Autore Topic: Vigilia  (Letto 228 volte)

presenzadiritorno

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Vigilia
« il: Dicembre 24, 2020, 07:37:40 »
Un po' speciale direi, un'opportunità della vita e aggiungerei una sorpresa se si coglie il senso intravedendo l'essenza: la vicinanza al vero sfrondata da tutti quegli orpelli che negli anni abbiamo accumulato, trascinando un senso che aveva perso il senso. Che ognuno di noi possa ritrovarlo, possa comprendere quanto si è perso stando dietro al niente. Buona Vigilia a tutti!

Doxa

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Re:Vigilia
« Risposta #1 il: Dicembre 24, 2020, 11:47:22 »
Presenza ha scritto
Citazione
un senso che aveva perso il senso….

e provoca la depressione….

La sensazione che ciò che facciamo non abbia più significato è un segnale d’allarme da non ignorare. Subentra l’estraneità a ciò che stiamo vivendo.

La perdita di senso è uno degli “strumenti” che il cervello utilizza quando vuole impedirci di vivere qualcosa che ci fa male o che non ci interessa ma a cui ci stiamo sottoponendo con ostinazione: troppo lavoro o lavoro che non piace, amori finiti o non affini, assenza di creatività e monotonia sono le principali "micce" di questo sintomo.

Dal vuoto esistenziale nasce la depressione.

Anche lo scrittore torinese Guido Gozzano (1883 – 1916), poeta crepuscolare, fu un'anima sofferente nello spirito e nel corpo. Era infatti malato di tisi, cosa che lo portava ad aspirare a vivere in modo diverso da quello che gli era toccato in sorte. Questo conflitto interiore caratterizzò non solo la sua esistenza ma anche la sua cultura e la sua produzione poetica.
Nei suoi scritti emerge un forte bisogno di amore e felicità a fronte della malattia e delle delusioni d'amore.

Vi faccio leggere una sua filastrocca dedicata alla natività di Jesus.

“La notte santa"

- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell'osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

Il campanile scocca
lentamente le sei.

- Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po' di posto per me e per Giuseppe?
- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe.

Il campanile scocca
lentamente le sette.

- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
- Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.

Il campanile scocca
lentamente le otto.

- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
- S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno
d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.

Il campanile scocca
lentamente le nove.

- Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...

Il campanile scocca
lentamente le dieci.

- Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell'alta e bassa gente.

Il campanile scocca
le undici lentamente.

La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?
- Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!
Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...
Maria già trascolora, divinamente affranta...

Il campanile scocca
la Mezzanotte Santa.

È nato!

Alleluja! Alleluja!

È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d'un astro divino.

Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!

Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill'anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.

Per quattro mill'anni s'attese
quest'ora su tutte le ore.

È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!

Risplende d'un astro divino
La notte che già fu sì buia.

È nato il Sovrano Bambino.

È nato!

Alleluja! Alleluja!
« Ultima modifica: Dicembre 24, 2020, 21:57:16 da Doxa »