Questo è il creativo elogio della Fantasia, pur nella sua triste strofa finale, in cui viene vista come.."condannata" ad essere un "deposito" : dei sogni, delle utopie. Il termine deposito è amaro, ma comunque si eleva in quanto è l'unico modo di sfuggire alla "sterile malattia del presente". Direi che le parole, qui, pesano ed esprimono un mondo, quello che i banali e superficiali non comprendono, essendo infatti sempre pronti a far lezioni dal pulpito dell'ovvieta' senza ali.