“Vaso di Pronomos”: come tipologia è un kratḕres (cratere), alto 73,5 cm, a figure rosse, di produzione ateniese, realizzato nel 400 a. C. circa.
Il dipinto evidenzia l’intento celebrativo al dio Dioniso, considerato patrono del teatro.
La scena, delimitata da due tripodi che simbolicamente segnano lo spazio sacro di un santuario, si articola su due registri.
Faccia A, così detta, perché considerata la più rilevante,
registro superiore: al centro ci sono le figure di Dioniso e la sua sposa Arianna distesi su una klìne (= letto conviviale) e abbracciati; sul suo nudo torace cadono morbidi riccioli; l’himation (il mantello) che gli copre le gambe è decorato con motivo a palmette e sfingi; invece Arianna è rappresentata con la chioma raccolta da uno chignon e indossa il chitone.
Vicino ad Arianna siede la musa Paidia; è voltata verso la coppia e regge nella mano sinistra una bianca maschera teatrale femminile; a lei il giovane alato Himeros, personificazione del desiderio, porge una corona; accanto a loro gli attori principali, ciascuno con la maschera corrispondente al personaggio interpretato: uno ha il ruolo di Eracle, un altro, con costume di lanugine bianca, interpreta Papposileno; alle spalle di Dioniso un attore nel ruolo di un re orientale, affiancato da coreuti con gonnellino corto di pelle: il primo ha sulla testa una corona d’edera, poggia il braccio sulla spalla dell’altro e volge il capo per guardare la maschera da satiro che solleva con l’altro braccio.
Le caratteristiche dei costumi suggeriscono il possibile soggetto del dramma: l’episodio del salvataggio della principessa Esione, figlia del re di Troia Laomedonte, da parte di Eracle.
Registro inferiore, al centro c’è il personaggio che ha dato il nome al vaso, il flautista Pronomos, auleta tebano seduto su un klismos (sedia con seduta e spalliera ampie), che suona il doppio flauto; alle sue spalle un coreuta esegue un passo di danza (denominata sìkinnis) mentre il poeta Demetrios, l’autore del dramma, ha in mano il rotolo del testo teatrale.
La veduta sembra rappresentare un momento di riposo, gli attori parlano tra loro.
Faccia BRappresenta Dioniso e personaggi del suo corteo festante. Potrebbe alludere alla celebrazione di una vittoria teatrale.
Al centro, la fuga gioiosa di Dioniso e Arianna, circondati dai satiri e dalle menadi del thiasos: l’associazione religiosa che nell’antica Grecia celebrava il culto del dio Dioniso con processioni, canti e danze.
Dioniso si è liberato del mantello che nell’altra parte gli copriva le gambe e corre tenendo stretta Arianna con un braccio e reggendo nell’altra mano la lira.
Nel
registro inferiore si vede un maculato leopardo (o giaguaro ?).
Il “vaso di Pronomos” fu rinvenuto nel 1835 a Ruvo di Puglia in una tomba apula. Faceva parte di un ricco corredo funebre, insieme ad oggetti preziosi.
Il rinvenimento di questo vaso in Puglia non stupisce, perché la produzione vascolare ateniese fu oggetto di un’intensa esportazione, soprattutto verso le colonie della Magna Grecia e della Sicilia, ma raggiungeva anche l’Etruria.
Il cratere era usato per mescolare vino e acqua nel simposio greco. Veniva collocato su un tavolo al centro della stanza e riempito in parte con il vino e l’aggiunta di acqua per diluirlo e abbassare il contenuto alcolico.
Il kratḕres di Pronomos è temporaneamente esposto a Roma nella citata mostra, ma è custodito nel Museo Archeologico di Napoli.