La presunta nascita di Gesù a Betlemme viene affermata dagli evangelisti Luca (2, 4–7) e Matteo (2, 1) in base ad un oracolo di Michea, autore del “
Libro di Michea”, che svolse la sua attività di profeta tra il 737 a. C. e il 690 a. C.. La Chiesa cattolica lo celebra come santo il 21 dicembre.
Nel capitolo 4 del suo libro il profeta prospetta la gloria futura di Gerusalemme: "Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore" (4,2).
Nel Vecchio Testamento la parola “
Sion” viene usata per indicare un luogo fisico, successivamente assume un significato più spirituale.
Il primo riferimento è in 2 Samuele 5, 7: “Ma Davide prese la fortezza di Sion, che è la città di Davide”.
Sion originariamente era il nome dell’antica fortezza nella città di Gerusalemme.
Dopo che Davide ebbe conquistato “la fortezza di Sion” questa fu chiamata “la Città di Davide” (1 Re 8,1; 1 Cronache 11,5; 2 Cronache 5,2).
Quando Salomone costruì il Tempio a Gerusalemme, la fortezza di Sion venne ampliata per includere il Tempio e l’area circostante.
Il nome Sion venne in seguito usato come sinonimo di Gerusalemme (Isaia 40,9; Geremia 31,12; Zaccaria 9,13).
In ambito teologico il termine Sion è usato nel Vecchio Testamento per indicare Israele-popolo di Dio (Isaia 60, 14).
Nel Nuovo Testamento a Sion viene attribuito il significato cristiano del regno spirituale di Dio, la Gerusalemme celeste (vedi Lettera gli Ebrei 12, 22; Apocalisse 14, 1).
L’apostolo Pietro si riferisce a Cristo come alla pietra angolare di Sion. “Ecco, io pongo in Sion una pietra angolare, eletta, preziosa; e chiunque crede in lui non sarà confuso” (1 Pietro 2,6).
Tornando a Michea, nel capitolo 5 c’è il brano che si riferisce alla città di Betlemme e al re Davide, considerato il sovrano ideale, ubbidiente al Signore e impegnato per l’unità del popolo, che al tempo di Michea era diviso in due regni: Regno di Giudea e Regno di Israele.
Questo profeta con il suo oracolo invoca la venuta del nuovo Davide, il Messia.
A questo punto la lettura ebraica del testo si ferma, senza indicare la persona del nuovo Davide. Invece la lettura cristiana di quell’oracolo considera Gesù il Messia annunciato da Michea.
Vangelo di Matteo (2,1): “Nato Gesù a Betlemme di Giuda”; Vangelo di Luca (2, 4–7), questo evangelista descrive i particolari della nascita di Gesù a Betlemme, evidenziando le origini di Giuseppe come appartenente alla stirpe di Davide.
Secondo la profezia di Michea il Messia avrebbe dovuto essere discendente di Davide e nascere nel villaggio dove nacque questo re.
Michea 5,1-2:
1 E tu, Betlemme di Efrata
così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda,
da te mi uscirà colui
che deve essere il dominatore in Israele;
le cui origini risalgono ai tempi antichi,
dai giorni più remoti.
2 Perciò Dio li metterà in potere altrui
fino a quando colei che deve partorire partorirà; …
Dalla discendenza davidica Dio avrebbe poi fatto nascere a Betlemme “un dominatore” che avrebbe regnato per sempre: Gesù Cristo.
Betlemme, collocato a 765 metri s.l.m., all’epoca un villaggio montano ora una moderna città a circa 10 km da Gerusalemme.
parziale veduta di Betlemme
Alcuni studiosi sono dell'opinione che la scelta dei due evangelisti di “far nascere" Jesus a Betlemme non fu storica ma determinata da motivi teologici.
Forse Gesù nacque a Nazaret, ma l’epiteto “Nazareno” dato a Gesù si riferisce alla tribù di appartenenza, come narra Epifanio, vescovo di Salamina, vissuto nel IV secolo.
I Vangeli usano per il Cristo l’epiteto “nazarenos”, in lingua greca.