Autore Topic: Il dono di Cadmo  (Letto 1101 volte)

Doxa

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Il dono di Cadmo
« il: Dicembre 07, 2022, 16:50:39 »
Cadmo (in greco antico Kàdmos) è un personaggio  della mitologia greca, che lo vuole  figlio del fenicio Agenore, re di Tiro,  e fratello di Europa, che venne rapita da Zeus.
 
Cadmo è un tipico eroe fondatore (della città greca di Tebe, in Beozia) e civilizzatore, a cui la tradizione attribuì l’introduzione in Grecia dell’alfabeto  fenicio.

Le prime tracce scritte in greco sono della seconda metà dell’VIII sec. a. C., invece le prime attestazioni  in alfabeto fenicio appaiono nella metà dell’XI sec. a. C..

Fino all’epoca di Alessandro  Magno  (IV sec. a. C.) in Grecia si usavano varianti dell’alfabeto greco: ogni pòlis ne aveva uno. Le località con gli indizi epigrafici dove sono stati rinvenuti caratteri alfabetici più vicini al modello fenicio sono le isole di Creta e Thera (Santorini).

I Fenici scrivevano da destra a sinistra, invece i Greci in epoca arcaica usavano tre modalità: da destra a sinistra, da sinistra a destra (che in seguito divenne per loro la norma), oppure procedendo a righe alternate, una da destra a sinistra e l’altra da sinistra a destra.

Nel nostro tempo miliardi di persone in tutto il mondo usano  le lettere dell’alfabeto. Ma che origine hanno ? Di quali tempi, culture, popoli ci raccontano ? Perché la A è la prima lettera dell’alfabeto ? Perché la D, fra i numeri romani, significa 500 ?

Risponde a queste e ad altre numerose domande Alessandro Magrini, che ha pubblicato il saggio “Il dono di Cadmo. L’incredibile storia dell’alfabeto”, edito da “Ponte alle Grazie”.

L’autore ci accompagna in un viaggio affascinante dall’antico Egitto alla Fenicia, dalla Grecia a Roma.

Il mito narra che Cadmo apprese dagli scribi  egiziani l’arte della scrittura, modificandola in una serie di caratteri, semplificati  (rispetto ai geroglifici): l’alfabeto.

Le lettere per scrivere furono esportate anche in Italia, dove, secondo Tacito, storiografo della letteratura latina, gli Etruschi le impararono da Demarato di Corinto, e gli abitanti del Lazio da Evandro d’Arcadia.

Ma cosa c’è di credibile o di possibile in quel racconto ?

Alessandro Magrini ripercorre il lungo cammino compiuto da ciascuna delle lettere dell’alfabeto, dal loro concepimento fino a ricevere la forma e l’uso odierni.

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Doxa

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Re:Il dono di Cadmo
« Risposta #1 il: Dicembre 07, 2022, 17:33:47 »
L’alfabeto latino, tecnicamente detto “sistema di scrittura latino”, è un insieme di grafemi usato dalla maggior parte dei sistemi di scrittura del mondo. È formato da 26 lettere, ma in origine ne aveva solo 20.


alfabeto latino

Tutti gli alfabeti cominciano con la lettera A, dal suo nome greco “alpha”, ma la denominazione è di origine semitica (ancora in uso: ‘alef in ebraico, ‘alif in arabo) e anticamente aveva il significato della nostra parola “bue”, che si ottiene in forma stilizzata rovesciando la lettera di 180 gradi, e si può riconoscere la testa di un bovino con le corna vista di fronte.

Quando i Greci ricevettero l’alfabeto dai Fenici, la prima lettera era adagiata con le corna verso destra. Furono i Greci a ruotarla portando le corna verso il basso.
Si ignora il motivo di queste rotazioni. Comunque la connessione con la figura che la lettera rappresentava in origine non era più rilevante. Infatti adagiata o completamente rovesciata, la lettera A non rappresentava più il bue, ma utilizzata per rappresentare un fonema, un particolare suono della voce.
Questo segno il valore di bue/toro o bestiame lo aveva avuto  da un geroglifico egizio.

La lettera “Alpha” essendo la prima dell’alfabeto era anche usata come cifra per indicare il numero 1 in uno dei due sistemi di numerazione che i Greci utilizzarono nell’antichità.

L’alfabeto latino è rimasto immutato dall’epoca della Roma imperiale ai giorni nostri, ma, come detto, ha origini e legami che lo collegano con altri sistemi di scrittura.

I Latini, mutuando le lettere dall’alfabeto greco (attorno all’VIII sec. a.C.,  forse tramite gli Etruschi), presero solo quelle necessarie a rappresentare i suoni in uso nella loro lingua corrente.

Per esempio la lettera G è un’aggiunta nel III sec. a.C., mentre Y e Z vennero introdotte in epoca repubblicana, in concomitanza con l’aumento dell’influenza culturale greca su Roma, e dunque per la necessità di trascrivere alcune parole greche nel sistema di scrittura latino.

