Io sono solo all'inizio, quindi azzardo. Che senso ha scrivere un libro su gesù? Forse semplicemente giocare con un personaggio raccontato da tanti vangeli ma del quale non si sa niente. Allora facciamo il vangelo mancante e proviamo a pensare a quest'uomo e a quale dilemmi e travagli ha vissuto. Spunti per cacciar fuori un libro meraviglioso ce ne sono eccome, sapendolo fare. Saramago a parer mio non aveva alcun intento di proselitismo, una persona così colta sa che nessuno abbandona la fede per un libro, non credi? Un libro deve per forza servire a qualcosa, esser propaganda? Forse la ricerca è per la bellezza e l'espressione. Mi sembra che il fatto che il libro affronti un personaggio che a a che fare con dio e la religione ti faccia tirare giù la saracinesca e addio perché sei ateo. Che senso ha? Sì, vabbé ti sei studiato i testi sacri, li definisci un'accozzaglia di una cosa e di un'altra ma il libro di Saramago è altro, è l'opera di uno scrittore, non di un religioso. Non è un documento una confutazione o uina negazione è un romanzo. Chiudere le porte a prescindere è integralista. Pure io sono atea, ma questo non mi preclude alcune cose solo perché hanno a che fare con la religione o le credenze altrui. A che serve un libro su gesù ti chiedi. E lo definisci "al di là della bellezza dell'opera in sè è in definitiva inutile". Son qui che penso che a che serve un libro su Eugenie Grandet? A che mi serve leggere l'idiota? Uno che se ne fa di leggersi tutto quel pappiè della recherche? Mi serve a qualcosa leggere Stephen King Patricia Cornwell o Camilleri? Nessun libro serve a un cazzo, al di là della bellezza dell'opera in sé. Se un libro serve a qualcosa molto probabilmente è un manuale di istruzioni, mi verrebbe da dire. Poi un argomento può interessare o meno, ma la tua motivazione mi crolla se penso: il maestro e Margherita allora va schifato perché ci sono i diavoli e le streghe e i sabba e un ateo ai diavoli non ci crede? I libri si rivolgono necessariamente a qualcuno?
Basta, sono sfatta, dormo
Le tue riflessioni sono sempre affascinanti perché partono da un punto di vista diverso, mai contrapposto, ed obbligano a dipanare meglio i pensieri.
Avevo premesso che parlavo del "vangelo" ripensando a Caino, che in definitiva non ho capito.
Hai ragione, non si giudica un libro per la sua utilità, ho usato la parola sbagliata, diciamo che io giudico un libro, come anche un film, per quello che mi lascia, per il retrogusto, diciamo, quindi non parlo di una utilità oggettiva ma di quanto è servito
a me, quanto ha cambiato il
mio modo di vedere il mondo o una sua parte, quanto mi ha fatto conoscere o immaginare.
Parliamo di Caino dunque, che col Vangelo ha dei punti in comune, a quanto leggo.
Caino è un romanzo, ma è un romanzo che si innesta in un contesto, quello semita veterotestamentario, che tutti più o meno conosciamo. Analizzarlo come storia "
in se", quindi, a me non riesce. E siccome si muove nel solco di quello che è il testo fondamentale di una delle tre grandi religioni monoteistiche, non riesco neppure a leggerlo se non in rapporto alla religione stessa, a quello che la storia di Caino di Saramago dice
rispetto a quella del vecchio testamento oppure a quella di Borges.
Il rapporto di Caino con Dio, nel romanzo, è un rapporto di antagonismo, di lotta, di ribellione.
Ma per me parlare di dio è come parlare di vampiri, mi interessa se è un modo per parlare di altro, anzi se è un modo interessante e originale di parlare di altro, sennò tralascio. Stephen King è capace di parlare di sentimenti profondi e complessi in una apparente Ghost Story come "Mucchio d'Ossa", per apprezzarlo non ho bisogno di credere ai fantasmi, così come non devo credere ai vampiri per apprezzare il Matheson di "Io sono leggenda". Ma Caino, a me, non è piaciuto. Perché appunto non parla di altro, ma solo del rapporto del protagonista con dio. O almeno, io altro non sono stato capace di vederci. Anche io leggo Camilleri, King, la Cornwell (parlandone da viva), Bulgakov, ma ad esempio quando la Cornwell ha cominciato a parlare di lupi mannari, per me la storia è finita lì perché non mi sembrava aggiungessero nulla alla storia, e ci sono libri migliori con premesse meno idiote di un criminale ipertricotico. Ovviamente del Vangelo non posso dire nulla, non avendolo letto, se non che parla di un personaggio, probabilmente solo letterario, che è impossibile slegare da una idea e da un messaggio coi quali, proprio perché li conosco assai bene, non voglio avere nulla a che fare. Il punto di vista dell'uomo gesù, ammesso e non concesso che sia mai esistito, non mi interessa, non mi affascina, se sia un limite non saprei, ma mi sembra ci siano più cose in cielo e in terra che in tutti i vangeli, per citare il grande bardo. Magari Saramago sarà davvero riuscito a trarre da questo spunto un romanzo meraviglioso, ma io non credo lo saprò mai, troppi libri là fuori e troppo corta la vita per leggerli tutti, io per quanto mi riguarda di cristi e madonne ne ho avuti a sufficienza.
Bunanotte