Tutti noi abbiamo degli argomenti cari, le chiamerei quasi parole chiave, attorno a cui ruotano alcune nostre riflessioni sulla vita e sui noi stessi, dei luoghi ecco, in cui in qualche modo ci riconosciamo e a cui leghiamo probabilmente il nostro, ohibò, senso della vita. Una della mie parole chiave è EMPATIA.
Quando ero più giovane non ero assolutamente quella che può essere definita una persona empatica e, ad essere onesta, non m'importava neanche molto "sentire" gli altri, da donna le cose sono molto cambiate e soprattutto sono cambiate in relazione ad alcuni giri di boa...ed ecco che ho cominciato a riconoscere nel mio modo di sentire la vita questo concetto assurdo e magico di empatia. Inizialmente ne vedevo la parte positiva, con il tempo, invece, ne sto notando il lato oscuro e decisamente più complesso. D'altronde deve esserci la fregatura da qualche parte..e nel mio caso la fregatura è che sono una spugna, sento ogni vibrazione dell'aria, ogni sofferenza nascosta, ogni disagio nascosto, ogni gelo dell'aria così come ogni piccola felicità, ogni entusiasmo, ogni venticello fresco. Ed è da qui la mia necessità a volte di mettere da parte persone, situazioni, luoghi, per sopravvivenza, per respirare.