La casa era stata acquistata quando ancora i bambini non c'erano, poi i bambini erano diventati giovani uomini e giovani donne e la casa era ancora lí. Quel posto aveva ereditato il nome "Le tre Querce" da tre alberi secolari che ne segnavano i confini, viveva quattro mesi l'anno, da metá Maggio a metá Settembre; la nonna e la zia l'aprivano dopo la stagione invernale e si preoccupavano di preparare e organizzare tutto per l'arrivo dei nipoti, che solitamente avveniva in Giugno con la chiusura delle scuole.
A Giugno la natura era al suo apice, la corte era stracolma di fiori e piante che ogni anno diventavano piú belli e rigogliosi, un ampio pergolato di glicine delineava lo spazio che la famiglia usava per desinare e passare le serate tra giochi, chiacchiere e tanto divertimento e nel frutteto, la sera, le lucciole danzavano e ti facevano sentire in un paese abitato da fate, gnomi e folletti.
L'arrivo dei nipoti rappresentava un momento di grande gioia per le due anziane signore, durante l'anno li potevano vedere poco perché abitavano un po' sparsi per l'Italia, cosí attendevano trepidanti l'arrivo di quei cinque scalmanati tesori; d'altra parte anche i bambini, chiuse le scuole, entravano nella febbrile attesa del momento in cui mamme e papá li avrebbero accompagnati in campagna, giá pregustavano le prelibatezze che le due donne avrebbero preparato loro e sapevano che la loro compagnia sarebbe stata fonte, ancora una volta, di grandi e meravigliose scoperte; nonna e zia, infatti, dedicavano molto tempo ai nipoti, raccontando loro storie, vere o inventate, e proponendo giochi sempre diversi, allegri e coinvolgenti.
Tra Luglio e Agosto la casa si riempiva, le mamme e i papá entravano in ferie e arrivavano portando amici che ormai erano divenuti parte integrante della famiglia, ed in alcuni momenti arrivavano ad esserci fino a venti persone.
Di giorno il mare, a pochi chilometri, era la meta dei piú, mentre le serate trascorrevano sotto il pergolato, allegre e chiassose.
Quando tutti avevano fatto ritorno nelle loro cittá, a Settembre, tornava il silenzio e le due donne dedicavano quel tempo alla preparazione delle conserve per l'anno successivo, alla sistemazione delle piante per l'inverno e alla predisposizione e chiusura della casa.
Tutto questo ora é solo un bel ricordo, il tempo é passato, i bambini sono diventati giovani adulti e passano sempre meno tempo in campagna, la nonna e la zia, hanno ridotto la loro permanenza e l'etá non le aiuta a gestire tutto quello che c'é da fare.
Quest'anno la famiglia ha preso la decisione di mettere in vendita quel piccolo angolo di paradiso, di quelli in etá per potersene occupare nessuno ha tempo e pagare qualcuno che lo faccia per loro é troppo oneroso.
Qualcuno pensa sia l'unica scelta possibile, qualcuno, i piú nostalgici, immaginano soluzioni utopiche, ma oramai la decisione é stata presa.
Oggi sono venuta a sistemare alcune cose e a raccogliere oggetti di famiglia, tutto questo vuoto e silenzio mi rattrista, ma devo farmene una ragione, mi concedo un giro per la terra, tra gli alberi da frutto e la siepe di ALLORO, mi riempio le narici di profumi e odori sperando che lascino un segno indelebile nella mia memoria, la casa é li muta e silenziosa, appoggio la mano sui muri e un grande senso di SERENITA' mi pervade.
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