Michele ebbe l’approvazione di Magda già dal primo sopralluogo. Volle solo una piantina dell’immobile per organizzare la disposizione di macchine, attrezzature varie e scaffali. Il contratto di acquisto fu il successivo passo a breve, con l’aiuto economico dei genitori di Lei. I lavori di ristrutturazione, appena avute le autorizzazioni, con l’inizio della primavera, nei week end come nella disponibilità di ognuno/a della compagnia. Il tutto suonava a sfida, il gruppo l’aveva accettata. Non senza imprevisti subito risolti, a fine settembre era fatta, servizi igienici, camerino, antifurto e nuove vetrine compresi. Piazzati i scaffali nelle sedi previste da Magda, nello spazio di una giornata, anche tutte le macchine da cucire, ricamatrice compresa, tavolo di lavoro, abiti semilavorati o finiti, stoffe e balletti, furono trasferiti da casa sua al nuovo laboratorio. Andava ora deciso solo nome e inaugurazione ufficiale. Dopo varie proposte, si scelse di mettere l’insegna ”Magda la sarta”. Semplice, fu realizzata a tempo record da un amico che si occupava di cartellonistica e insegne luminose. Una ragazza della compagnia che lavorava in tipografia, ci fece fare a prezzo scontato, su idea grafica di Magda, oltre mille volantini pubblicitari da distribuire in paese e limitrofo. L’inaugurazione non fu il successo previsto di gente, ma ben presto, il passa parola sui lavori fatti e visti di Magda, fu molto più efficace. A Natale, Magda era satura di ordinazioni, modifiche, aggiustamenti e aggiornamenti della più disparata varietà di abiti. Merito anche di quanto in vetrina sui manichini? Quel completo lungo in nero con spacco oppure il corto in verde petrolio e sempre con nero che già conosciamo?