Autore Topic: le due parole  (Letto 42425 volte)

nihil

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Re:le due parole
« Risposta #195 il: Gennaio 17, 2013, 17:23:09 »
Da molto tempo lo Smilzo teneva d'occhio quell'oreficeria, e studiava le mosse e i momenti giusti per assaltarla. Il problema era che come ladroaveva un handicap: non sopportava il freddo, proprio lo detestava e fare i lunghi appostamenti per studiare il piano con quel clima era impossibile. Ma resistette, con onore e determinazione. Gli appostamenti furono diluiti nel tempo, lui si buscò la bronchite, smise di fumare, ma affinò la sua arte. Alla fine arrivò il gran giorno!
Come da film, fece irruzione nella gioielleria, sbraitando per mettere paura, sventolando una pistola per lo stesso motivo. Arraffò gli oggetti della vetrina, quelli della cassaforte, i denari della cassa e di corsa uscì dal negozio, pensando che stranamente non era stato un affare poi tanto difficile, se lo avesse immaginato si sarebbe risparmiato la bronchite. Per la precisone: cercò di uscire dal negozio! In realtà fece un passo solo, perchè il marciapiede era ostruito da un enorme culo di elefante, ormeggiato proprio lì. Era un elefante di plastica inopinatamente rosa, con la faccia da clown, che reclamizzava il Circo della Polizia. Un enorme cartello specificava che i proventi dei biglietti sarebbero stati devoluti per il reinserimento dei malfattori nella società civile. Lo Smilzo, poichè possedeva un notevole senso dell'umorismo, cominciò a ridere e non fu più un grado di fare un passo. Lo arrestarono che ancora stava riddendo.

nuove parole: cocomero-neve
« Ultima modifica: Gennaio 17, 2013, 22:06:09 da nihil »

Claudia

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Re:le due parole
« Risposta #196 il: Gennaio 18, 2013, 16:46:51 »
Spassosissimo, sei davvero creativa!

  Claudia
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Claudia

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Re:le due parole
« Risposta #197 il: Gennaio 18, 2013, 17:54:38 »
Il piccolo COCOMERO nacque, un bel giorno di fine giugno, in un vasto campo circondato da vecchi alberi di ulivo, contorti e doloranti per l'avanzata artrosi.
Cresceva a vista d'occhio e, ben presto, sviluppò un bel faccione striato di verde chiaro e scuro.
Era anche molto curioso e notò che molti suoi compagni, quelli più sviluppati, venivano raccolti dal Dio del campo, il contadino, che li caricava su un carro che rotolava sbuffando su vecchie ruote consumate...e poi non facevano più ritorno.

Nelle calde notti estive si chiacchierava nel campo e ogni COCOMERO tentava di dare una spiegazione personale su quelle misteriose sparizioni.

- Ho sentito dire che i nostri amici vanno in un posto meraviglioso chiamato mercato, dove ci sono vegetali di tutte le specie!- esclamò Cocomerina, una sua cara amica - dev'essere un'esperienza bellissima!

- Ah ah ah, vedrete che ne sarà di voi!- intervenne con cattiveria l'ulivo più contorto- sarete tutti mangiati da mostri chiamati uomini!

- Non voglio ascoltarti- gridò zio Cochi- sei solo un vecchio bisbetico. Perchè il nostro Dio contadino dovrebbe farci del male, dopo averci curato con tanto amore?

Il fatto è che il nostro COCOMERO, ogni volta che si avvicinava il contadino, ne aveva una paura folle e si nascondeva avvolgendosi tra le sue foglie e l'erba alta del campo.
Così venne l'autunno e fu l'unico a non essere stato raccolto e rimase solo e infreddolito perchè si avvicinava l'inverno.
Aveva nostalgia dei suoi amici, delle belle chiacchierate al chiaro di luna e la solitudine lo stringeva sempre più in una morsa dolorosa e si pentì di non aver seguito la sorte di tutti gli altri cocomeri
Poi, un bel giorno, caddero dal cielo tanti fiocchi candidi che ricoprirono tutto il campo.
COCOMERO aveva tanto freddo e cominciò a tremare e a piangere perchè non sapeva cosa stesse accadendo.
Sentì, all'improvviso una voce dolce che diceva:- Tranquillo, amico, io sono la NEVE e stendo la mia bianca coperta su tutto ciò che trovo. Ora ti seppellirò sotto il mio manto e tu non sentirai più freddo, non sarai più solo! Non opporre resistenza, lasciati andare e ti  addormenterai....per sempre!
Così il nostro amico si abbandonò fiducioso all'abbraccio della NEVE, e sognò di essere ancora con i suoi amici a chiacchierare e ridere nelle notti serene d'agosto, illuminate da una luna con un faccione simile al suo, ma di madreperla purissima; poi, per il freddo, la sua scorza si spaccò, lasciando un'impronta rosso vivo, a forma di cuore, sul candido e immacolato manto di NEVE.