La W e la J sono introduzioni medievali atte alla trascrizione di altre lingue (ad esempio quelle anglo-sassoni).

Una curiosità riguarda le lettere U e V: esse non vennero distinte fino all’epoca rinascimentale.
I Latini infatti non distinguevano graficamente i due suoni, ed anche la loro pronuncia, nel latino classico, era molto più simile di quanto sia in italiano. In scrittura il segno V rappresentava entrambi i suoni, e in ambito epigrafico la lettera V è stata preferita alla U fino al XXI secolo.

Doxa

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Re:Il dono di Cadmo
« Risposta #2 il: Dicembre 07, 2022, 18:10:48 »
/3
Nel III millennio a.C. fu sviluppato un sistema geroglifico semplificato, con caratteristiche fonetiche. Ciascuno dei 22 segni rappresentati corrispondeva ad una consonante. Essa era la lettera iniziale della parola rappresentata nel simbolo. È il cosiddetto proto-sinaitico.

L'alfabeto proto-sinaitico, a volte anche denominato “alfabeto protocananeo”,  è all'origine, per derivazioni e modifiche successive, della maggior parte degli alfabeti utilizzati ancora oggi.
Questo alfabeto consonantico di tipo lineare-pittografico  è formato da  23 segni distinti.  Dà la notazione grafica di ogni fonema consonantico con un singolo segno, senza riportare graficamente le vocali. Tale sistema è usuale nelle antiche lingue semitiche.

I Fenici presero questi simboli, semplificandoli ed associandoli ai suoni della loro lingua.

L'alfabeto fenicio (definito alfabeto protocananeo per le iscrizioni anteriori al 1050 a.C.), era usato dai Fenici e dagli Aramei nell’VIII sec. a. C. per scrivere nella loro lingua. E’ il più antico alfabeto  conosciuto. I Fenici scrivevano su fogli di papiro, lamine di metallo, legno, cuoio e terracotta.

Quello fenicio era un abjad, un alfabeto composto da sole consonanti. Le vocali venivano dedotte dal lettore. Divenne uno dei maggiori sistemi di scrittura, diffuso  nel Mediterraneo dai commercianti fenici.

Dall’alfabeto fenicio derivarono quello ebraico,  greco, romano e arabo.

Furono i Greci che nel IX sec. a.C. fecero proprie le consonanti fenicie e vi aggiunsero le vocali, spesso riadattando simboli che non avevano un corrispettivo fonetico nel greco.

Vennero introdotte anche ulteriori consonanti per ovviare alla mancanza di alcuni fonemi necessari alla pronuncia della lingua.

Nel passaggio tra il sistema di scrittura fenicio e quello greco ci fu l’introduzione della notazione dei suoni vocalici. Alcune lettere dell’alfabeto fenicio che rappresentano suoni superflui per il greco, furono utilizzate per rappresentare non delle consonanti, come in fenicio, ma delle vocali.

L’alfabeto che esportarono i fenici, infatti, era un alfabeto consonantico: del discorso orale segnalava la sola presenza delle consonanti e non quella delle vocali, che andavano integrate nella lettura.

Il nostro alfabeto deriva da quello greco tramite l’alfabeto etrusco, introdotto nell’Italia meridionale dai coloni Greci e poi diffusosi in tutta la penisola, fino all’arco alpino.

Il più antico sistema di scrittura etrusco era bustrofedico: alla fine di ogni riga il testo cambiava direzione, da sinistra a destra, da destra a sinistra.

In epoca successiva si affermò la scrittura con andamento da destra a sinistra ed è per questo che spesso i caratteri etruschi, seppur simili a quelli latini, appaiono riflessi.

Inizialmente l’alfabeto latino veniva usato nella scrittura interamente maiuscola, come quella nelle epigrafi. Tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C, venne elaborata anche la scrittura corsiva.

the end

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Re:Il dono di Cadmo
« Risposta #3 il: Dicembre 08, 2022, 14:00:06 »
Molto interessante Doxa, grazie per aver condiviso le tue riflessioni sul saggio di Alessandro Magrini. Mi ha sempre interessato l'etimologia ma non mi ero mai spinto fino alla storia delle singole lettere del nostro alfabeto. È per me una sorpresa scoprire, grazie alla tua recensione, che le lettere del nostro alfabeto fonetico abbiano un'origine pittografica.

Doxa

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Re:Il dono di Cadmo
« Risposta #4 il: Dicembre 30, 2022, 21:08:06 »
Ancora  alcune notizie sulla lettera A maiuscola e sulla lettera a minuscola.

Il lungo percorso dalla “testa di bue” alla “chiocciola” @.


In un precedente post ho scritto che i Greci elaborarono il loro alfabeto da quello fenicio, ma ebbero la necessità di apportarvi alcune modifiche, perché nella loro lingua le vocali hanno un valore distintivo. Dovettero trovare un simbolo per il suono vocalico aperto: la A di alpha, adattando la “aleph” fenicia, perché iniziava con quella vocale.

