Le visite dalla dottoressa.
Dopo la visita della dottoressa, appena tornata a casa, mi sono seduta al mio scrittoio e ho aperto il libro che mi aveva dato.
Era un libro che descriveva con molti disegni l’anatomia dei maschi e delle femmine. Dopo tre giorni lo avevo imparato quasi a memoria e i disegni del libro erano stampati nella mia mente. In effetti parecchie cose le sapevo già, ma ora i concetti erano molto più chiari e principalmente mi aveva dato conferma di molte cose di cui avevo parlato con le mie compagne, ma che nella mia mente erano piuttosto nebulose.
Una cosa mi aveva incuriosito in maniera particolare: era il sesso dei maschi. Al naturale lo avevo visto solo a qualche bambino. Quella testa che c’era nei disegni in cima al sesso maschile che non avevo mai visto mi colpì e mi incuriosì moltissimo.
Dissi alla mamma che avevo completato la lettura e lei dopo aver telefonato alla dottoressa mi disse che il giorno dopo saremmo andati al suo studio, la mamma sarebbe rimasta in macchina ad aspettarmi mentre io salivo dalla dottoressa che avrebbe ritirato il libro e me ne avrebbe dato un altro.
Questo secondo libro descriveva sempre il sesso dei maschi e delle femmine, ma era un po’ più grosso e conteneva molto scritto. Anche questo abbondava di disegni, ma mentre quelli del primo erano schematici, questi erano molto più dettagliati. Un argomento che mi interessò in particolare fu la masturbazione, sia quella dei maschi che quella delle femmine.
Dell’argomento avevo già parlato con le mie amiche e avevo anche fatto le prime esperienze su me stessa. Ma con la lettura di questo libro compresi molte cose in più e meglio. Lo divorai in circa due settimane, ma principalmente la sera a letto mettevo in pratica quanto avevo letto.
Il terzo libro che la dottoressa mi diede, aveva poche figure e parlava dell’amore in maniera molto particolareggiata, del matrimonio, della gravidanza, dei figli. Lo lessi con attenzione, ma non destò in me particolare interesse. Impiegai quasi un mese per leggerlo e quando finii e lo comunicai alla mamma mi disse che aveva concordato con la dottoressa di lasciarmi allo studio per fare anche la visita, ma principalmente perché voleva parlare con me e poi, lei stessa, mi avrebbe riaccompagnato a casa.
Completata la visita il colloquio con la dottoressa fu lungo e interessante. Per prima cosa mi chiese il mio pensiero sul sesso.
- Ritengo che sia una cosa bella – risposi.
- È una cosa che ti provoca imbarazzo?
- Perché mi deve provocare imbarazzo? – chiesi io.
Parlammo di tutto. Mi chiese se mi era piaciuto l’ultimo libro. Risposi che l’avevo letto con attenzione, ma l’argomento non mi aveva interessato tanto. Forse io non mi sarei mai sposata. Alla sua richiesta del perché risposi che non volevo avere figli, anche se fare sesso mi interessava.
Cercò di indagare il motivo di questo mio pensiero. Le dissi che il mio sogno era viaggiare molto. Il mio desiderio è di fare un lavoro che mi consentisse di viaggiare per tutto il mondo. I figli avrebbero intralciato il mio lavoro: “Non posso perdere tempo ad allevare figli” fu la risposta che la fece ridere. Ma io le dissi che era un discorso serio. E ribadii che volevo restare per tutta la vita libera e indipendente. Rimase colpita da queste mie idee chiare e decise.
Poi spostò il discorso sul sesso. Mi chiese se avessi fatto qualche esperienza con qualche mio compagno. Risposi di no, “i ragazzi della mia scuola sono tutti mocciosi”. E se avessi fatto qualcosa con ragazzi più grandi o con uomini. Risposi nuovamente di no. Mi chiese se mi sarebbe piaciuto farlo. Risposi di sì.
- Pensi che ti piacerebbe molto o poco?
- Penso molto.
- Molto o moltissimo?
- Penso moltissimo.
- Hai dunque desiderio di fare sesso?
- Sì.
- E ti masturbi?
- Sì.
- Lo fai spesso?
- Sì.
- Che libro vorresti?
- Un libro che mi spieghi come si fa sesso.
Mi guardò e mi disse che ero più matura della mia età. Mi chiese se sapevo cosa sarebbe successo se avessi fatto sesso adesso che non avevo avuto ancora le mestruazioni. Risposi che finché non arrivavano le mestruazioni potevo fare sesso liberamente in quanto non sarei rimasta incinta. Aggiunsi che nella mia classe c’erano alcune ragazze che già lo facevano. Ma devi stare attenta, disse la dottoressa, perché le mestruazioni possono arrivare all’improvviso da un momento all’altro. Aggiunse che questo era il motivo per cui mi voleva vedere ogni due mesi.
Andò alla libreria e prese un libro. Me lo porse dicendo che era un libro per grandi, ma me lo dava perché ero più matura della mia età.
Quando arrivai a casa e lo aprii lessi il titolo “Kamasutra” (ancora non sapevo cosa significasse questa parola). Fu l’ultimo libro che la dottoressa mi diede.
Continuai da andare da lei ogni due mesi solo per le visite.
Così trascorsi sia l’anno scolastico che le vacanze.