   Claudia

Nuove parole: Biancaneve- Cappuccetto Rosso

 
« Ultima modifica: Gennaio 18, 2013, 18:14:47 da Claudia »
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nihil

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Re:le due parole
« Risposta #198 il: Gennaio 18, 2013, 18:37:19 »
wow, un racconto drammaticamente visibile, come un film. Già, perchè quel Dio prima ci accudisce poi ci abbandona, ce lo domandiamo tutti. :)

piccolofi

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Re:le due parole
« Risposta #199 il: Gennaio 18, 2013, 20:01:35 »

Bravissima anche tu, Claudia!   Ragazze, vi invidio.

Claudia

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Re:le due parole
« Risposta #200 il: Gennaio 19, 2013, 15:59:11 »
Grazie!  abow
     Claudia
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Re:le due parole
« Risposta #201 il: Gennaio 25, 2013, 15:15:58 »
Le nuove parole sono sempre :

Biancaneve- Cappuccetto Rosso

Claudia
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Re:le due parole
« Risposta #202 il: Gennaio 25, 2013, 15:18:47 »
ci sto a pensare!  mi vengono in mente storie osè  ;D

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Re:le due parole
« Risposta #203 il: Gennaio 25, 2013, 15:35:28 »
Cenerentolanon ne poteva più di fare la cenerentola, sentiva in lei spinte carrieristiche e di emancipazione. Un venerdì decise di evadere da quella situazione, cercare la sua strada e darsi alla vita vera. Aveva sbagliato giorno, però, che altro non si potrebbe pensare, infatti era venerdì 17 e si sà che porta male, anche se lei lo avrebbe scoperto solo tempo dopo.
Passeggiava per le strade della grande città, rimbalzando da un centro per il lavoro ad un altro, tutti le chiedevano cosa sapeva fare e lei non poteva fare altro che rispondere "le pulizie".
"Oh, finalmente, un annuncio sul giornale di oggi che fa al caso mio!".
Diceva "Sono Cappuccetto rosso, vuoi giocare con me?"
Cenerentola pensava che si trattasse di fare la baby sitter o qualcosa di simile.
Salì le scale un poco titubante, avvertiva un non so che di ....
"Mah, si disse, tentar non nuoce!".
Le aprì la porta una bella donna, alta per essere donna, muscolosa per essere donna, con un vocione strano per essere donna, poca barba per essere uomo, molto truccata per essere uomo. Fu chiarito che non si trattava di un annuncio di lavoro, ma di altro.
Si piacquero subito però, e si trovarono d'accordo; finalmente un uomo che non avrebbe preteso cose strane, ma solo che lei rispondesse al telefono e prendesse appuntamenti. E inevitabilmente doveva fare anche le pulizie. Ma a questo punto era per libera scelta e non la condanna  della vecchia fiaba.


nuove parole: graticola-grandine
« Ultima modifica: Gennaio 25, 2013, 15:39:46 da nihil »

Claudia

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Re:le due parole
« Risposta #204 il: Gennaio 30, 2013, 11:06:23 »
Divertentissimo, hai una fertile fantasia e senso dell'umorismo.
Però sei un pò monella, graticola e grandine sono parole difficili affinchè si possa creare un racconto, comunque ci tento.


 Claudia ::)
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Re:le due parole
« Risposta #205 il: Gennaio 30, 2013, 11:18:58 »
Ma che gran bella fantasia che avete ragazze!Beate voi

nihil

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Re:le due parole
« Risposta #206 il: Gennaio 30, 2013, 12:00:04 »
 :prtr: in realtà io inizio a scrivere, poi la storiella viene fuori da sè. Provateci, vi mettete alla tastiera e la cosa si scriverà da sola.

