Autore Topic: le due parole  (Letto 42447 volte)

nihil

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Re: le due parole
« Risposta #90 il: Agosto 03, 2011, 09:27:55 »
già, cosa mi è venuto in mente di dire gatto e procione?!   ;D

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Re: le due parole
« Risposta #91 il: Settembre 23, 2011, 14:58:55 »
Il piatto piange, mi vede costretta a inventare qualcosa io me medesima.


Il procione avanzò con spavalderia, sapeva che lei ci sarebbe stata, la festa mascherata era la sua preferita. Non le aveva detto volutamente quale sarebbe stata la sua maschera, per farle una sorpresa, ma mai fare le sorprese, si potrebbe rimanere sorpresi. Lei era vestita da gatto e si strusciava senza parsimonia contro un dinosauro, davvero di stazza imponente. Il procione stette un poco immobile, considerò la volumetria del brontosauro, e quindi si accontentò di rimanere attonito e piuttosto lacrimevole. Poi un canguro gli diede una botta su una zampa e trillò un - Ciao procione mio bello, che fai? ma non sei anche chiamato orsetto lavatore?-
Lui non ne era tanto sicuro, ma a questo punto rispose- Sì, e proprio stasera mi voglio lavare le mani!-
Il procione e il canguro se ne andarono al bar, bevvero super alcoolici e dopo 9 mesi nacque un bel procioguro, ma non sono sicura che le cose siano andate proprio così!



nuove parole : semaforo-quadro.  Oh beccatevi questo binomio, ma per favore non dormiteci sù!

MsFantasy

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Re:le due parole
« Risposta #92 il: Febbraio 06, 2012, 12:10:14 »
Il piatto piange, mi vede costretta a inventare qualcosa io me medesima.


Il procione avanzò con spavalderia, sapeva che lei ci sarebbe stata, la festa mascherata era la sua preferita. Non le aveva detto volutamente quale sarebbe stata la sua maschera, per farle una sorpresa, ma mai fare le sorprese, si potrebbe rimanere sorpresi. Lei era vestita da gatto e si strusciava senza parsimonia contro un dinosauro, davvero di stazza imponente. Il procione stette un poco immobile, considerò la volumetria del brontosauro, e quindi si accontentò di rimanere attonito e piuttosto lacrimevole. Poi un canguro gli diede una botta su una zampa e trillò un - Ciao procione mio bello, che fai? ma non sei anche chiamato orsetto lavatore?-
Lui non ne era tanto sicuro, ma a questo punto rispose- Sì, e proprio stasera mi voglio lavare le mani!-
Il procione e il canguro se ne andarono al bar, bevvero super alcoolici e dopo 9 mesi nacque un bel procioguro, ma non sono sicura che le cose siano andate proprio così!



nuove parole : semaforo-quadro.  Oh beccatevi questo binomio, ma per favore non dormiteci sù!

Uhm, il gioco è carino, peccato che non abbiate continuato.. Comunque provo io!

Mannaggia a quel cavolo di semaforo! Era in ritardo per consegnare quel dannatissimo quadro!
Il capo lo aveva pure minacciato: "Se arrivi di nuovo in ritardo ti licenzio, chiaro?".
Chiaro? Cristallino!

..Okey, non è il massimo, ma è meglio di niente. Mi dispiace davvero che non abbiate voluto continuare e spero vivamente di avervi fatto tornare la voglia.

Le due parole sono: Sogno---Nuvola. Questo ovviamente se vorrete continuare.

nihil

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Re:le due parole
« Risposta #93 il: Febbraio 06, 2012, 14:22:21 »
Brava Fantasy, sì, il gioco è carino, ma poco frequentato!   ;D

ziaci

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Re:le due parole
« Risposta #94 il: Febbraio 06, 2012, 16:58:03 »
Guardavo distrattamente fuori dalla finestra mentre i pensieri volavano lontano,
quando un piccolo passero si fermò sul mio davanzale,
un piccolo insignificante evento che però riuscì a rapire per un momento la mia attenzione.
Il passero, dopo essersi accuratamente ripulito, iniziò, indeciso, a  zampettare avanti-indietro, avanti-indietro,
poi, senza il minimo preavviso, spiccò il volo,
con lo sguardo lo segui allontanarsi, in cielo non c'era neanche una nuvola e lui scomparve.
Immediatamente ero di nuovo lì, con lo sguardo perso nel vuoto e con il solito sorriso ebete che mi accompagna, a chiedermi se quello che mi stava accadendo fosse solo un sogno.
Se è così, per favore, non svegliatemi.

