L’invocazione “Consolatrix afflictorum” è desunta dalle “Litanie Lauretane”, anche dette “litanie della Madonna”. Sono suppliche a Maria che vengono recitate la sera dopo il “Rosario”. Enunciate da un sacerdote, da un diacono o da una delle signore che la sera frequentano la chiesa. Proclama il titolo attribuito a Maria (es. consolatrice degli afflitti) e l’assemblea coralmente risponde “Prega per noi”.
Nell’attuale versione delle litanie lauretane (cosiddette perché in origine furono formulate a Loreto, il santuario nelle Marche) ci sono 52 invocazioni, distribuite in sei gruppi, che non mi dilungo a specificare.
Furono i frati dell’Ordine mendicante di Sant’Agostino, detti “agostiniani”, a diffondere il culto per la Consolatrix afflictorum, che nell’ambito pittorico fa parte di una delle tipologie di icone mariane, con varianti e/o simboli che specificano il suo titolo. Per esempio Madonna del melograno, Madonna del cardellino ecc..
Descrivo due diverse icone della Mater Dei Consolatrix Afflictorum: una nel santuario mariano di Torino, l'altra a Reggio Calabria.
Comincio con quella di Torino
Torino: santuario della Beata Vergine della Consolata. Viene celebrata il 20 giugno.
La facciata, realizzata nel 1860, è in stile neoclassico. La torre campanaria è dell’XI secolo.
Sul pronao del portale c’è la scritta: “Augustae Taurinorum Consolatrix et patrona”.
L'edificio ha la planimetria complessa e variegata, risultato di numerosi interventi nel corso dei secoli.
La basilica di Santa Maria della Consolazione viene comunemente denominata “Santuario della Consolata”, “la cunsulà” in torinese, come se fosse la Mater Dei ad essere consolata e non lei la consolatrice.
Una curiosità. All’esterno della chiesa, su una parete laterale è possibile vedere in alto l’epigrafe commemorativa sulla quale c’è scritto: “PROIETTILE ASSEDIO 1704”. Si riferisce all’assedio della città da parte delle truppe francesi durante la “Guerra di successione spagnola”. Ma l’assedio avvenne nel 1706 e non nel 1704.
Si formarono due schieramenti, Francia e Spagna da una parte e Impero Asburgico, Portogallo, Inghilterra, Paesi Bassi e Danimarca dall’altra.
La Lombardia era sotto il controllo spagnolo, quindi per evidenti motivi strategici il re francese Luigi XIV impose al Ducato di Savoia, l’alleanza con Francia e Spagna.
Invece Vittorio Amedeo II si alleò con gli Asburgo, gli unici che in caso di vittoria potevano garantire l’indipendenza del Piemonte.
Luigi XIV fece invadere il Piemonte che all’epoca era “tra due fuochi”, a ovest la Francia e ad est la Lombardia controllata dagli spagnoli.
Per farla breve, il 7 settembre 1706 Vittorio Amedo II ed il principe Eugenio entrarono a Torino, ormai liberata e si recarono al duomo per assistere ad un Te Deum di ringraziamento per la vittoria.
Come ricordo vennero lasciati diversi pilastrini con incisa la data 1706 oltre all’effige della Madonna della Consolata, poiché il santuario fu evitato dai bombardamenti.
Questa è l’immagine di Maria, consolatrice degli afflitti (la "Consolata") venerata nell'omonimo santuario di Torino.
L’effigie appartiene alla tipologia “
Odigitria”, dal greco-bizantino “Odighìtria”: significa “colei che mostra la direzione”, il Figlio: “via, verità e vita”, che indica con la mano destra.
Con il braccio sinistro la Madre sorregge il
Bambino benedicente nella modalità degli ortodossi, raffigurata nelle icone bizantine.
La Theotòkos (= Madre di Dio) indossa il maphorion: mantello con copricapo, sul quale sono raffigurate tre stelle (una è coperta dalla spalla del Bambino), antico simbolo siriaco di verginità (veniva ricamato sul velo nuziale delle principesse). Esse hanno due significati:
è segno della castità di Maria (Aeiparthenos), la sua verginità perpetua prima, durante e dopo il parto;
è simbolo della Trinità. In molte icone la figura di Gesù bambino copre una delle stelle, come nell’immagine della “Consolata” di Torino.
Il divin pargolo indossa il chitone (tunica di stoffa leggera) ed un pregevole mantello.
Il dipinto è racchiuso entro una cornice circondata da raggi e nuvole frequentate da piccoli angeli.
Sul coronamento ci sono altri due piccoli angeli sotto il baldacchino.
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