Il sostantivo “indifferenza” deriva dal latino “indifferentia”, parola composta da “in” (privativo, = non) + la particella “dis” (che indica separazione) + il verbo “ferre” (= portare): letteralmente: “senza differenza”, “non far differenza”…, fra persone, cose o idee.
“Libertas indifferentiae”: l’indifferenza è collegata alla libertà dell’individuo di scegliere chi e cosa rifiutare.
La parola greca equivalente a indifferenza è
“adiaphoria”.Il termine “adiaphora” (= “cose indifferenti”) era un concetto usato dalla filosofia stoica (influenzata dalla corrente filosofica denominata “cinismo) per indicare cose che sono al di fuori dalla legge morale, cioè azioni che non sono né moralmente prescritte né moralmente proibite.
Alcune pratiche ascetiche dei cinici vennero adottate da monaci mendicanti nel periodo paleo-cristiano.
Nella teologia cristiana l’adiaphora si riferisce a questioni considerate non essenziali per la fede che possono essere o non essere praticate a seconda delle usanze e delle opportunità locali.
L’indifferenza può anche non dipendere dalla percezione negativa dell’altro, per esempio lo stato d’animo di chi rifiuta il senso di appartenenza sociale.