nuove parole: caffettiera e divano-letto
 
acrobata del tempo, sospesa a mezz'aria, senza rete sto.
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nihil

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Re:le due parole
« Risposta #95 il: Febbraio 06, 2012, 18:26:49 »
Oggi devo conoscere la suocera, sono maledettamente in ansia. Non sarà mica come quelle delle barzellette? cosa mi metto? di che colore? devo portarle fiori o cioccolattini? Chissà, magari è contro le donne che fumano.
Alla fine ho deciso, gonna nera con bolerino verde acqua, tacchi medi, orecchini di perle che fanno tanto fine. Scatola di cioccolattini ed un'orchidea. Mi sento impagliata. Salgo le scale, arrivo alla porta, aspetto che mi passi l'ansia. Spero di non sudare. Alberigo mi aspetta in casa. Gesù, ma che razza di nome è Alberigo? da piccino lo avranno chiamato Alberighino o Alberiguccio? Quasi quasi me ne vado e telefono che ho la febbre. No, mi sa che non si può fare. La scatola dei cioccolatini però è proprio bella, e mentre la rimiro mi ricordo che Albe mi ha detto che sua madre è diabetica! e allergica ai fiori! Ma ormai è fatta. Suono il campanello. Aspetto con un blocco allo stomaco. Apre lei. Bella donna, accidenti, alta slanciata, vestita di seta. Pettinatura all'ultimo grido, collana di a ametista e argento. Mi parla, io rispondo come se fossi tranquillissima. Mi accomodo sul divano di seta bianca. Ma si può avere un divano di seta bianca, che mette in soggezione al solo guardarlo?! Lei parla, parla capisco che lo fa per mettermi a mio agio, ma il suo accento francese mette in risalto il mio che è romanesco. Cerco di parlare poco per non sfigurare. Alberigo sembra un altro, si muove come un principe nel castello, non ci avevo mai fatto caso, sembra che reciti. Arriva la cameriera in divisa che pare un frac, tutta inamidata, con un vassoio d'argento da 3 chili e tazzine di Limonges per il caffè. Penso ai bicchierini di carta di casa mia, al gatto che si fa le unghie sulle gambe delle sedie e mi sento decisamente fuori posto. La cameriera prende la caffettiera versa il caffè, me lo porge e improvvisamente le casca la tazzina sul divano. Bianco di seta. Un silenzio agghiaciante rimbomba e rotola tra il nostro imbarazzo. Ci pensa la suocera a stemperare la situazione  eccheggiando con il suo delizioso accento francese un "Porca troia, ma che te sei rincojonita?" Penso al mio bellissimo divano dell'Ikea, mi alzo e me ne vado e me riprendo pure li cioccolatini, che io il diabete nun ce l'ho.  Alberigo, te saluto, ce vedemo ar bar. Se me va!



