Autore Topic: "Tris di cuori"  (Letto 401 volte)

Doxa

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"Tris di cuori"
« il: Maggio 24, 2024, 15:10:50 »
A Roma, nel teatro Golden, dal 9 al 19 maggio scorsi c’è stata la rappresentazione della commedia titolata “Tris di cuori”, con l’attrice Paola Barale ed altri attori.


Simone Montedoro, Paola Barale, Mauro Conte

La recensione dello spettacolo mi dà l’opportunità di argomentare sulla stanchezza del legame nel rapporto di coppia e si cercano altre opportunità…


La trama. Maria e Teresa (due persone in una, interpretate da Paola Barale) scrittrice di romanzi rosa, porta alle estreme conseguenze la sua incapacità di scegliere tra due partner.

Maria è la moglie di Giorgio (l’attore Simone Montedoro, docente di matematica “vecchio stampo” con sfumature decisamente noiose), nel contempo, per tre giorni a settimana è Teresa, moglie di Danny (l’attore Mauro Conte, musicista squattrinato ma di belle speranze, influenzato dai consigli dello sciamano Jim Morrison).

Due mariti, e la certezza che la felicità si raggiunge in tre, il numero perfetto.

Teresa spiega all’amica editrice Sara (Ilaria Canalini) che ciò che non troviamo in un partner induce l’insoddisfazione e la voglia, di colmare quelle mancanze cercando rifugio tra le braccia anche di un altro uomo.

Ma accadono gli imprevisti, come la gravidanza, che la costringe a fare i conti con un’altra realtà. Da lì la situazione tra comico e il tragico precipita con numerosi colpi di scena.

Ovviamente è una situazione fantasiosa, costruita sulla continuità dell’amore nel rapporto di coppia. La commedia fa ridere ma offre anche momenti di riflessione.


In un’intervista alla rivista “Vanity Fair” Paola Barale ha detto:

“Spesso non basta una persona sola per avere un rapporto di coppia perfetto. È forse per questo che i rapporti a due, quelli esclusivi che sogniamo tutti, oggi sono sempre più rari. Non conosco nessuno, me compresa, che non abbia subito tradimenti o che non abbia tradito. Nella mia mente resta solo il rapporto tra i miei genitori, insieme da 60 anni. Io, però, non li ho mai visti litigare. Il loro è sempre stato un rapporto rispettoso, ma d’altri tempi. Una volta quando si rompevano le cose, si tentava di aggiustarle. Oggi si buttano. Ma attenzione: restare insieme a ogni costo è sbagliato. Quando due persone non hanno più niente da dirsi, devono avere la possibilità di lasciarsi”.

E continua: “A me è capitato di essere corteggiata, e dopo di vedere sparire l’entusiasmo. Ma una relazione non la puoi abbandonare, non la puoi dare per scontato. Succede che ci si abitua, e spesso se ci sono i figli si resta. Io sono sempre andata via. E, forse alla luce del mio passato, adesso sto valutando l’idea dei due uomini. In passato preferivo l’esclusività, ma oggi credo che riuscire ad avere due situazioni in contemporanea voglia dire avere dei rapporti onesti e molto elevati. Finora non mi è mai capitato, ma non lo escludo”.

Paola al momento è single: “quello che vorrei mi sembra che non esista - dice - Vorrei un uomo che abbia tempo per me. Di solito devono sempre scappare, e io non ho voglia di correre dietro a nessuno. Fortunatamente non credo che sia necessario avere per forza un uomo vicino, mi basto da sola. Non ho figli e sono abbastanza forte per affrontare le separazioni. Non resto quando non ne ho voglia. E non mi accontento. È una questione di coerenza nei confronti di me stessa. Ho imparato da piccola l’indipendenza”.

Doxa

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Re:"Tris di cuori"
« Risposta #1 il: Maggio 24, 2024, 15:16:12 »
Di solito l’amore nella tarda età è naturalmente diverso: si sta insieme perché per entrambi è piacevole stare insieme: significa presenza fisica, condivisione di programmi, è disincanto.

La persona amata, con la quale si condivide la quotidianità, se all'improvviso ci abbandona o muore, provoca un vuoto, la sua perdita crea una lacerazione psicologica, la sofferenza. Fa capire quanto la persona amata sia decisiva per la propria esistenza.

La perdita dell’amata/o agisce sull’essere, contribuisce a “svelarlo” induce a modifiche psicologiche: l’avere e l’essere subiscono mutamenti nel divenire, costringe l’individuo a trovare nel dolore lo spazio per evolvere.

“Silenziosamente
ci siamo intesi.
La bella stagione che sta per finire
scioglie nel pianto quel dolce ricordo sbiadito dal tempo”.

La scena dei due coniugi anziani che reciprocamente si sostengono mentre camminano nel pendio del tramonto della vita, fa pensare, per contrasto alle tante coppie ormai indifferenti l’una all’altra, oppure a persone ormai sole.

Invecchiando s’impara che quelle che contano non sono le cose ma è il diverso modo in cui si guarda alle cose.

Il cambiamento di prospettiva verso il futuro, che diventa sempre più breve nella vecchiaia, dovrebbe facilitare a vivere nel presente, e non sopravvivere, mantenendo aspirazioni, desideri, interessi, gratificanti relazioni interpersonali.

"L'importante è non cadere nel conflitto, che chiude il cuore", disse papa Francesco durante l’udienza ai partecipanti dell’associazione cattolica “Retrouvaille” (= ritrovarsi) è dedita all’aiuto delle coppie in crisi, offerto a coppie sposate o conviventi che soffrono gravi problemi di relazione, che sono in procinto di separarsi o già separate o divorziate, che intendono ricostruire la loro relazione d’amore lavorando per salvare il loro matrimonio in crisi.
Molte persone sono convinte di amare, cominciano a convivere o si sposano credendo di essere fatti l’uno per l’altra, però dopo due o più anni la coppia implode o esplode. Eppure era vero amore.

Purtroppo nel tempo le esperienze possono cambiare comportamenti ed atteggiamenti. E può accadere di non credere più in una storia d'amore e rinunciarci perché uno dei partner od entrambi hanno esigenze diverse.

“Colpa mia o colpa sua ?” Si tende ad attribuire la colpa all’altro/a. Ma non serve a nulla chiedersi chi è il colpevole.

Le relazioni falliscono perché la scelta del/la partner è stata fatta in base a quello che conta di più nell’immediato e non a quello che conta di più nel lungo periodo, oppure in base a “norme contrattuali” considerate implicite ma non dichiarate.

Altre persone preferiscono avere storie parallele perché “… “mi spiace lasciarla, le voglio bene ed è una brava e bella ragazza. Temo anche di restare solo dopo di lei o di non trovarne un’altra con determinate caratteristiche. Vorrei la donna “giusta” al mio fianco…”

Ma esiste la "donna giusta" o l'uomo "giusto" ? Ognuno ha i propri difetti, che bisogna accettare, ma fino a che punto. Qual è il limite per dire basta ? Cambio partner !

Spesso, la fine di un amore è anticipato da distanza emotiva, dal distacco interpersonale, dall’apparire di determinati segnali che anticipano gli eventi futuri.

La fine del reciproco o unilaterale amore è l’esito di un processo iniziato molto tempo prima ma che, più o meno consapevolmente, si è fatto di tutto per non tenerlo nella dovuta considerazione.