Stamattina ho deciso di mettere per iscritto la parola che più di ogni altra mi risuona nel cervello in questi giorni, non è un caso, è palese: gratitudine.
Comincerò come farebbe Doxa
ehehhe citando anche la mia fonte.
Secondo il vocabolario Treccani la parola gratitudine viene dal tardo latino
gratitudo-dinis, derivato da
gratus, grato, riconoscente. E' un sentimento e una disposizione d'animo che comporta affetto verso chi ci ha fatto del bene, ricordo del beneficio ricevuto e desiderio di poterlo ricambiare.
La questione del provare affetto verso chi ci ha fatto del bene non è ovvia, né banale, sembra quasi naturale ma non credo lo sia, al pari dell'amore verso se stessi. La gratitudine così come l'amore e la cura verso se stessi vanno insegnati, ci si potrebbe fare una materia alle elementari, o ancora meglio alla scuola materna, va cominciata da piccoli.
Siamo quel che siamo perché qualcuno ha investito su di noi: sacrifici, soldi, tempo, impegno, sentimenti. Qualcuno ci ha dato la possibilità di diventare quello che volevamo essere, di spiegare le nostre belle ali bianche e compagnia bella. Ma siamo quel che siamo anche perché abbiamo qualcuno che ci sta accanto nei nostri momenti difficili, amici, fratelli, genitori, compagni, che raccoglie i nostri pezzi quando ci lasciamo, cambiamo percorso di vita, ci ammaliamo.
Una cosa che ho scoperto nel tempo è che è una pratica in disuso.
Sono stata educata a dire grazie, ad essere grata. Se mia madre mi prepara un dolce o apparecchia la tavola lo fa perché è gentile, lo fa per avere cura di me, non è un suo dovere. Ancora adesso quando io e i miei fratelli siamo dai miei ci dividiamo i ruoli: c'è chi apparecchia, si cucina sempre un po' e un po', chi lava non deve essere né uomo né donna, non c'è distinzione di sesso o di ruolo. Credo sia una delle cose più belle e rare che vengano insegnate, non è così comune.
Il "grazie" insieme allo "scusa" sembra stiano stabilmente dentro il sacco delle parole e dei sentimenti obsoleti, insieme alla gentilezza. In qualche modo, non so come e non so perché, spesso le persone non riconoscono la gentilezza né la cura che qualcun altro ha verso di loro (o ancora peggio le vedono come una debolezza), tutto sembra sia dovuto, funziona come la gravità, come la seconda legge della dinamica. E' così: una legge divina o scientifica.