Importante nota preliminare.
Vogliamo informare chi si accinge a leggere il seguente racconto che in esso sono descritti momenti erotici e situazioni molto liberali e scabrose che vengono considerate in maniera molto critica dall’opinione corrente. Pertanto le persone particolarmente sensibili a tali argomenti sono invitate ad astenersi dalla lettura.
La pubblicazione di questo scritto vuole aprire uno squarcio su argomenti dei quali si evita di parlare, ma che fanno parte della vita quotidiana. Noi non vogliamo imitare lo struzzo che nasconde la testa nella sabbia per non vedere il leone.
Il racconto tratta fatti molto verosimili ed anche abbastanza frequenti, anche se poco discussi, ed è questo il motivo della sua pubblicazione. Abbiamo cercato di porre particolare cura ai dialoghi ed all’aspetto psicologico dei soggetti.
Abbiamo già detto che molte persone possono dissentire dal suo contenuto. E non intendiamo assolutamente criticare chi dissente. Ha senz'altro le sue buone ragioni, in quanto ognuno ha il diritto di pensare liberamente. Deliberatamente non esprimiamo alcun giudizio, né discuteremo eventuali giudizi espressi, siano essi favorevoli o contrari.
Un’ultima nota. Questo racconto è stato scritto a quattro mani. La presente precisazione per dare a Cesare quel che è di Cesare.
Grazie per l'attenzione.
Dodici anni, prima media.
Frequentavo la prima media, si avvicinava la fine dell’anno ed avevo da poco compiuto 12 anni. Un pomeriggio mia madre entrò nella mia camera, prese una sedia e si sedette accanto a me e mi disse: “Stai diventando grande ed è opportuno che tu faccia un controllo con la ginecologa. Ho preso un appuntamento. È per domani pomeriggio”.
Ovviamente il discorso che mia madre mi fece fu molto più lungo e principalmente l’esposizione fu molto delicata in relazione alla mia età. Ma il succo era quello che io ho riportato. Ed io dissi “Sta bene”. D’altra parte in certo qual modo un discorso del genere me lo aspettavo.
Mi ripeté ancora una volta che lei non era una madre oppressiva nei confronti delle sue figlie con controlli e divieti, ma che ci lasciava libere nel nostro comportamento in quanto si fidava della nostra intelligenza e del nostro buon senso.
Mi aspettavo questo discorso perché mia madre e mio padre, con noi figlie (siamo solo due sorelle, io di 12 e mia sorella di 16 anni) sono stati sempre molto aperti e chiari, non ci hanno mai nascosto nulla e hanno parlato sempre apertamente con noi di tutto, e ci concedono molta libertà confidando, come ho detto, nel nostro giudizio e buon senso. Inoltre ero a conoscenza del fatto che aveva fatto un discorso simile a mia sorella quattro anni prima.
All’epoca avevo otto anni e sapevo già diverse cose sul sesso. Quel pomeriggio mia sorella entrò tutta eccitata nella mia camera e mi disse:
- Domani pomeriggio vado con la mamma dalla ginecologa. – Quella volta colta di sorpresa saltai in piedi spaventata, mi misi davanti a lei e le chiesi:
- Aspetti un figlio? - Scoppiò in una risata.
- Che sciocchezze! … non aspetto nessun figlio! – e poi aggiunse – dalla ginecologa si va anche per non avere figli quando si fa sesso! - Colta nuovamente dalla sorpresa le chiesi:
- Tu … fai sesso? …
- Più di metà delle ragazze della mia classe fanno sesso …
- E anche tu fai sesso?
- Ancora no … ma voglio farlo presto …
- Con chi?
- Ancora non lo so … molte mie compagne lo fanno con uomini adulti …
- E tu vuoi farlo con un uomo adulto?
- Non lo so … ci devo pensare … - e si allontanò.
Quindi ero certa che prima o poi la mamma avrebbe fatto anche a me lo stesso discorso.
Il giorno seguente siamo andati dalla ginecologa. La mamma mi presenta alla dottoressa e ritorna in sala d’attesa.
La dottoressa inizia ponendomi delle domande e riempie la scheda in base alle mie risposte. Poi comincia il suo discorso dicendo che alla mia età tutti i ragazzi, ma le ragazze in particolare, perché sono più precoci, si interessano al sesso.
Mi chiede se io avevo già affrontato questo argomento con le mie compagne ed io rispondo di sì.
Mi chiede se io sono interessata a leggere qualche libro ed io rispondo ancora di sì. Precisa che ha una libreria con dei libri e li presta alle ragazze che si dichiarano interessate. Aggiunge che può prestarmeli, ma soltanto uno alla volta. Appena ho finito di leggerlo posso tornare a prenderne un altro. Rispondo che va benissimo così.
A questo punto mi dice di andare dietro un paravento che c’è nello studio, spogliarmi togliendo anche le scarpe e tornare da lei che mi avrebbe visitato.
Lo faccio, mi visita velocemente, si sofferma un po’ di più ad osservare il mio seno ancora perfettamente piatto e mi dice che passerà ancora un po’ di tempo prima di avere le mestruazioni.
- A proposito – mi chiede – sai cosa sono? - Io rispondo di sì. Mi manda a rivestirmi e fa rientrare la mamma dalla sala d’attesa.
Le riferisce che è tutto in ordine, e che passerà ancora un po’ di tempo prima che si presentino le mestruazioni, comunque mi vuole vedere regolarmente ogni due mesi, ma posso venire anche prima appena ho finito di leggere il libro che va a prendermi dalla libreria.
Il libro ha una foderina di plastica a colori che nasconde il titolo. Mi fa vedere che all’interno c’è il suo timbro ed il suo numero di telefono e mi dice che le posso telefonare tutte le volte che voglio.
Con la mamma salutiamo ed andiamo via.