Autore Topic: le due parole  (Letto 42441 volte)

ziaci

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Re:le due parole
« Risposta #135 il: Marzo 21, 2012, 23:01:38 »
Bon, e allora che famo, si riparte? ;D
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nihil

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Re:le due parole
« Risposta #136 il: Marzo 22, 2012, 09:03:41 »
Rolando macinava la sua rabbia guardando quello che avrebbe dovuto essere il suo podere. La lista della terra da spartire con l'eredità era costituita da quattro aree, e i suoi fratelli avevano tanto brigato e tramato, che alla fine a lui era toccato il pezzo peggiore. La terra era prossima alla scogliera, alta sul mare come un pianoro pietroso, non avrebbe mai fruttato nulla di decente. Tra salmastro e venti impetuosi e costanti avrebbe dato solo pietre desolate ed erbacce. Non era buona nemmeno per le capre. Rolando osservava il confine di quella terra e vedeva le case dei fratelli proprio al limite dei campi migliori. Va bene, pensò, ora la mia rabbia avrà una forma. Piantò una palizzata dalla parte del mare, dove poteva prendere tutto il vento più forte. Dopo un mese, quando i pali si erano assestati e consolidati, praticò dei buchi a varie altezze e di vario calibro negli stessi. Il risultato fu subito evidente, anzi, più che evidente, auscultabile.
La palizzata bucata, investita dal vento, produceva un suono assordante, un ululato costante e terrificante.
Rolando sorrise soddisfatto: " Ed ora provate a vivere nelle vostre belle casette, a dormire sogni felici, con questo suono!"
Praticamente aveva inventato un organo, o forse un flauto, o forse un piffero, insomma un mega strumento a fiato, una fisarmonica a bocca...che funzionava a vento. Si sentiva sino al paese quell'ululato, ma a lui non importava, avevano detto che lui non aveva bisogno di terre da coltivare perchè stava in città e infatti, prese l'auto e ritornò a casa soddisfatto e canticchiando una canzone oscena.

nuove parole:  paura-tappeto

ziaci

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Re:le due parole
« Risposta #137 il: Marzo 22, 2012, 09:52:28 »
Chiara arrivó puntuale davanti al cancello,
entró e percorse il lungo corridoio,
intorno a lei nessuno,
pareti ingiallite con qualche comunicazione appesa qua e lá guardavano silenziose i suoi passi,
salí le scale.
Pur essendo l'orario di visita la porta era chiusa,
suonó il campanello,
un rumore di chiavi dall'interno,un brulicare di voci e un infermiere le aprí.
Dietro di lui stavano dei pazienti, curiosi e speranzosi di una visita per loro, la vista della sua faccia provocó una smorfia di delusione sui loro volti
e la piccola folla si dileguó in poco tempo.
L'infermiere intanto aspettava che Chiara dicesse qualcosa e la guardava con lo sguardo di chi é pronto a spazientirsi
"Salve, sono un'amica di Maria Cisotto" disse,
"Ah si, sa dove trovarla?" rispose lui.
Era giá stata in quel posto qualche giorno prima, passaggio veloce per portarle delle cose, ma allora era vuoto,
ora c'era quel rumoroso viavai, lo guardó stordita,
lui, con un mezzo finto sorriso, le indicó la direzione facendo strada, "forse dorme" aggiunse e la lasció davanti la porta di una camera.
La piccola stanza si sviluppava in lunghezza, sulla sinistra due letti uno in fila l'altro, ai piedi di ogni letto stava un piccolo TAPPETO consumato dal tempo,
sulla parete di destra due mobiletti, in mezzo, lo spazio per il passaggio di una persona,
in fondo una grande finestra ben chiusa, tutto era grigio, Chiara si sentí aggredire da un senso di solitudine;
Maria era li sul letto vicino la finestra, rannicchiata su di un fianco,
quando vide Chiara cercó di tirarsi su ma le poche forze l'abbandonarono e ricadde,
istintivamente Chiara cercò di aiutarla ma con un gesto di mano fu allontanata,
Maria prima di parlare la guardó a lungo, il vuoto e la sofferenza del suo sguardo la trafissero e le parole si fermarono.
"Sono scivolata via ancora una volta",
"Non riesco a lavarmi dalla pelle la PAURA di vivere" disse e chiuse gli occhi.
Chiara la guardó con triste affetto,
pensó a lei e Maria vent'anni prima,
quando tutto questo nemmeno le sfiorava,
eppure tutto questo era lí, inesorabile ad attenderle.

nuove parole: Bottone-Gioia
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nihil

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Re:le due parole
« Risposta #138 il: Marzo 22, 2012, 13:37:46 »
bravissima!  già, la tristezza di un fine corsa, che prima o poi subiremo tutti. 

piccolofi

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Re:le due parole
« Risposta #139 il: Aprile 04, 2012, 16:47:27 »

   Davvero brava, bravissime tutte e due.

ziaci

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Re:le due parole
« Risposta #140 il: Aprile 04, 2012, 23:51:55 »
bravissima!  già, la tristezza di un fine corsa, che prima o poi subiremo tutti. 

