Gli anni sono una coltre di nebbia, si posano sui ricordi offuscando le immaggini che custodiamo gelosamente tra le pieghe del tempo. Era una calda primavera del 1982, i primi raggi di sole danzavano tra le chiome degli alberi disegnando sul selciato esili ombre dalle forme strane. Trascorrevamo le giornate correndo a piedi nudi tra le filari dei meli in fiore, e l'echeggiare delle nostre urla si perdeva scaltro oltre l'orizzonte.
Marina aveva larghi occhi verdi e lunghi capelli neri che profumavano di lavanda. Di lì a poco le avrei detto ti amo, e a distanza di anni rivedo la tenue luce che le tingeva il volto regalandomi uno spettacolo al quale non avrei mai rinunciato per nulla al mondo. Ci sedemmo sfiniti sulla terra bruna, appoggiando la schiena sul possente tronco del vecchio tiglio, ridendo come matti nel guardare i nostri piedi neri come la notte.
<< Pare che riesca a leggere i nostri pensieri!>> disse Marina sorridendomi. << Chi? >> risposi, incuriosito dalle sue parole. << Il grande Tiglio >> disse, guardando con ammirazione il maestoso albero sotto il quale eravamo seduti. << Leggenda vuole >> continuò con tono misterioso, << Che moltissimi anni fa, un viandante stanco ed affamato, colto dal maltempo, cercò ricovero proprio sotto quest'albero, che impietosito dalle estreme condizioni del pover'uomo, lo nutrì con la sua linfa e lo riscaldò con le sue foglie, che lasciò cadere come per incanto.>>
<< Chissà quanto c'è di vero! >>, esclamai osservando il rizoma che fuoriusciva dal terreno assumendo le sembianze di un grosso rettile. << E poi? >> dissi stimolato dal racconto di Marina. << E poi, il mattino seguente, il viandante, ritemprato dalle cure provvidenziali del tiglio, lo benedì ed innalzò una preghiera al Signore, prima di rimettersi in cammino >>. Una leggera brezza ci accarezzò con delicatezza i capelli, il cinguettio degli uccelli si fermò per un istante, poi riprese.
<< E così, da quel giorno, il vecchio tiglio coglie le emozioni di tutti coloro che passano dalle sue parti >>. << Incredibile, dissi, sgranando gli occhi. << Si, ma la cosa inverosimile e' che, se ciò che ti sta davvero a cuore si realizzerà, il tiglio lascia cadere una delle sue foglie>>. Restai incantato a guardare il suo viso, era ancora più bella, Dio, quant'era bella!. Desiderai ardentemente di stringerla forte e baciarla, e Dio solo sa, con quanta difficoltà riuscii a frenare quell'impeto. << Hei!, ci sei ancora? >>, urlò Marina, agitando le mani davanti ai miei occhi.
<< Scusami, pensavo alla leggenda che mi hai appena raccontato >> dissi, sperando che non leggesse sul mio viso l'ignobile menzogna. Ero in procinto di alzarmi, quando una foglia cadde tra me e marina. Che il vecchio tiglio avesse letto i miei pensieri?. Il cuore iniziò a battere così forte che pensai volesse uscire dal mio petto. Come un automa avvicinai il mio viso verso il suo, la strinsi con vigore e la baciai chiudendo gli occhi.
Ci sono delle cose nella vita che neppure l'inesorabilità del tempo potrà mai cancellare, mai!; Il sapore dolciastro delle sue labbra, il profumo intenso dei suoi capelli, la brezza che spettinò i nostri sogni. Mai..., rimisi la foglia di tiglio tra le pagine ingiallite e impolverate del libro che mi regalò Marina, e lo riposi nella biblioteca. Allo scurire del cielo chiusi la finestra, un fievole raggio di luce divise in due la stanza.
Accesi una sigaretta, e guardai gli anelli di fumo dissolversi nel nulla. Mai, sussurrai sdraiandomi sul letto, non la dimenticherò mai!