Autore Topic: Olimpo letterario  (Letto 1084 volte)

Doxa

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Olimpo letterario
« il: Febbraio 26, 2021, 22:58:36 »

Divinità dell’Olympus, il monte dove vivevano gli dei.

Voi poeti introversi del Forum Zam, siete gli Olimpi di questo topic: è il vostro Pantheon, riservato agli aedi quali siete.
 
Lo so avete poco da dire. E' il destino dei postumi che di fronte ad arti mature possono dilettarsi di antiquariato e riproduzione filologica, al massimo di imitazione, ma con poche possibilità di sviluppo creativo. Ma che v’importa, considerate il vostro elaborato come un selfie.  :) ;D

Che cosa impedisce l'ulteriore espansione artistica ?  Forse il  "già detto" e difficilmente dicibile ancor meglio. Ma pure il moltiplicarsi di mezzi, modalità e forme di comunicazione lontane dallo spirito del linguaggio che nei secoli ha alimentato poesia e letteratura.


« Ultima modifica: Febbraio 27, 2021, 20:28:10 da Doxa »

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Re:Olimpo letterario
« Risposta #1 il: Febbraio 27, 2021, 10:41:41 »
L’opera d’arte è anche merce.

Il rapporto tra arte denaro è un binomio storico di antica tradizione.

La storica dell’arte Floriana Mauro nella rivista “Input” ha pubblicato un suo articolo titolato “L’economia costruisce l’arte e ne detta le regole ?”

La Mauro evidenzia che ad Atene il politico e militare Pericle ( 495 a. C. – 429 a. C.) poté favorire  lo sviluppo delle arti e della letteratura con il denaro della comunità e con i proventi dei “bottini di guerra”. Questa fu la principale ragione per la quale Atene detiene la reputazione di centro culturale dell'Antica Grecia.
Per dare lavoro a migliaia di artigiani e cittadini, Pericle promosse un ambizioso progetto edilizio che portò alla costruzione di molte opere sull'Acropoli (incluso il Partenone) ed abbellì la città. Collaborarono anche noti artisti, come lo scultore Fidia.

Nel Medioevo, a Siena, il pittore Duccio di Boninsegna (1255 circa – 1318 circa) per il duomo realizzò  il capolavoro  “Madonna in maestà”, pala d’altare dipinta tra il 1308 e il 1311 per sostituire un’icona della Vergine cara ai senesi, perché legata alla vittoria della “Battaglia di Montaperti” nel 1260.


Ricostruzione virtuale del lato anteriore della Maestà.



Ricostruzione virtuale del lato posteriore della Maestà.



La Madonna in trono col Bambino


Questa “Maestà”, costata un’ingente somma, fu realizzata su commissione dell’Opera del duomo. Nel giugno 1311 essa venne trasportata dalla bottega del pittore alla cattedrale al suono delle campane, accompagnata da una processione solenne a cui, oltre al vescovo e a una "magnia e divota compagnia di preti e frati", parteciparono "i Signori Nove e tutti gli uffiziali del Comuno e tutti i popolari" (Cronica anonima).

Il rapporto tra arte e denaro non si limita alla sola interazione tra artista e committente. In epoca rinascimentale le collezioni di tipo antiquariale vennero formate con la compravendita di varie opere di diversa provenienza realizzate nell’antichità, come le sculture rinvenute durante scavi nel terreno.

Con la nascita del collezionismo di antichità venne introdotta sul mercato nuova merce (il pezzo archeologico) ma si affermò come tendenza di moda.

Lo storico Poggio Bracciolini (1380 – 1459) era un amatore d’arte. È ricordato per aver rimesso in circolazione, sottraendoli a secoli di oblio, diversi capolavori della  letteratura latina. 
Nel 1429 mentre era a Roma acquistò una scultura di epoca romana e scrisse al suo corrispondente: “… anche qui ho qualcosa da spedire a casa. Donatello l’ha visto e ne ha detto un gran bene”.

Non soltanto i soldi di una comunità ma anche quelli di un singolo mecenate sono stati più volte il supporto economico per la nascita di un capolavoro. Tra gli innumerevoli esempi, le cosiddette “Stanze di Raffaello”,  in Vaticano, dipinte  dal Sanzio e aiuti dal 1508.
Il pontefice Giulio II  soddisfatto dei primi saggi del pittore, gli affidò poi la decorazione dell'intera impresa, senza esitare a distruggere tutto il lavoro dei suoi predecessori.