   Davvero brava, bravissime tutte e due.
commossa...grassie  :rose: :rose:
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nihil

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Re:le due parole
« Risposta #141 il: Aprile 20, 2012, 07:44:04 »
Giustina saltellava tra i sassi del torrente, si era stancata di fare minestrine immaginarie per bamboline immaginarie. Aveva passato almeno un'ora a inzuppare erbette in una pozzanghera e cercare di farla mangiare al sasso-bambolina. Di solito questo gioco la divertiva, ma avvertiva il desiderio di un qualcosa di nuovo e diverso. Era stata anche nel pollaio a guardare i pidocchini rosso delle galline che correvano sul muretto. Sembrava che facessero gare di corsa tra di loro, ma oggi, il concorrenti erano troppo lenti e noiosi. Carmela, la vicina di casa che le raccontava sempre le storie di principesse era andata al mercato e chissà quando sarebbe tornata. Giustina tornò a casa, parlò un poco con Gaspare il cane e Giuliva la gatta. Erano tutti nei campi al lavoro, mancava un sacco di tempo al loro ritorno, lei era sola e da sola non si divertiva. Una volta su un giornale aveva visto la foto di un giocattolo bellissimo, era un trenino, lei non aveva mai visto il treno vero, ma ne aveva sentito parlare. Doveva essere una cosa bellissima, un giorno ci sarebbe salita e sarebbe andata lontanissima in cerca di avventure e tesori. Sarebbe andata come minimo al paese vicino, quello che era in fondo alla valle. Si sedette sul gradino della porta a guardare gli alberi e la melanconia, screziata dalla noia, stava per entrare in lei. Decise di andare a correre sullo stradone e pazienza se si fosse riempita di polvere, ma aveva bisogno di fare qualcosa di bello. Corse, corse, corse fino a che non ce la fece più e alla fine si fermò. E fu allora che lo vide. Bellissimo, splendente come un chicco d'uva matura, stava lì per lei, era il tesoro che tanto desiderava: era il suo premio per essere stata buona. Raccolse il piccolo bottone rosso a forma di cuoricino e tornò a casa stringendolo nel piccolo pugno. Non aveva mai posseduto nulla di più bello. La gioia la folgorò e decise che non avrebbe desiderato mai più nulla, le sarebbe bastato quel piccolo dono dello stradone.


nuove parole: alloro-serenità
« Ultima modifica: Maggio 07, 2012, 16:10:53 da nihil »

ziaci

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Re:le due parole
« Risposta #142 il: Aprile 21, 2012, 17:26:27 »
La casa era stata acquistata quando ancora i bambini non c'erano, poi i bambini erano diventati giovani uomini e giovani donne e la casa era ancora lí. Quel posto aveva ereditato il nome "Le tre Querce" da tre alberi secolari che ne segnavano i confini, viveva quattro mesi l'anno, da metá Maggio a metá Settembre; la nonna e la zia l'aprivano dopo la stagione invernale e si preoccupavano di preparare e organizzare tutto per l'arrivo dei nipoti, che solitamente avveniva in Giugno con la chiusura delle scuole.
A Giugno la natura era al suo apice, la corte era stracolma di fiori e piante che ogni anno diventavano piú belli e rigogliosi, un ampio pergolato di glicine delineava lo spazio che la famiglia usava per desinare e passare le serate tra giochi, chiacchiere e tanto divertimento e nel frutteto, la sera, le lucciole danzavano e ti facevano sentire in un paese abitato da fate, gnomi e folletti.
L'arrivo dei nipoti rappresentava un momento di grande gioia per le due anziane signore, durante l'anno li potevano vedere poco perché abitavano un po' sparsi per l'Italia, cosí attendevano trepidanti l'arrivo di quei cinque scalmanati tesori; d'altra parte anche i bambini, chiuse le scuole, entravano nella febbrile attesa del momento in cui mamme e papá li avrebbero accompagnati in campagna, giá pregustavano le prelibatezze che le due donne avrebbero preparato loro e sapevano che la loro compagnia sarebbe stata fonte, ancora una volta, di grandi e meravigliose scoperte; nonna e zia, infatti, dedicavano molto tempo ai nipoti, raccontando loro storie, vere o inventate, e proponendo giochi sempre diversi, allegri e coinvolgenti.
Tra Luglio e Agosto la casa si riempiva, le mamme e i papá entravano in ferie e arrivavano portando amici che ormai erano divenuti parte integrante della famiglia, ed in alcuni momenti arrivavano ad esserci fino a venti persone.
Di giorno il mare, a pochi chilometri, era la meta dei piú, mentre le serate trascorrevano sotto il pergolato, allegre e chiassose.
Quando tutti avevano fatto ritorno nelle loro cittá, a Settembre, tornava il silenzio e le due donne dedicavano quel tempo alla preparazione delle conserve per l'anno successivo, alla sistemazione delle piante per l'inverno e alla predisposizione e chiusura della casa.

