Pentole di luna
Faceva il turno di notte in una fabbbrica di pentole, boom...boommm le macchine stampavano le forme, poi manici, viti, saldature, verniciature....
Da anni lavorava lì, assistendo al cambio delle mode, ora pentole di alluminio, di ceramica, antiaderenti. Spesso parlavano di ricette, sapute dalle mogli, e con quali pentole andavano cucinati i cibi. Erano in quattro nel turno, dopo anni si conoscevano come se stessi. Ridendo dicevano che la loro amicizia era culinaria.
Cesare morì all'improvviso e rimasero in tre, non fu sostituito, c'era la crisi e in tre bastavano.
Dopo anni la fabbrica chiuse, troppe pentole cinesi in giro.
Ormai Roberto era abituato al turno di notte, non poteva dormire ed allora, piano per non svegliare la moglie, stava sul terrazzo a fumare e a parlare con la luna.
Scoprì che era un’ottima ascoltatrice e le raccontò tutte le storie della sua vita.
Finite quelle, ne inventò di nuove.
Era felice e pensava…le mie storie i cinesi non possono copiarle e togliermi la parola.
Sbagliava: il cinese che abitava sotto il suo appartamento, era pure lui insonne. Ascoltò tutte le parole di Roberto, le trascrisse e ci fece un libro. Ebbe la gentilezza di intitolarlo “Storie del piano di sopra”.
nuove parole tromba-prosciutto