Raffaello morì nel 1520.I suoi aiutanti completarono la decorazione nel 1524 secondo i suoi disegni.

L’opera d’arte è legata al denaro che precede o segue l’attività artistica.

Per secoli gli artisti hanno realizzato i loro manufatti su richiesta di chi desiderava possederli e di chi avrebbe pagato per averli.

Soltanto da tempi relativamente recenti  numerosi artisti (benestanti) realizzano le loro opere senza la richiesta da parte di un committente finanziatore  e al di fuori del suo controllo in corso d’opera. Comunque  da parte dell’artista c’è la previsione o la speranza di un acquirente.

L’affermazione del mercato dell’arte ha indotto all’allestimento di mostre d’arte, dove le opere vengono esposte, osservate, criticate ed anche acquistate.

L’arte in vetrina, iniziata  nel XIX secolo, offre spazio alla produzione di molti artisti e alle quotazioni di mercato, inscindibile legame tra arte e denaro. Ma l’opera d’arte è tale perché vendibile ? Oppure perché risultato dell’incontro tra ideazione e fare artistico, tra pensiero e azione ? Sono due facce della stessa medaglia.
« Ultima modifica: Febbraio 27, 2021, 10:43:43 da Doxa »

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Re:Olimpo letterario
« Risposta #2 il: Febbraio 27, 2021, 11:39:08 »
Nel passato la cultura e l’arte  furono due temi di ricerca delle discipline umanistiche e filosofiche e, dall’inizio del XX secolo, anche della sociologia.

Dal XIX secolo l’arte viene studiata anche dall’economia dell’arte e della cultura  come  ramo dell’economia politica.
Arte ed economia: due mondi solo apparentemente distanti. La  scienza economica non mira ad entrare nel merito dei giudizi culturali ed estetici di un’opera, ma la considera un “prodotto”, una merce che segue regole proprie, a volte simili a quelle dei beni di consumo. 

In “Economia politica dell’arte” (1857) il critico sociale e pittore inglese John Ruskin tratta la questione del rapporto tra il valore (storico, culturale, spirituale) e il prezzo di un’opera d’arte, il ruolo dello Stato, la logica delle aste, la retribuzione degli artisti, la domanda e l’offerta delle opere.

Secondo Ruskin le opere dei grandi artisti del passato devono essere tutelate dallo Stato e custodite nei musei, mentre l’arte contemporanea dovrebbe  sottostare alle logiche di mercato e, possibilmente, essere venduta al prezzo più elevato d’asta per sostenere i giovani artisti ed evitare che il loro genio vada sprecato.

La domanda del prodotto artistico cresce all’aumentare del suo prezzo. Come bene di lusso, un’opera d’arte viene frequentemente acquistata da privati a fini ostentativi, per mostrare le proprie capacità di spesa.

Il noto economista britannico John Maynard Keynes (1883 – 1946) fu un avido collezionista di opere d’arte, ma anche mecenate. Fu il principale supporto finanziario del cosiddetto “Circolo di Bloomsbury”, un gruppo di intellettuali comprendente gli scrittori Lytton Strachey, Virginia e Leonard Wolf, i pittori Vanessa Bell e Duncan Grant, il critico d’arte Roger Fry.

Per merito di Keynes, l’arte entrò nel programma di ricostruzione americano post “Grande depressione” o “Crollo di Wall Street” del 1929. Fu una grave crisi economica e finanziaria che sconvolse l’economia mondiale.   

Su suggerimento di Keynes il presidente americano Franklin D. Roosvelt indisse il PWAP (Public Works of Art Project, 1933-34), un progetto politico-culturale  per dare lavoro agli artisti rimasti disoccupati. Le opere scelte dalla commissione rappresentavano fabbriche, porti navali, ponti, metropolitane, operai al lavoro, con lo scopo di comunicare al pubblico il coraggio necessario per intraprendere il cammino verso la ripresa economica.

Anche Il boom economico  fu fonte di ispirazione per gli artisti.

Con i  barattoli di minestra Campbell riprodotti in serie, tutti uguali, l’artista pop Andy Warhol (1928-1987) rappresentò le caratteristiche della società di massa: meccanizzazione, massificazione e standardizzazione di un prodotto uniforme, omogeneo e di basso costo.



