quattro, con in mano un caduceo (emblema del dio Mercurio, araldo degli dei), uno stendardo, un bastone.
Furono proprio i simboli presenti in questo straordinario mosaico in tessere bianche e nere a indurre gli archeologi, già da fine Ottocento, a identificare le figure rappresentate con gli araldi o banditori pubblici (“praecones” in latino), uomini liberi riuniti in collegi, protetti dallo Stato e utilizzati per annunciare cerimonie e processioni (religiose o genericamente pubbliche) o per proclamare i vincitori di giochi e gare.
Pur permanendo un margine di incertezza, la vicinanza al Circo Massimo e il diretto collegamento a nord con il Paedagogium convalidano l’ipotesi che l’edificio fosse la sede del collegio degli araldi degli spettacoli nel Circo, realizzata nella zona più connessa con le loro mansioni, il Palatino e il Circo Massimo.
Il pavimento è d’inizio del IV secolo d.C., quando l’imperatore Massenzio intraprese un’ulteriore ristrutturazione dell’area.
Dal mese di febbraio 2025 la Schola ha aperto al pubblico. L’accessibilità al sito è garantita da una nuova rampa che termina nella sala affrescata e mosaicata, davanti a una vetrata che consente di ammirare gli apparati decorativi; ad accogliere il pubblico è anche installata una mappa tattile con la planimetria della Schola, i nuovi resti archeologici e brevi testi in italiano, inglese e braille".
Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale del Parco archeologico del Colosseo.