Tale simbolo era la stilizzata testa di bue con le corna in alto verso destra.

I Greci la ruotarono spostando le “corna” verso il basso.


 

Si ignora il motivo di queste rotazioni. Comunque la connessione con la figura che la lettera rappresentava in origine non era più rilevante. La lettera A non rappresentava più il bue, ma veniva utilizzata per rappresentare un fonema, un particolare suono della voce con la massima apertura della bocca.

I Greci ebbero anche bisogno di modellare due diversi segni per indicare la medesima lettera, uno maiuscolo, ottenuto orientando in questo caso l'aleph fenicia, e uno minuscolo, forse per velocizzare la scrittura, senza modificare l’orientamento ma la forma, usando linee tondeggianti.

La scrittura maiuscola è geometrizzata, perché sia comprensibile è necessario che le lettere siano staccate e distinte le une dalle altre.

Fra II e III secolo d.C. ci fu un mutamento anche nell’alfabeto latino: la nascita della scrittura minuscola.

Avvenne con il passaggio dal rotulus (rotolo) come supporto di scrittura, di papiro o pergamena, al codex (codice), per scrivere testi su tavolette di legno ricoperte di cera, unite insieme da anelli metallici o da una striscia di cuoio. A differenza del codex, i fogli di papiro o pergamena avvolti a rotolo costituivano il “volumen”.

Fra il III e IV sec. d. C. con l’antica scrittura minuscola vennero realizzati vari libri: testi di scuola, giuridici, di letteratura, anche cristiana.

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« Ultima modifica: Dicembre 30, 2022, 21:16:38 da Doxa »

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Re:Il dono di Cadmo
« Risposta #5 il: Dicembre 30, 2022, 21:09:56 »
E arriviamo ai giorni nostri.

Il simbolo che usiamo come separatore negli indirizzi di posta elettronica, la @, che in Italia abbiamo denominato “chiocciola” (perché evoca la spirale della conchiglia del mollusco), oppure “a commerciale” (dall’anglo-americano “commercial at”) o soltanto “at”, particella locativa con il significato di “presso”, qualcuno o qualcosa, coincide in larga parte con la preposizione italiana “a”.

Entrò nel linguaggio commerciale anglosassone con il significato di “at a price of”, ovvero “al prezzo di” poi semplificato in at, ancora oggi locuzione usata in inglese per definire la @.

L’introduzione di questo carattere @ nelle macchine da scrivere nel 1884 in area anglosassone, assunse anche il significato di “destinazione postale”, esempio: Mr.Smith, domiciliato presso (at @).

Nel 1972 il programmatore americano Ray Tomlinson aveva bisogno di un simbolo per separare il nome e cognome, cioè la prima parte dell’indirizzo mail, dal server di destinazione. Come è noto, scelse questo @ per gli indirizzi di posta elettronica ARPANET, la rete informatica militare antenata di Internet. Preferì quel carattere perché in disuso e non poteva essere confuso facilmente, ma anche perché aveva conservato nel linguaggio commerciale il significato di at, cioè “presso”, in questo caso riferito al server.






Il prof. Giorgio Stabile, docente di Storia della scienza all’Università “La Sapienza” di Roma, in un suo articolo titolato: “L'icon@ dei mercanti” evidenzia che il simbolo @ è presente fin dal XVI secolo in ambito mercantile.

Infatti esiste una lettera spedita da Siviglia il 24 maggio 1536 dal mercante toscano Francesco Lapi al banchiere e politico fiorentino Filippo Strozzi, nella quale descrive l’arrivo di alcune navi dall’America “riccamente stivate e da cui si spera a buon mercato”.

Nel tredicesimo rigo, in corrispondenza della parola “anfora” c’è il simbolo @: “Una @ di vino, che è di 1/30 di una botte, vale 70 o 80 ducati”.

L’anfora veniva usata nell’antichità per il trasporto di derrate alimentari liquide o semi-liquide, ma anche come unità di misura, di capacità e di peso.

Nell’antica Grecia le misure di capacità variavano a seconda che fossero destinate ai liquidi o ai solidi; per i liquidi si utilizzava l'anfora.



diversi tipi di anfore romane rinvenute negli scavi archeologici ad Ercolano.

Ancora nel XVI secolo l’anfora veniva utilizzata dai commercianti italiani, in particolare veneziani, come unità di peso e di capacità. Il suo riferimento Veniva abbreviato con il segno @.

Il prof. Stabile fa notare che il termine spagnolo “arroba” (deriva dall’arabo “rub’a”, che significa un quarto, usato come unità di misura) indicava nel passato sia l’unità di peso (25 libbre) sia una misura per il vino, ed era tradotta con “amphora” nel Vocabulario Español- Latino edito a Salamanca nel 1492.

In Spagna e negli Stati con lingua spagnola nel Sud America, il termine “arroba” indica la @.

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Re:Il dono di Cadmo
« Risposta #6 il: Dicembre 31, 2022, 14:14:53 »
Molto interessante l'etimologia della @.