Elogiò la "Coca Cola" come bibita egualitaria di massa: “Se c’è una cosa grandiosa dell’America è che qui è iniziata la tradizione in base alla quale i più ricchi consumatori comprano essenzialmente le stesse cose dei più poveri. Tu guardi la TV e vedi la Coca-Cola, e sai che il Presidente beve la Coca-Cola, Liz Taylor beve la Coca-Cola e puoi pensare che anche tu bevi Coca-Cola” (La filosofia di Andy Wahrol, 1975).

Ne “L’economia senza gioia” (1976), l’economista ungherese naturalizzato statunitense Tibor  Scitovsky distingue tra “beni di comfort” (elettrodomestici, automobili, prodotti alimentari preconfezionati) e beni creativi  per  stimolare l’immaginazione e la creatività individuali (letteratura, musica, arti figurative, teatro, concerti), e denuncia il consumatore americano per il suo consumo eccessivo di beni di comfort.

Doxa

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Re:Olimpo letterario
« Risposta #3 il: Febbraio 27, 2021, 16:36:51 »
Ci sono persone disposte a pagare anche milioni di dollari, per aggiudicarsi all’asta  dipinti considerati opere d’arte“. Perché questi raggiungono prezzi elevati ? Limitare la risposta all’ambito economico non è sufficiente per capire il fenomeno sociale dell’arte: parola polisemica,  può significare cose diverse a seconda del tempo e del luogo.

L’arte evoca la creatività, l’intuizione, la casualità, curiosità, versatilità, ecc.

“Ars” è  il termine latino dal quale deriva “arte”: nell’antichità aveva un significato diverso da quello che gli attribuiamo oggi.

Il filosofo greco Aristotele tra il 334 e il 330 a. C. scrisse la “Poetica”, nella quale distingue l’arte dall’etica e dalla morale e introduce due concetti: la mimesi e la catarsi.

Nel Medioevo  vennero distinte le arti “liberali” dalle arti “meccaniche”. Il criterio di divisione fu semplice: la necessità  o meno  della forza fisica per realizzare l’oggetto.

Dal punto di vista sociale le arti meccaniche erano meno valutate nel confronto con le arti liberali, che comprendevano la grammatica, la retorica e la dialettica, le quali componevano il trivio, per poi passare ad aritmetica, geometria, musica e astronomia, il cosiddetto quadrivio.
 
Nel XII secolo Rodolfo Ardens, chierico in Piccardia e autore di molte prediche elencò 7 tipologie di ars: victuaria, lanificaria, architectura, suffragatoria, medicinaria, negotiatoria, militaria.

L’ars victuaria  concerne la produzione e distribuzione di cibo;
la lanificaria si occupa dell’abbigliamento;
l’architectura per costruire case;
la suffragatoria si occupa dei mezzi di trasporto;
la medicinaria si dedica alla tutela della salute;
la negotiatoria dell commercio;
la militaria  del comando militare.
Nell’elenco mancano la pittura, la scultura e la poesia, considerata una modalità di espressione di derivazione divina, non legata ad una regola, invece  la scultura e la pittura erano comprese tra le arti poco utili.

Fino al Rinascimento questa suddivisione rimase  quasi invariata poi decisero di separare l’artigianato dalle “belle arti” aggiungendo  la poesia.

Il filosofo francese Charles Batteux nel 1746 pubblicò il trattato “Le belle arti ridotte a un unico principio”, con il quale tentò di unificare le numerose teorie sui concetti di bellezza e gusto estetico. Batteux indicò cinque tipi di arte: pittura, scultura, poesia, musica e danza, alle quali associò due arti connesse : l’eloquenza e l’architettura.

Dalla seconda metà del XX secolo critici e storici dell'arte hanno ampliato la  generica espressione "arte figurativa" in quella più specifica di "arte visiva", riferita alla molteplicità di attività creative che non comprendono soltanto le tradizionali discipline come la pittura e la scultura.

Altre arti, quali il teatro e la musica  costituiscono invece categorie a sé stanti di tipo figurativo.

Anche il cinema può incorporare differenti forme artistiche e performative.

Nell’ambito delle arti visive sono comprese la fotografia, la body-art, l’assemblage, la video art, ecc..