Autore Topic: le due parole  (Letto 42420 volte)

RAFFAELE49

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Re:le due parole
« Risposta #255 il: Maggio 01, 2014, 22:20:41 »
ragasssi, non siamo mica qui a smacchiare i giaguari....forza dai..spremete le meningi!   :beer:

Mentre si spremeva le meningi per pensare a come obbligare i ragassi a smacchiare i giaguari, invece di fare le zebre a pois ebbe la grande idea e disse: "Forza tutti a raddrizzare i serpenti storti.".

Nuove parole? boh! forse: insieme soli

All'esperienza porgeremo orecchio
quando a noi pure il cuor sia fatto vecchio;
assumeremo un'aria più severa
quando ai denti subentra la dentiera.

ziaci

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Re:le due parole
« Risposta #256 il: Giugno 04, 2014, 01:07:17 »
L'odore del pane fresco aprì le danze della "Sagra del PROSCIUTTO".
Io, con il mio leggero vestito a fiori svolazzavo tra i tavoli bianchi aspettando di esser vista.
Tu, da dietro la collina arrivavi senza invito.
Sei stata la prima TROMBA d'aria dell'estate.


Prossime parole: ciotola-orecchio
acrobata del tempo, sospesa a mezz'aria, senza rete sto.
C.

ziaci

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Re:le due parole
« Risposta #257 il: Giugno 04, 2014, 01:30:24 »
Ops...

Da tempo cercava il suo INSIEME di appartenenza, quell' incastro perfetto nel quale si sarebbe riconosciuto, ma la ricerca stava diventando estenuante e nessun tentativo lo portava a risultati apprezzabili.
Quella prima domenica di Giugno ci rinunciò.
E migliaia di SOLI brillarono nei suoi occhi: era finalmente libero!

Sempre Ciotola-Orecchio

acrobata del tempo, sospesa a mezz'aria, senza rete sto.
C.

nihil

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Re:le due parole
« Risposta #258 il: Giugno 04, 2014, 15:50:14 »
hahaha bravi ragassi!

dadozen

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Re:le due parole
« Risposta #259 il: Giugno 10, 2014, 13:38:48 »
Dalla CIOTOLA arrivò un muggito.
Era Chagall che dipingeva con la coda di una rondine.
L'ORECCHIO di Van  Gogh era stato regalato dal Douanier Rousseau a Beethoven che ritornò a sentirci.
Chagall accolse così in casa l'inquieto musicista che, per Elisa, non stava più nella pelle.
Beveva e guardava le stelle. "Che belle!"


le parole del prossimo racconto: CATAMARANO e AFFITTO
dadozen

RAFFAELE49

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Re:le due parole
« Risposta #260 il: Giugno 10, 2014, 16:53:58 »
Finalmente era in mezzo al mare con quel magnifico CATAMARANO e poteva soddisfare il suo sogno di una traversata in solitario. In effetti il natante non gli era costato niente, aveva solo dovuto avere un poco di pazienza ed aspettare che una notte il guardiano del porto decidesse di consolare la proprietaria di un panfilo che si sentiva sola e abbandonata come su di un'isola deserta. Aveva in ogni modo cercato di convincere il proprietario a concederglielo in AFFITTO ad un prezzo ragionevole, ma le richieste erano sempre state esose, per cui aveva pensato che se non poteva noleggiarlo, poteva sempre prenderlo in prestito. Così ora veleggiava felice sull'oceano.

Nuove parole: INFERNO e AMORE.   
All'esperienza porgeremo orecchio
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nihil

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Re:le due parole
« Risposta #261 il: Giugno 11, 2014, 17:01:04 »
oh bei giovani pieni di iniziative, bravi!

nihil

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Re:le due parole
« Risposta #262 il: Giugno 13, 2014, 07:53:10 »
Aveva perso il suo amore, era uscito da quella porta e non era più tornato. Lei lo cercava per ogni dove, scendeva scale, apriva portoni . Camminava e chiamava; piangeva e sperava. Sette leghe al giorno percorreva, come nella fiaba, ma fiaba non era, era
solo l'inferno.
Un giorno si sedette su una pietra in mezzo al sentiero e lì aspettò. Anni aspettò. Secoli passarono, ma lei era sempre lì. Mise le radici, diventò un salice piangente, così dice la leggenda, ma pochi sanno che su ogni foglia di quella pianta c'era scritta una poesia che il vento trasportava per ogni dove. Alla fine una di quelle foglie arrivò a lui e allora fu lui a mettersi in cammino per fare la strada a ritroso, ma quando arrivò al salice, esso era già morto. Non bastarono le sue lacrime che bagnavano l radici a resuscitarlo ed allora fu lui a sedersi su quella pietra e ad aspettare. Altri secoli passarono, ma ormai era troppo tardi, l'amore era morto perchè lui non  lo aveva voluto salvare.