nuove parole acquario-deserto

ziaci

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Re:le due parole
« Risposta #96 il: Febbraio 06, 2012, 22:22:55 »
 Ieri era il mio compleanno e Andrea si è presentato con un bel pacco gigante, per un momento ho pensato di trovarci dentro cose meravigliose, dopo tutto lui conosce bene i miei gusti, e invece quando lo scarto appare in tutta la sua trasparenza un ACQUARIO, non ci potevo credere, e come gli è venuto in mente? mi ha forse mai sentita dire che mi piacciono i pesci? o che desidero averne in casa?Poche frazioni di secondi e lui, con il suo bel faccione sorridente, era lì che attendeva una qualche mia esclamazione (di gioia?).
Non sono particolarmente brava a fingere, soprattutto quando si parla di regali, ho cercato però di dare il meglio di me stessa ed ho esordito (con un mezzo sorriso)"uh carino, ma come mai un acquario?"Questa mia domanda (di circostanza) ha aperto scenari inimmaginabili, un trattato di filosofia sulla funzione di arredo (?), di compagnia (?), di creature ospitate, di amore(?),ecc.ecc. incredula riuscivo solo a pensare al surplus di lavoro che avrei avuto, già ho una vita "in corsa" e ora pure l'acquario!!.
Avevo però ancora qualche chance, forse potevo liberarmi di quell'ingombrante impiccio, per mia fortuna era ancora vuoto,
tremavo però al pensiero di chiedergli "e i pesci?", magari erano fuori dalla porta come seconda parte della "sorpresona" e così attesi fosse lui a fare il primo passo, ma niente, i pesci o le piante non venivano menzionati. Presi il coraggio a quattro mani e alla larga gli chiesi " ma cosa ci starebbe meglio secondo te qui dentro? la stupidità della mia domanda mi fece trasalire, no, no, dovevo solo dirgli, "senti caro, di questo "coso" non so proprio che farmene!", ma non ci riuscivo, non volevo ferirlo e attesi una sua risposta.
"Non so"disse "solitamente ci si mettono pesci , piante, sassi, acqua, però per te pensavo a qualcosa di più originale" e si diresse verso la porta di casa, qui ebbi un piccolo mancamento, qualcosa che aspettava fuori dalla porta c'era, ma cosa?
Portò in casa altri due pacchi, di dimensioni più modeste, uno squadrato come una scatola, l'altro con una forma meno definita tipo "cuscino piegato", non sapevo cosa pensare, aspettavo e tremavo.
Questa volta non mi porse gli altri "due regali" ma iniziò a scartarli con molta cura, da quello più gonfio usci della sabbia che sparse all'interno dell'acquario, dall'altro una piccola palma (finta), una tenda da campo in miniatura, un piccolo cammello di plastica e una pozza di acqua (finta), non capivo...
"Ecco" disse montando il tutto, "questa è la nostra oasi nel DESERTO dove ti porterò tra un mese", e mi diede due biglietti d'aereo, "il mio regalo".
Tanto rumore per nulla, o meglio tanto rumore per tanto, e io lo adoro sempre di più.

prossime parole: parrucca - portaombrelli
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Gisella

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Re:le due parole
« Risposta #97 il: Febbraio 07, 2012, 04:55:55 »
Brava Fantasy, sì, il gioco è carino, ma poco frequentato!   ;D

Forse perchè è un po' più impegnativo degli altri... perdonami nihil. Passo sempre di corsa e non riesco a pensare niente di intelligente.  :mah:

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Re:le due parole
« Risposta #98 il: Febbraio 07, 2012, 10:46:47 »
Non ti preoccupare Gisella, il nostro è un mondo di corsa.  :)


Brava zia, molto originale.  ;D

ziaci

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Re:le due parole
« Risposta #99 il: Febbraio 07, 2012, 16:24:08 »
Grassie Ni  ;D
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Re:le due parole
« Risposta #100 il: Febbraio 08, 2012, 10:12:14 »
- Grazie signora, piacere di averla servita, speriamo di rivederla presto nel nostro negozio...-
Chiuse la porta e tirò giù la sarracinesca, maledicendo la vecchia cornacchia,che gli aveva fatto perdere tempo, così aveva perso anche il tram.
Pioveva a dirotto, ando al portaombrelli, ma lo trovò vuoto. Maledì  anche Giannina, che glielo fregava sempre, nonostante i rimproveri.
Si attardò nel negozio aspettando che spiovesse.
- Ma che hai da guardare brutta strega!- borbottò rivolto al manichino che lo fissava in modo interrogativo.
-Mica posso andare sotto la pioggia, ho la pelata io, mica come te che hai la parrucca!-
Aldo girellò tra i capi di vestiario esposti, poi con un lampo di genialità, o almeno così credeva lui, tolse la parrucca al manichino e se la provò. I capelli lunghi e ramati nascosero l'inizio delle basette.
Si piacque ed allora, perchè no? si mise anche i vestiti. L'abito rosso reso incandescente dai lustrini lo rendeva una fiamma sexy. Era bello sentirsi sexy. Sentì allora il desiderio incredibile di mostrarsi: di mostrarsi diverso dall'uomo pelato, magro, smunto che era. Prese anche la pelliccia e si avventurò sotto la pioggia. Era felice.
-Dunque è questa la possibilità di essere donna, perchè loro sì ed io no?-
Sentì poi nella testa la voce della madre: " ALDO, nooooo, ancora!"
Sì sentì morire di mortificazione. Morì solo, su quel marciapiedi bagnato dalla pioggia, al buio di un lampione. Ma morì felice di essere donna.



