Ricercatori dell’università di Exeter, in Inghilterra, hanno condotto un’indagine su oltre 46 mila persone in tutto il mondo per esaminare le conseguenze della pandemia.
Per esempio, anche la chiusura delle scuole può indurre molti adolescenti a trascorrere troppe ore davanti al computer, sia per giocare sia per dialogare con gli altri. Tale scelta può causare la tendenza all’isolamento, talvolta patologica.
I giovani spesso usano il web per rimpiazzare le relazioni sociali anziché per estenderle, e questo amplifica il senso di solitudine anziché lenirlo.
Un’altra ricerca sociologica finlandese, pubblicata lo scorso febbraio, ha evidenziato che gli adolescenti con tendenza all’isolamento hanno maggior rischio della “
dipendenza da Internet”.
Nel 1995, lo psichiatra americano
Ivan Goldberg coniò l’espressione “Internet Addiction Disorder” (I.A.D.), prendendo come modello di riferimento il gioco d’azzardo patologico. La dipendenza da Internet viene descritta come “un abuso di questa tecnologia”, con delle conseguenze negative importanti sulla propria vita.
Goldberg ha descritto i sintomi caratteristici dell’Internet Addiction Disorder:
alterazione della percezione del tempo;
bisogno di trascorrere in rete sempre più tempo, con conseguenze negative sia sul ciclo sonno-veglia, sia nelle relazioni familiari e/o coniugali, ma anche problemi lavorativi;
riduzione dell’interesse per ogni altra attività, con conseguente rarefazione delle relazioni interpersonali nella realtà;
se l’abuso nell’uso del computer viene ridotto o interrotto, l‘individuo diventa irascibile, ha sintomi ansiosi e depressivi.
Altri sintomi fisici: tunnel carpale, dolori diffusi al collo e alla schiena, problemi alla vista, come conseguenza del protrarsi troppe ore nell’uso del computer e di inattività fisica.
Dal punto di vista cognitivo – comportamentale, nelle persone che sviluppano una dipendenza da Internet, sono osservabili pensieri disfunzionali su sé stessi e sugli altri, inadeguatezza, insicurezza, bassa autostima e problemi relazionali.