Autore Topic: Tempus fugit  (Letto 675 volte)

Doxa

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Tempus fugit
« il: Gennaio 03, 2021, 17:42:15 »

Otto van Veen, “Allegoria del tempo”, 1607, musée de l’hospice Comtesse, Lille (Francia)

La  frase “tempus fugit” (= "il tempo fugge") è spesso presente in cima agli orologi a pendolo,  negli orologi solari con lo gnomone o nelle meridiane  presenti sui muri di alcuni edifici.

Tradizionalmente il quadrante è accompagnato da un motto. Spesso è costituito da un gioco di parole, a volte è un'ammonizione che ricorda all'uomo il suo ineluttabile destino.

La locuzione latina “tempus fugit” deriva da un verso scritto nelle  “Georgiche”, “Sed fugit interea fugit irreparabile tempus” (= “Ma fugge intanto, fugge irreparabilmente il tempo”) (Virgilio, Georgiche, III, 284)


 
Il “tempus fugit” è anche una filosofia di vita paragonabile al  “Carpe diem”.

L’antico poeta Orazio (65 a. C. – 8  a. C.) nell’undicesima ode del primo libro delle Odi (Carmina) dice alla ragazza: "Non cercare di sapere, o Leuconoe (saperlo non è lecito) quale fine gli dei abbiamo assegnato a me, quale a te .... sii saggia ! ... restringi in un ambito breve le lunghe speranze. Mentre noi parliamo, sarà già sparita l’ora, invidiosa del nostro godere. Cogli la giornata d’oggi e confida in meno possibile in quella di domani”. 

E’ inverno e sibila forte il vento. Raccolti nel tepore di una stanza, il poeta e Leuconoe (la fanciulla "dagl’ingenui pensieri" ) si godono il loro momento di intimità.  Leuconoe,  per passare il tempo, si dedica a calcoli astrologici per sapere se essi vivranno a lungo. Il consiglio dato dal poeta invece è quello di bere e godersi il presente, che è un attimo che non rivivranno mai più; da qui nasce l’espressione che ha reso celebre l’ode: “carpe diem”.

L'attimo presente ? Ma cos'è il tempo ? Non è un attributo dell’universo.
Comprenderlo significa capire il prima, l’adesso e il dopo.

E' un espediente credere che esista il tempo. E' una modalità per separare gli eventi.

Noi viviamo l'eterno istante. Diciamo che il tempo scorre, ma è la nostra  mente che lo immagina scorrere.

L'unico tempo che riusciamo realmente a percepire è il presente.

Il passato  è affidato alla memoria ed il futuro lo affidiamo all'immaginazione. Sono rappresentazioni in connessione col presente.

C’è il tempo scandito dall’orologio e dal calendario e c’è il tempo psichico, che è soggettivo e variabile, lo crea la mente per distinguere il passato il presente e il futuro.

C’è anche il “tempo cristiano”: la rivelazione giudaico-cristiana proclama che il tempo ha un inizio ed una fine.

Alla fine dell’anno 2013  papa Francesco propose questa riflessione: “La visione biblica e cristiana del tempo e della storia non è ciclica ma lineare, è un cammino che va verso un compimento. Un anno che è passato non ci porta a una realtà che finisce ma che si compie, è un ulteriore passo verso la meta che sta davanti a noi, una meta di speranza, felicità, perché incontreremo Dio, ragione di speranza e fonte di letizia”.

Il tempo cristiano  non è storico ma escatologico, è rivolto verso un fine ultimo. Il passato e il presente hanno un senso che può essere scoperto solo in relazione all’incarnazione  del Figlio di Dio e al Giudizio finale.

Doxa

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Re:Tempus fugit
« Risposta #1 il: Gennaio 07, 2021, 11:48:44 »
Secondo alcuni studiosi il nostro apparato psicologico e neurale è un pessimo valutatore del tempo oggettivo.

Lo psicologo  sociale statunitense Philip Zimbardo, (figlio di genitori italiani originari della Sicilia) ha effettuato delle ricerche in merito con la collaborazione dello psicologo John Boyd ed altri. I risultati li ha pubblicati nel suo libro titolato: “ Il paradosso del tempo”. Egli ha individuato sei orientamenti psicologici: 

orientamento psicologico positivo verso il proprio passato:
  gli individui con questo orientamento psicologico  ricordano il proprio passato con piacere e nostalgia;  amano la continuità nella propria famiglia ed i connessi  rituali, hanno  autostima  e sono socievoli. Non gradiscono i cambiamenti e le novità. Sono i cosiddetti “laudatores temporis acti” (lodatori del tempo passato; Orazio "Ars poetica"),  frequenti tra le persone anziane. Orazio critica tale orientamento, perché denota l’ incapacità di accettare le innovazioni del presente e di adeguarsi al progresso.

