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Le parti più esposte della chioma sono le prime a colorarsi. Infatti molti alberi spesso presentano lo strato più esterno colorato di rosso, mentre le zone sotto-chioma rimangono ancora a lungo verdi o appena ingiallite. E’ l’effetto della temperatura, ma non solo. Anche l’illuminazione solare entra nel gioco dei colori.
I pigmenti verdi delle foglie col passare dei giorni e con l’abbassamento delle temperature si degradano e cedono il posto ad altri colori. Prevalgono le diverse tonalità del giallo tra diverse variazioni cromatiche.
Colori gialli vivaci presentano l’olmo dorato, l’olmo campestre, il pioppo tremulo, l’acero, il larice.
Il pioppo tremulo si tinge di rosso scuro, questo colore rimane per alcuni giorni e poi cadono le foglie.
Attorno ai pascoli nelle zone montane è il larice a spiccare tra le conifere sempreverdi, come l’abete rosso o il pino cembro. L’aspetto fogliare del larice è dapprima dorato lucente, poi più scuro, fino ad arancio chiaro.
Le nevicate d’inizio autunno arricchiscono il pregio cromatico anche nelle faggete miste con l’abete bianco ed altre conifere. La mescolanza di colori produce l’effetto mosaico.
Hanno colori propri anche gli arbusti e le erbe del sottobosco, come il rosso scuro delle foglie di rovo.