Tutto questo ora é solo un bel ricordo, il tempo é passato, i bambini sono diventati giovani adulti e passano sempre meno tempo in campagna, la nonna e la zia, hanno ridotto la loro permanenza e l'etá non le aiuta a gestire tutto quello che c'é da fare.
Quest'anno la famiglia ha preso la decisione di mettere in vendita quel piccolo angolo di paradiso, di quelli in etá per potersene occupare nessuno ha tempo e pagare qualcuno che lo faccia per loro é troppo oneroso.
Qualcuno pensa sia l'unica scelta possibile, qualcuno, i piú nostalgici, immaginano soluzioni utopiche, ma oramai la decisione é stata presa.
Oggi sono venuta a sistemare alcune cose e a raccogliere oggetti di famiglia, tutto questo vuoto e silenzio mi rattrista, ma devo farmene una ragione, mi concedo un giro per la terra, tra gli alberi da frutto e la siepe di ALLORO, mi riempio le narici di profumi e odori sperando che lascino un segno indelebile nella mia memoria, la casa é li muta e silenziosa, appoggio la mano sui muri e un grande senso di SERENITA' mi pervade.

Prossime parole: livore-segnalibro
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presenza

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Re:le due parole
« Risposta #143 il: Aprile 21, 2012, 22:48:26 »
sana nostalgia che guarda serena il cambiamento!

nihil

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Re:le due parole
« Risposta #144 il: Aprile 22, 2012, 08:43:08 »
eh, Ziaci, accade proprio così, e il dolore equivale al taglio delle radici.

Rubio

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Re:le due parole
« Risposta #145 il: Aprile 25, 2012, 00:08:58 »
   Mi piace sempre sapere a che punto sono, cosa ci faccio qui, dove devo andare. Non ho bisogno di un segnalibro, io. Basta che mi guardo intorno, soppeso e so esattamente da dove devo riprendere. Mi fanno ridere quelli che hanno bisogno di garanzie, che si affidano a promemoria come i primitivi a idoli di legno. Che sicurezze possono darti? puoi contare solo su te stesso, l'ho imparato, e mi fido di me, non mi ha mai tradito. Non posso dire altrettanto degli amici, o sedicenti tali: nel bel mezzo dell'agone reagiscono in maniera inconsulta e all'improvviso mostrano un livore che non avresti mai creduto possedessero. Io mi spavento delle loro reazioni. Se ci sono bene, li saluto con gioia, altrimenti basto a me stesso. Ora mi godo la quiete ma so che non durerà per sempre.

Prossime parole: certezza, alchimia

ziaci

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Re:le due parole
« Risposta #146 il: Aprile 25, 2012, 04:42:59 »
Il dubbio ti sovrasta
e ti aggrappi a delle miserevoli CERTEZZE,
poco peso, poca sostanza,
aspetti effimeri che spacci per materiali,
ma hai scelto di spostare l'ago della bilancia,
di cambiare prospettiva.
Hai deciso di rinunciare
ad una perfetta
ALCHIMIA.

prossime parole: sasso-inquietudine


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Re:le due parole
« Risposta #147 il: Aprile 25, 2012, 07:11:15 »
bravissimi, penne rapide e sostanziali! ;D

Rubio

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Re:le due parole
« Risposta #148 il: Aprile 25, 2012, 09:28:45 »
Mi piace di guardare il mare da qua su, seduto sopra questo grosso sasso a due passi dall'abisso. Guardare e non toccare, lasciare all'immaginazione il giusto peso. Tanto, se mi va, che ci metto a scendere e a farmi accarezzare i piedi dalle onde? Ma ora no, sto qui tra me e me, a godermi questa inquietitudine, crogiolandomici, non volendo risolverla. L'accetto come una blanda eccitazione, come uno stato vitale, come si accetta il giorno che viene. Si, a volte, cerco subito di reagire, ma poi? vittima della latenza è facile decida di scomparire in un sonno, giusto, ma che mi allontana sempre più dall'oggi, da qui, da me.

prossime parole: tendenza, guasto

p.s. un grazie a Nihil e a ZiaCi di cui ho accettato l'invito (divertente!). R.

nihil

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Re:le due parole
« Risposta #149 il: Aprile 25, 2012, 13:23:44 »
bravo Rubio, come vedi ci sono parole nascoste che aspettano solo di nascere.  ;)