Castalia è anche il nome di un’immaginaria regione nella quale è ambientato il romanzo dello scrittore e poeta di origine tedesca naturalizzato svizzero Hermann Hesse (1877 – 1962), Nobel per la letteratura nel 1946.
Il romanzo filosofico fantastico di Hesse cui mi riferisco è titolato “
Il gioco delle perle di vetro”, pubblicato nel 1943.
Nella trama ha un ruolo importante l’immaginario gioco con perle (palline) di vetro, per rappresentare combinazioni astratte, ma non vengono spiegate le regole del complicato ludus, basato su una sintesi dello scibile umano. I giocatori devono stabilire relazioni fra soggetti apparentemente lontani fra loro, per esempio, un concerto di Bach e una formula matematica.
In questo romanzo il fantastico fa da sfondo alla visione utopistica di una comunità spirituale, che unisce ascetismo e attività quotidiana nella immaginaria regione di Castalia, protetta da mura che la isolano dal mondo esterno.
Personaggio principale del romanzo è
Josef Knecht. Da bambino per le sue doti intellettuali viene notato dal maestro di musica, che lo aiuterà e gli consentirà di venire ammesso in Castalia oltre ad avere accesso fin da giovane alle scuole che formano "l'élite" dei giocatori di perle.
La natura dell'animo di Knecht colpisce i suoi insegnanti e i suoi amici, generando fiducia. In pochi anni al giovane studente gli vengono riconosciuti dei meriti e affidati incarichi diplomatici importanti per la piccola comunità. Inoltre, viene nominato “Magister Ludi”, la più importante onorificenza raggiungibile a Castalia, e con essa si accompagnano notevoli impegni e doveri che vengono svolti da Josef in maniera esemplare.
Con il trascorrere del tempo Josef si convince che l’isolamento sociale non va bene, desidera tornare a vivere fuori da Castalia, desidera la libertà dopo i tanti anni dedicati a svolgere il ruolo di Magister. Vuole insegnare la musica a giovani studenti. Rinuncia alla prestigiosa carica, rompendo una tradizione secolare e creando non poco scompiglio nella comunità, dove proprio grazie alle premonizioni di Knecht si inizia a intravedere un periodo di decadenza, che porterà all'inevitabile fine di questo pezzetto di mondo, che troppo si era astratto e arroccato su posizioni che nulla potevano contro i cambiamenti epocali.
Josef abbandona la comunità e si dedica all'insegnamento come precettore dell’adolescente di nome Tito, figlio problematico di un suo vecchio amico.
Ma la vita quotidiana fuori dalla protettiva regione di Castalia lo coglie impreparato. Dopo aver assaporato la bellezza e l'euforia della ritrovata libertà, Knecht perde la vita inseguendo il ragazzo in una sfida di nuoto nel freddo lago di Belpunt.