Una coppia di amici che vive al nord è venuta a trovarmi.
Abbiamo trascorso una piacevolissima serata al ristorante cenando e rivangando i vecchi tempi.
Anche se eravamo rimasti sempre in contatto era da oltre dieci anni che non ci incontravamo. E, gli ultimi incontri, erano stati, per vari motivi, piuttosto fugaci.
Con lei, anche se era dieci anni più piccola di me, eravamo amici di famiglia e l’ho vista crescere, eravamo molto affiatati e siamo diventati anche intimi malgrado la differenza di età.
Lui era venuto nella nostra città da un paese di periferia per studiare. Aveva frequentato il liceo e si era fermato anche durante il periodo dell’università. In questo periodo si è incontrato con lei stringendo amicizia e, di conseguenza, divenendo anche amico mio. Dopo la laurea avevano deciso di sposarsi.
Durante la cena abbiamo rivangato i bei tempi trascorsi. Tanti ricordi … alcuni rivangati … altri riservati e trattenuti nella mente di ciascuno …
Rientrato a casa, anche se l’ora era molto tarda, ho acceso il computer e sono andato a passare in rassegna i miei appunti. Quelli che ho scritto nel corso di tutta la mia vita.
Ho trovato quello che cercavo …
“Avevamo fatto l’amore … al solito nostro … da pazzi … affamati … insaziabili … lei giaceva sul letto supina con gli occhi chiusi … io, accanto, accovacciato, continuavo ad ammirare estasiato il suo corpo … perfetto … meraviglioso … la cui visione non mi saziava mai …
Non sapevo se dormisse oppure riposasse cercando di riprendere fiato …
- Vorrei … - dissi sottovoce e un movimento del suo capo mi fece capire che era sveglia e si era girata per ascoltare le mie parole; ripresi:
- … vorrei … poter entrare con la mia mano … dentro il tuo ventre … - una contrazione dei suoi muscoli addominali mi fece percepire che mi ascoltava; continuai:
- … e rimestare tra le tue budella … - notai una nuova contrazione dei suoi muscoli addominali
- … sì … rimestare tra le tue budella cercando il tuo utero … per afferrarlo con la mia mano … - a questo punto si scosse, mosse tutto il suo corpo che si accartocciò a riccio; io continuai a parlare scandendo lentamente le parole:
- … sì … stringere il tuo utero nel mio pugno … - il suo corpo ebbe una contrazione molto forte accompagnata da un gemito;
- … e masturbarlo … sì … masturbarlo … masturbarlo … fino a farti urlare di piacere … - le contrazioni del suo corpo si susseguivano accompagnate da gemiti … finché una contrazione spasmodica del suo corpo fece seguito ad un gemito più forte degli altri …
Io tacqui … e poi … dopo un poco … anche lei si rilassò …
Era tardi … scesi dal letto, andai in bagno per rinfrescarmi.
Mentre mi rivestivo lei si scosse, mi diede un’occhiata e andò in bagno.
Quando uscì io ero già pronto e la guardavo mentre si rivestiva. Continuavo ad ammirare il suo corpo meraviglioso …
- Certe volte vorrei odiarti … - disse.
La guardai sorpreso. Forse le mie labbra sussurrarono in un soffio:
- Perché?
- Sì, vorrei riuscire ad odiarti … perché ... perché il solo tuo sguardo ... è capace di provocarmi i brividi ...
Le sorrisi …
Completò di rivestirsi.
Ci salutammo con un abbraccio e un lungo bacio. Poi io tornai da mia moglie e lei da suo marito.”