parole nuove  zingara-viaggio

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Re:le due parole
« Risposta #101 il: Febbraio 08, 2012, 10:14:55 »
...ma sarebbe carino che le stesse due parole venissero impiegate per più racconti... :happy:

ziaci

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Re:le due parole
« Risposta #102 il: Febbraio 09, 2012, 02:56:20 »
A volte i ricordi riaffiorano così, quando meno te lo aspetti, sepolti dal tempo, gli basta un piccolo aiuto ed eccoli lì nella loro pienezza
Il tempo è passato, ne è passato tanto, negli anni ho viaggiato molto e ho visitato molti luoghi,
ma ora di fronte alla felicità/infelicità del momento mi torna alla mente quel  VIAGGIO in Spagna nel lontano 89,
ero giovane piena di aspettative per il futuro e pensavo che nulla avrebbe potuto intaccare tutto quello
in cui credevo e vedevo nel mio orizzonte.
Una sera per le strade di Siviglia io e i miei compagni di viaggio ebbri di vino e di vita, incontrammo Martina.
Martina con i suoi impietosi occhi neri,
Martina con le sue lunghe mani capaci di confondere gli occhi e la mente,
Martina capace di farci innamorare tutti di lei,
Martina,  lei era una splendida ZINGARA.
Quando, dopo gli altri, prese la mia mano per leggerla mi guardò profondamente negli occhi e con uno splendido sorriso e mi disse “sei muy bonita, perché ti condanni all’infelicità?”
Non ebbi parole, ma tutto finì in un istante, le risa degli amici mi distolsero e andai.
Ora a distanza di anni il ricordo di lei è tornato e ripenso a Martina,
 oggi, finalmente potrei dirle
”cara Martina avevi ragione…fino adesso…”

...ma sarebbe carino che le stesse due parole venissero impiegate per più racconti... :happy:
intanto metto altre due parole, però l'idea di riutilizzare quelle già scritte mi piace.
Marmellata e Semaforo
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Re:le due parole
« Risposta #103 il: Febbraio 09, 2012, 08:53:55 »
Brava zia,due parole, una storia.
Appunto, sarebbe carino che da due semi nascessero più storie, le parole sono solo parole, ma la loro vita può essere infinita.  ;D

ziaci

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Re:le due parole
« Risposta #104 il: Febbraio 09, 2012, 11:43:40 »
Si avvicinò al PORTAOMBRELLI  e disse "che dici ne prendiamo uno, dicono che oggi pioverà"
Elena guardò velocemente fuori dalla finestra, "mah, pare ci sia il sole, eventualmente ci ripareremo sotto i portici!"
Marco la fissò amorevolmente, lei era la donna di cui era perdutamente innamorato,
Elena nel suo universo parallelo dove tutto è possibile, anche incontrare fate, gnomi e folletti.
Cercò di fare appello al suo pragmatismo e le dissi "tesoro mio, qui a Roma non ci sono portici".
Elena non lo ascoltava, lo aveva già preso per mano e trascinato fuori dalla porta.
Ma tanto che importava, l'ombrello, la pioggia, la neve, il vento,
loro si bastavano, si riparavano, si scaldavano, si nutrivano, quello che succedeva al di fuori di "loro" era ininfluente o quasi.
Lasciarono che fosse la città a portare i loro passi, mentre una leggera pioggia aveva iniziato ad inumidirli,
passeggiarono a lungo, dimentichi di orari, treni e condizioni meteorologiche, intanto pioveva sempre più forte,
un messaggio li risvegliò dal loro incanto, "causa forti perturbazioni molti treni saranno soppressi",
si lanciarono in una corsa contro il tempo, sotto un'acqua torrenziale.
Termini era lì che li aspettava, pullulante di persone di odori e suoni.
Neanche il tempo di un saluto decente ed Elena salì sul treno, "ti prego cambiati, sei tutta fradicia, non ti ammalare" le gridò Marco e il treno partì.
Non c'era posto e anche in piedi trovare un buco era un'impresa, si fermò nel primo angolo vuoto, aspettando di andare in bagno a cambiarsi.
La videro entrare con la valigia e non sapremo mai cosa passò nella mente degli astanti, ma tutti la guardarono a lungo.
Impiegò quasi mezz'ora, era entrata con pantaloni, maglia rossa e scarpe basse ed era uscita in un attillato abito nero con i tacchi e il trucco rifatto.
Sorrise pensando a Marco,
sorrise guardando gli sguardi increduli dei viaggiatori,
sorrise pensando "se avessi avuto una PARRUCCA bionda almeno avrebbero potuto fantasticare una spy-story."

le parole sono solo parole, ma la loro vita può essere infinita.  ;D
et voilà....



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