nuove parole : cipolla-sentiero

nihil

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Re:le due parole
« Risposta #263 il: Settembre 26, 2014, 09:46:09 »
Ci sono strade per il mondo, a volte larghe a volte strette come un sentiero. In un anno ci sono giorni felici e a volte meno felici, che fanno piangere come quando si sbuccia una cipolla. Ci sono cipolle che si sbucciano come sentieri e sentieri che si sbucciano come banane, ma questa è un'altra storia. Ci sono dei, pensieri, corridoi che non portano da nessuna parte, e sassi che portano al traguardo. Ci sono pietre che sbocciano e sogni che appassiscono. Ci sono parole che messe insieme come queste non significano niente o forse qualcosa, ma andavano scritte, perchè il discorso andasse avanti.




nuove parole : festival-lacrime

RAFFAELE49

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Re:le due parole
« Risposta #264 il: Maggio 22, 2015, 22:56:25 »
Dopo anni ho deciso di guardare di nuovo il festival di sanremo. Lacrime di gioia quando è terminato.

nuove parola: canzone - dolore
All'esperienza porgeremo orecchio
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nihil

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Re:le due parole
« Risposta #265 il: Maggio 23, 2015, 07:54:20 »
hahahah bravo Raff.

nihil

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Re:le due parole
« Risposta #266 il: Novembre 15, 2016, 09:43:46 »
le due parole di Raf sono canzone dolore, vediamo cosa riesco a tirarne fuori.


Aziz era in carcere da giorni, ogni tanto venivano a trovarlo i torturatori, ma lui no, non avrebbe parlato. Nessun dolore lo avrebbe inchinato al tradimento degli amici.
Loro credevano nei diritti e nella libertà quanto lui.
 Anche la morte era libertà, Azizi sapeva di avere le ore contate, il suo corpo si stava arrendendo.
I primi giorni avevano fatto in modo che mai dormisse, appena chinava la testa, nonostante gli urli e le luci accecanti, lo ridestavano.
Vecchia pratica di tortura, alla fine il detenuto non connetteva più e avrebbe detto qualunque cosa.
 Poi passarono ai finti annegamenti, ma lui ormai conosceva la tecnica, più volte letta sui giornali e quindi sapeva che la morte avrebbe aspettato ancora un poco. Purtroppo.
 Lui non cedeva e allora passarono a cose più pesanti, ferri roventi, scosse elettriche, abusi sessuali, fame, sete.
 Un'unica cosa lui sperava, che il suo corpo alla fine sparisse, che la moglie non vedesse mai le condizioni del suo scempio.
Poi alla fine, non la morte arrivò, ma l'incapacità di resistere oltre al dolore.
 La sua bocca anelava a parole da non dire, perchè altri non subissero la stessa condanna. Ma le parole urgevano, portavano alla resa di quel corpo ormai sfatto: ferito, disperato, squassato, sanguinante.
I suoi aguzzini volevano parole? e alla fine le avrebbero avute: parole antiche, musica del suo villaggio.
 Fu così che Aziz finalmente cantò una vecchia
canzone che parlava di libertà e di una colomba prigioniera, che alla fine volava oltre le sbarre. Non con le sue ali, ma con la sua anima.  Fu così anche per Aziz.



nuove parole :  ansia  lumaca
« Ultima modifica: Novembre 15, 2016, 09:47:04 da nihil »

nihil

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Re:le due parole
« Risposta #267 il: Febbraio 02, 2017, 09:56:46 »
e allora ansia e lumaca siano!



una lumaca correva, per quanto possibile, verso un mondo migliore. Incontrò poi un lupo che le disse: "Dove corri? nessun mondo è migliore, questa idea è solo un'illusione!"
La lumaca allora si arrestò, pensò a lungo, e poi riprese a correre. L'aveva presa l'ansia  che il lupo l'avesse ingannata. Da qualche parte ci doveva pur essere un mondo migliore, lei lo avrebbe trovato.



nuove parole  Numero  Voglia

Birik

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Re:le due parole
« Risposta #268 il: Febbraio 05, 2017, 03:08:52 »
Non aveva più voglia di ripetere quel numero di lap dance: il palo le faceva girare la testa e dimenare il sedere davanti al quel pubblico di uomini ubriachi le provocava un senso di nausea. Poi però il pensiero di Sofia che dormiva a casa con la nonna le ridiede la forza di ricominciare e l'idea della cartamoneta negli slip la fece sorridere.

Caccia, aquilone

nihil

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Re:le due parole
« Risposta #269 il: Marzo 07, 2017, 16:25:59 »
Un aquilonee poi due e poi mille, era la festa che li onorava. Il cielo si riempì di colori e ali volanti, bambini e adulti reggevano i fili e correvano tutti insieme nella stessa direzione, poiche è il vento li spingeva in quel senso. Poi improvvisamente il vento cambiava direzione e i manovratori pure. Pareva che fosse il vento stesso a reggere i fili di quegli uomini e di quei bambini, allo stesso modo dei burattinai. E poi iniziò la caccia all'aquilone più bello, a cui si era rotto il filo e finalmente libero nel sole volava secondo i suoi desideri.
E poi cascò.
Cascò ai piedi di Hoscima, con un inchino da suddito a imperatore.
Hoscima si sbilanciò sulla sua sedia a rotelle e cascò, ma era riuscito ad afferrarlo. Per un momento anche lui aveva posseduto un aquilone e fu come se anche lui avesse corso tutto il giorno e si sentì uguale agli altri.


nuove parole : gioia   febbre