Orientamento psicologico negativo verso il proprio passato: è causato da esperienze traumatiche, dolorose, da ingiustizie e delusioni. Le persone comprese in questo tipo di orientamento psicologico tendono alla depressione, all’ansia e all’aggressività.  Chi rimane prigioniero del proprio passato rinuncia ad immaginare il proprio futuro in modo creativo, progettuale.

Orientamento psicologico edonistico verso il presente:  come nei bambini, che trovano nel gioco il divertimento e la gratificazione. Gli adulti compresi in tale orientamento psicologico tendono all’amicizia, sono creativi ma possono avere scarso autocontrollo. I tossicodipendenti, o i borderline, sono orientati al presente-edonistico, agiscono in base a un istinto di piacere, vivono il presente e pensano poco alle conseguenze delle proprie azioni.

Orientamento psicologico fatalistico verso  il presente:  l’individuo si affida al fato e pensa che tutto sia determinato dal caso. Tende ad essere ansioso ed aggressivo.

Orientamento verso il futuro con  progetti ed obiettivi: è tipico di chi pensa che ogni mattina si debba pianificare la giornata e che rispettare le scadenze sia più importante del divertimento. Chi appartiene a questa categoria di solito è coerente  e perseverante, ed ha autocontrollo.  L’eccesso di programmazione può causare l’ansia, la competitività e l’asocialità.

Orientamento verso il futuro trascendentale: come nei credenti una religione, in chi crede alla vita oltre la morte. In questo gruppo ci sono molte persone anziane.

sole_ines

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Re:Tempus fugit
« Risposta #2 il: Gennaio 07, 2021, 16:38:47 »
Doxa, a questo punto la domanda è d'obbligo: di che tipo di orientamento psicologico sei?

Doxa

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Re:Tempus fugit
« Risposta #3 il: Gennaio 07, 2021, 17:58:21 »
Buonasera cara Ines.
Orientamento ? Sono un "disorientato", un eclettico  :Ppp:, appartenente alla scuola cognitivo-comportamentale,  ;D

Ora ti offro in lettura un altro post, spero ti piaccia.


Guido Cagnacci, “Allegoria della vita umana”, olio su tela,  1650 circa,  Fondazione Cavallini-Sgarbi, Ro Ferrarese (prov. di Ferrara).

Il pittore in questo dipinto vuol rappresentare la bellezza femminile  come allegoria della vita umana.

Il corpo seminudo della giovane con lo sguardo in estasi evoca l’erotismo, ma sono presenti anche  altri simbolismi.
 
1. Sospeso in aria, sopra il capo della donna c’è  l’immagine dell’uroboro, il serpente che si morde la coda e forma un cerchio che simboleggia la vita eterna, l’eterno ritorno.

2. La ragazza con la mano sinistra sollevata in alto sorregge la clessidra, che  simboleggia il tempo che corre e la transitorietà della vita. 

3. Nella mano destra, tra il pollice e l’indice  regge  due gambi, quello di una rosa e quello di un soffione.  Li tiene con le dita congiunte in modo da alludere all’unione sessuale, al desiderio, sul quale il tempo è implacabile.

La rosa è simbolo dell'amore che trionfa; è legata alla mitologia di Venere e Adone.
 
Il bocciolo ben chiuso evoca la castità femminile mentre la rosa  sbocciata rappresenta bellezza giovanile.

Nel linguaggio dei fiori il “soffione” (taraxacum officinale) simboleggia la speranza e la fiducia, ma è anche collegato al viaggio e al distacco come metafora della vita.
 
4. Il tempo renderà la testa di  questa giovane un teschio, simbolicamente collegato alla fugacità della vita e alla morte.

L’autore del dipinto, Guido Cagnacci, esponente del Barocco italiano, nei suoi quadri collegò spesso  l’immagine del teschio con quella di una bella donna, come per invitare l’osservatore a riflettere sulla caducità della bellezza e a farsi coinvolgere dall’eros.
« Ultima modifica: Gennaio 08, 2021, 15:43:10 da Doxa »