Nell’antichità c’era la tendenza mito-poetica di personificare oggetti inanimati o fenomeni naturali attribuendo loro tratti (anche psicologici e comportamentali) umani, un esempio è la caritas, raffigurata nell’arte mentre elargisce pane ai poveri, oppure mentre allatta dei bambini. A quest’quest’ultima tipologia ho dedicato recentemente un topic.
Ma è stata pure rappresentata come una donna che allatta un uomo anziano. Questa iconografia è conosciuta col nome di “Carità romana”, sia per distinguerla dall'altra sia perché è collegata ad un racconto di epoca romana: una giovane donna, di nome Perus o Pero, allatta il vecchio padre, Cimon o Micon, che è in prigione, salvandolo dalla morte per inedia.
La leggenda è narrata dallo storico Valerius Maximus nel
“Factorum et dictorum memorabilium libri IX”: una raccolta in 9 libri di fatti e detti memorabili, desunti dalla storia romana e da quella greca. Gli aneddoti sono moraleggianti. La finalità dell'autore è quella di descrivere esempi di comportamenti virtuosi.
Ecco la storia della “Carità romana”: a Roma, in epoca repubblicana, Perus, ottenne il permesso di poter andare ogni giorno nel carcere dal padre, condannato a morire di fame.
La donna aveva partorito da poco e allattava il figlio. Durante le sue visite giornaliere al genitore, in segreto lo nutriva con l’unico alimento a disposizione: il latte del suo seno. Tutto andò bene fino a quando le guardie cominciarono ad avere dei sospetti, infatti Cimon nonostante fosse molto dimagrito era ancora in vita.
Un giorno un carceriere scoprì l’azione della donna e lo comunicò ai suoi superiori, che rimasero sorpresi e commossi, ma anziché punirla graziarono lei e il padre che tornò libero.
Questa vicenda, nei secoli ispirò numerosi artisti fin dall’epoca romana.
A Pompei, nel parco archeologico c’è la domus di Marcus Lucretius Fronto, sepolta durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d. C.. Fu costruita nel II sec. a. C., successivamente ristrutturata e ampliata. Ha decorazioni pittoriche di notevole qualità.
Pompei, atrio della domus di epoca romana di Marcus Lucretius Fronto
A fianco del tablinum c’è un cubicolo, affrescato dopo il terremoto del 62 d. C.. Ha la zoccolatura di colore rosso scuro, decorata con la raffigurazione di piante. La zona mediana ha le pareti di colore giallo ocra, con al centro due scene contornate da raffigurazioni con ghirlande, frutta e amorini in volo: in un riquadro, il mito di Narciso, nel momento in cui ammira la sua immagine riflessa nell’acqua, nell’altro è rappresentata la giovane Pero che allatta in prigione il vecchio padre Micon salvandolo dalla morte a cui era stato condannato.
Completa la decorazione due medaglioni con ritratti di fanciulli ai lati dell’ingresso. Forse era la camera da letto dei figli del proprietario a cui probabilmente erano rivolti i due esempi: la vanità e l’amore filiale verso i genitori.
L'ambiente è illuminato dalla luce esterna che attraversa una finestra.
Narciso si specchia nell’acqua, 50 – 79 d. C., Museo Archeologico, Napoli
Micon e Pero, affresco, 50 – 79 d. C., Museo Archeologico, Napoli