Claudia

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Re:le due parole
« Risposta #207 il: Gennaio 30, 2013, 12:16:42 »
Grazia era una vecchia graticola di ferro.
Aveva un'età, certo, ma era ancora efficiente e in grado di arrostire, senza troppi problemi, peperoni, melanzane, fette di carne.
Spesso ripensava a quando, ancora molto giovane, era stata acquistata in un supermercato dov'era in bella mostra ( aveva vinto il concorso miss graticola dell'anno" ed era fiera di quella fascia di carta che la attraversava e su cui erano stampate tutte le sue caratteristiche e le modalità d'uso).
Era costata parecchio, ma era davvero graziosa: aveva la superficie lucida e tersa e un bel manico in bachelite....ora, con l'avanzare dell'età, si era un pò assottigliata al centro ed  era  diventata scura, opaca e piena di rughe...ops.. di graffi più o meno profondi, inoltre il suo manico era bruciacchiato.
Viveva in una vecchia credenza, al buio,  insieme a tante pentole.
La sua amica del cuore era Paddy, una vecchia padella rivestita di teflon antigraffio che, con il passare degli anni, purtroppo di graffi ne aveva davvero molti.
Spesso quella smorfiosa di Silver, la pentola in acciaio inox dalle pareti così lucide che ti ci potevi specchiare, le prendeva in giro dicendo loro che ormai erano superate e sarebbe stato meglio andare in pensione.
E poi si vantava di essere inossidabile e quindi inattaccabile alla ruggine.
Eh sì, la rugginite cronica era un altro problema della nostra graticola di ferro che, ormai, temeva l'umidità e dovevano asciugarla molto bene prima di riporla , altrimenti si riempiva di antiestetiche macchie rossastre e maleodoranti.

Un brutto giorno, mentre si dava da fare per arrostire una braciola, sentì uno schianto seguito da un forte dolore: si era lesionata ed ora una sottile fessura faceva colare il grasso della carne sulla fiamma frantumandola e facendola impazzire.
Fu frettolosamente lavata e riposta in credenza.

Il giorno dopo dovettero far spazio ad una graticola nuova di zecca, rivestita di ceramica liscia e bianca.
La nuova arrivata guardava i compagni dall'alto in basso e si pavoneggiava specchiandosi nella pentola di acciaio: dovettero convenire tutti, sia pure a malincuore , che era davvero bella e soprattutto giovane.
Non passò molto tempo che la vecchia graticola, un freddo mattino di gennaio, fu afferrata sgarbatamente da due mani dalle unghie laccate di rosso e buttata, senza alcun rimpianto e senza alcuna gratitudine per il lungo lavoro svolto, nel cassonetto della raccolta differenziata.
Una grossa lacrima di ruggine solcò la sua superficie ormai ruvida.
A sera, nuvole scure si addensarono e si abbassarono quasi sino a sfiorare il cassonetto e, all'improvviso, si sciolsero in grossi chicchi di GRANDINE  che, in un baleno, ricoprirono la graticola Grazia, lasciando intravedere solo il suo vecchio manico.
-Ahi! Ahi!- gridava la poverina che, sotto la coltre gelida e umida della GRANDINE, sentì risvegliarsi la sua dolorosa rugginite acuta.

All'improvviso, una mano ricoperta da un lurido guanto di lana da cui sbucavano dita ancora più sporche, la prese saldamente per il manico scuotendola  energicamente per liberarla dalla grandine poi fu infilata in una bisaccia piena di cianfrusaglie e finì su un tozzo di pane, una mela mangiucchiata e una salsiccia un pò stantia.
Più tardi, sotto un ponte, al riparo dalla grandine che ancora imperversava, fu utilizzata per cuocere la salsiccia e poi riposta con molta cura nel sacco del suo nuovo proprietario, un anziano barbone, senza dimora.
Fu l'inizio di un magico sodalizio: la nostra graticola Grazia eseguiva bene il suo lavoro ( in verità non lavorava che sporadicamente) e per lungo tempo oziava al caldo nella sacca dell'uomo che la trattava con molto rispetto.

Ci vuole così poco per essere felici!!


    Claudia

 Nuove parole: computer - macchina da scrivere

 
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Re:le due parole
« Risposta #208 il: Aprile 16, 2013, 15:16:37 »
ma è bellissima, Claudia! me l'ero persa, non so perchè il pc non mi avvisa più delle novità postate. Credevo che non ci fosse stata risposta. Bellissima l'idea di animare gli oggetti e ridare loro nuova vita nelle mani di chi ha ancora meno.

Ero passato di qui per dire che nemmeno a me veniva in mente qualcosa con graticola e grandine, ma che ho detto che avevo una ricettina per fare la grandine alla brace. Mia figlia era entusiasta, non credeva che scherzassi, pensava che grandine fosse un taglio di carne!  ;D

nihil

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Re:le due parole
« Risposta #209 il: Aprile 16, 2013, 15:17:07 »
penserò alle due parole che hai inserito.
 ;)