La banana di Cattelan venduta da Soteby a più di 6 milioni di Euro è l'esito estremo di una tendenza che nasce nell'estetica romantica, la deriva soggettivista dell'idea di Bello, per cui la bellezza di un'opera non è data dalle proprietà oggettive della stessa, ma semplicemente dal fatto di essere creata da un artista, che autoreferenzialmente si presenta come tale. Questa è la radicalizzazione dell'ideale romantico ottocentesco del "genio", visto come semidio, titano, superuomo, artista in un modo che il pubblico non può comprendere, da ciò l'idea di separare il concetto di "bello" dal gradimento dei fruitori. Nell'arte classica e medioevale, l'artista era solo il veicolo, il canale espressivo di valori e significati extra-estetici, di natura etica, politica e religiosa, e la bellezza dell'opera era definita dalla capacità di quel veicolo di infondare quei contenuti nell'anima del pubblico per il tramite dell'emotività. Col romanticismo inizia la tendenza a porre l'idea di Bello, non come contenuto che l'artista veicola, ma come prodotto stesso del suoatto creatore. Qua si nota il collegamento a livello filosofico con l'idealismo moderno: Il Bello, come il Vero non sono più visti come realtà oggettive che l'arte deve disvelare e comunicare, ma creazioni del soggetto stesso, la cui attività, teoretica ed estetica coincide con la realtà stessa, non la rappresenta, non la rispecchia, la crea. Per quanto, scolasticamente, siamo portati a vedere il Romanticismo come quella corrente culturale che recupera la religiosità cristiana in contrapposizione all'Illuminismo, a ben vedere, le categorie di quella religiosità vengono riprese deformandone il significato, per adattarlo a un idealismo filosofico in cui pensiero umano e realtà si identificano, in modo incompatibile con l'idea cristiana di trascendenza. Questa è la componente antimetafisica del Romanticismo, in un certo senso persino più forte che nell'Illuminismo, se si guardano le cose oltre la superficie.