Autore Topic: UNA CASETTA IN MONTAGNA - 4  (Letto 1375 volte)

victor

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UNA CASETTA IN MONTAGNA - 4
« il: Dicembre 06, 2020, 17:04:49 »

EROTICO – UNA CASETTA IN MONTAGNA – 4

Ritornammo in città.

Alberto poi partì così come era previsto. Ci lasciammo sì con baci e abbracci, ma in maniera molto razionale. Sapevamo entrambi che per altri due anni non potevamo assolutamente vederci e che forse non ci saremmo rivisti mai più.

Certo mi mancava, e più di quanto avessi potuto immaginare, ma cercavo di fare prevalere la mia razionalità: “Io sono nata per restare single, nel più ampio significato della parola, e per tutta la vita!” era questo che ripetevo a me stessa!

Il sabato successivo mi rimisi in macchina e tornai al bosco. Sola, mi misi a percorrere il sentiero della settimana precedente. Rividi il posto in cui mi ero fermata con Alberto e mi aveva raccontato quella storia, ma non mi fece la stessa impressione della volta precedente, notai, quasi con compiacimento, di essere tornata fredda e razionale. Pensai che era stato Alberto a rendermi emotiva, quindi era un bene che fosse andato via.

Più avanti incontrai nuovamente il vecchietto e più o meno allo stesso posto. Mi chiesi se aveva un osservatorio segreto da cui spiava l’arrivo delle persone e di volta in volta decideva se saltare fuori o meno.

“E il suo amico?” mi chiese.
“Il mio amico è partito” risposi.
“Quando torna?”
“Non torna più!” mi guardò stupito. “Stava scritto negli astri” aggiunsi. Mi guardò ancora più stupito.

Proseguii lentamente lungo il viottolo, e lui mi venne dietro.
“E perché è tornata?” ad un certo punto mi chiese.
“Anche questo sta scritto negli astri” risposi.
Proseguimmo ancora in silenzio, finché giungemmo alla casetta.
“E cos’altro sta scritto negli astri?” chiese lui interrompendo ancora una volta quell’interminabile silenzio.
“Tutto!” dissi. Ed entrai nella casetta.

Era tutto immutato tranne uno strato di foglie fresche che era stato aggiunto di recente sul giaciglio lungo la parete.
Cominciai a spogliarmi.
Lui dapprima mi osservò perplesso, poi posò il bastone contro la parete e cominciò a spogliarsi anche lui.

Poi, quando io mi sdraiai sulle foglie, lui venne accanto a me e cominciò a baciare tutto il mio corpo, mi baciava con delicatezza, quasi come una mamma bacia il proprio piccolo, ma quei baci, lo sentivo sulla pelle, non erano affatto casti, erano di una sensualità dolcissima, baciò tutto il mio corpo, il seno, la pancia, al pube si fermò. Mi girò a pancia in giù e prese a baciarmi i glutei, la schiena, le spalle. Poi scese di nuovo verso il basso e cominciò a baciarmi le cosce. Mi girò di nuovo a pancia in su e messosi in mezzo alle mie gambe cominciò a baciare ed a leccare il mio sesso.

Io stavo con gli occhi chiusi e con la mente azzerata. Non pensavo. Non volevo pensare ad Alberto e poi era chiaro, quelle labbra che baciavano e strisciavano sulla mia pelle non erano quelle di Alberto. Alberto mi baciava con violenza, con passione, con forza. Invece queste mi baciavano con una delicatezza indicibile. Ma non per questo mi eccitavano meno di quelle di Alberto. Anzi … E io, restando sempre con gli occhi chiusi, con piacere offrivo il mio corpo e il mio sesso a quei baci.

E, quando la sua lingua cercò di penetrare il mio sesso, inarcai e sollevai la schiena affinché potesse penetrare il più profondo possibile, finché, quando meno me lo aspettavo, afferrò con le mani le mie cosce ed affondò con forza il suo volto nel mio grembo, mettendosi a succhiare con voracità. A quel punto io venni … venni svuotando tutto il miele raccolto durante tutta la settimana dalle mie ghiandole nella sua bocca … e lui lo succhiò e lo leccò tutto … fino all’ultima goccia …

Poi rimase immobile a lungo con il volto poggiato sul mio grembo. A quel punto capii che lui non era in condizione di penetrarmi.

Dopo un po’ ci riscuotemmo, ci rialzammo e ci vestimmo. Quando stavo per andare via mi disse “Devo dirle una cosa …” lo guardai in silenzio “non immaginavo neanche lontanamente che avrei più fatto l’amore con una donna giovane e bella come lei! … Lei mi ha reso felice! … Ora posso morire felice!” e con il dorso della mano si asciugò una lacrima.

E dai! … pensai io, un altro che si commuove e che mi fa commuovere.
“Addio! … bella signora …” disse e quell’addio significava che sapeva che io sarei andata via e non sarei più tornata …

Fine.

Il duro impegno per l'acquisizione delle competenze, la passione e le doti personali creano eccellenza ... e distinguono il professionista dal lavoratore ... Victor