Molto interessante il tema del confronto tra eros e carità (corrispettivo latino dell'Agape) in ambito cristiano, in quanto ciò è alla base della distinzione agostiniana tra Città Celeste e Città Terrena, la prima fondata sull'amore per Dio (e solo relativamente all'amore per Dio si riconosce la positività dell'amore per l'uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio) e la seconda su quella per l'uomo, rispetto alla quale l'accezione dell'Eros caratterizzata dalla volontà di possesso sembra legittimata dalla finetezza dell'oggetto a cui l'amore è rivolto, cioè l'essere umano creato, mentre al contrario sarebbe inconcepibile la possibilità di "possedere" Dio, ente infinitamente superiore all'uomo. Questa distinzione non è mai comunque in Agostino estremizzata al punto da negare come queste due accezioni dell'Amore convivano entro ogni singola persona, caratterizzandola sempre come realtà dinamica, sempre in tensione tra opposte polarità, e sempre più complessa di ogni semplificazione volta a ridurla all'idealtipo della perfetta santità o a quello di una sostanza malvagia entro la quale non si potrebbe scorgere alcun residuo di bontà e orientamento a Dio.