Vorrei trovare le parole giuste, quelle che svelano il mio animo, quelle che dicono cosa voglio veramente prima di formulare una domanda, prima che il mio pensiero possa apparire diverso da quelle parole che escono dalla bocca o si scrivono sulle pagine di un diario. Ed è così che oggi voglio guardare il cielo, anche se l’ho fatto tante volte e tutte con la stessa intenzione. O forse credo d’averlo fatto e invece ho fatto solo confusione? A questo punto non lo so, non so che dire di fronte a questo dubbio, aggiungerei amaro se mi ritrovo dopo anni allo stesso punto. E di nuovo ritornano le domande… “forse non ho fatto abbastanza, forse non sono stata brava, forse è così che deve andare, forse non lo voglio veramente”. E già, come sono facili queste parole per complicare tutto e giustificare ciò che non succede ancora, non posso dire certo “mai” e non vorrei perché significherebbe aver vissuto un senso diverso da quello che avrei voluto dare alla mia vita anche di fronte a tutti i “se” e tutti i “ma” del mondo. E ancora significherebbe andarmene con quel rimpianto per ciò che non c’è stato, e se da un lato andarmene per carità, prima o poi succederà e non mi spaventa, dall’altro il rimpianto sì, quello mi fa paura e mi rattrista. E così oggi voglio guardare il cielo come se non lo avessi mai fatto anzi, in verità se ci penso non l’ho mai fatto veramente con l’intenzione di mostrargli tutta la mia rabbia, ed è per questo che oggi per la prima volta con questa intenzione voglio chiedergli “perché “, cogliendo finalmente il suo segnale.