Autore Topic: Catullus  (Letto 713 volte)

Doxa

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Catullus
« il: Ottobre 11, 2020, 21:17:42 »
Il poeta di epoca romana Gaio Valerio Catullo (84 a. C. – 54 a. C) è noto per le sue passioni  amorose. 

A Roma ebbe una relazione travagliata con Clodia, sorella del tribuno Clodio.

In alcuni carmi il giovane poeta nato a Verona, denomina la donna con lo pseudonimo letterario “Lesbia”, in onore della poetessa greca Saffo, nata a Lesbia nel 630 a. C. circa e morta a Leucade nel 570 a. C. circa.

Clodia (= Lesbia) aveva una decina di anni in più di Catullo  ed era considerata bella, colta, intelligente ma spregiudicata e avida. 

La relazione sentimentale tra Catullo e Lesbia alternava litigi e riappacificazioni.

Dopo una serie di tradimenti da parte della donna il poeta le dedicò l’ultimo carme, l’undicesimo, scritto nel 55 o 54 a. C.. 

Nelle ultime strofe,  si rivolge  a  due “amici”, Furio ed Aurelio, chiedendo loro di dire a Lesbia di "non voltarsi a guardare come un tempo il mio amore, / per colpa sua è caduto come un fiore ai margini del prato /  che l’aratro ha reciso passando  oltre indifferente”.

L’ode si chiude con l’immagine del fiore reciso, che simboleggia l’amore tradito ed umiliato di Catullo per Lesbia, devastato dalla brutalità della donna.

La similitudine del fiore reciso era già stata usata secoli prima dalla poetessa Saffo (frammento 105 b Voigt).

Quest’ode catulliana è anche una parabola. Molti vi si riconoscono per una loro storia d’amore intrisa di lacrime e di sofferenza. Altri, invece, confessano di aver infranto con indifferenza e senza rispetto l’amore per il/la partner  che si era legato a loro.

Certo è che i sentimenti sono come fiori, così lievi che talora possono essere calpestati, forse senza  pentimento.

Doxa

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Re:Catullus
« Risposta #1 il: Ottobre 11, 2020, 21:28:05 »
Ci si lascia con un sms, una telefonata, per lettera, ecc.. Per dirsi addio ci sono diverse modalità, è il risultato quello che conta.

Chi fugge non vuol essere trattenuto, chi è stufo non vuol essere tirato per la manica. Il/la partner se ne va. Fine.

Bisogna farsene una ragione, perché la vita continua. E’ necessario sopravvivere, in attesa di tempi migliori.
 
Non è sempre facile dirsi addio, specie per una storia d'amore che si vorrebbe non finisse mai.
La rottura di un rapporto amoroso fatto di complicità, sesso, allegria, ti fa porre delle domande, ti vengono dubbi, hai la sensazione di aver sempre saputo che non sarebbe durato, perché non credevi nella durata della relazione.

L’amore può finire, e quando finisce non si può dire che non era vero amore.

Se nella coppia uno dei due evolve,  ci si ritrova ad essere una coppia diversa da quella costituita inizialmente.



Doxa

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Re:Catullus
« Risposta #2 il: Ottobre 12, 2020, 15:22:10 »
Le settimane successive alla fine del rapporto di coppia sono le più dure, come per chi vuole smettere di fumare.

Non si devono frequentare i luoghi o le persone che vi hanno visti insieme; non chiedere mai sue notizie agli amici comuni, evitare di rileggere i suoi messaggi e di guardare le sue fotografie. Mettere i doppi vetri fra noi e il passato e godere dell’improvvisa libertà. Liberate la casa dalla sua presenza, dai suoi oggetti. 

I regali ? Dipende. Bisogna chiedersi se venga più da piangere nell’indossarli o nel restituirli. Nel secondo caso, meglio chiudere tutto in uno scatolone sigillato e aprirlo soltanto quando saranno finite le sofferenze amorose.
Quanto agli oggetti meno preziosi, possono servire   come regali di Natale o donati in beneficenza.

Vietato telefonargli o telefonarle. Così come chi vuol smettere di fumare ha voglia di accendersi una sigaretta, noi desideriamo telefonarle/gli. Mai ! Piuttosto compilare una lista delle cose sgradevoli che faceva o diceva. Ogni volta che viene voglia di chiamarlo/a guardare la sua foto e leggere la lista delle sue cose sgradevoli.

Usare il periodo di interregno fra un amore e l’altro per riconquistare la perduta forma fisica. Approfittatene per andare a piedi, cercate di autoamarvi.

Se non c’è niente di meglio in vista si può provare a rispolverare un precedente ammiratore, serve a ravvivare l’amor proprio, la propria autostima.

Durante il “letargo-rinascita” è indispensabile cercare nuovi interessi.

Se si comincia ad intravedere una nuova luce in fondo al tunnel bisogna stare attenti alle ricadute.

Incontrare la persona da amare ed esserne amato è  gratificante, ma trovare la cosiddetta anima gemella è un evento fortunato.

L'anima gemella è la persona capace di suscitare un'affinità immediata. Si è sulla stessa lunghezza d'onda, ci si comprende con uno sguardo, è la "mezza mela" che completa.

Doxa

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Re:Catullus
« Risposta #3 il: Ottobre 14, 2020, 17:19:10 »
Molte persone sono convinte di amare, perciò cominciano a convivere o si sposano (pochi) credendo di essere fatti l’uno per l’altra, però dopo due o  più anni la coppia implode o esplode. Eppure era vero amore.

Purtroppo nel tempo le esperienze possono cambiare comportamenti ed atteggiamenti. E può accadere di non credere più in una storia d'amore e rinunciarci perché uno dei partner od entrambi hanno esigenze diverse.

 “Colpa mia o colpa sua ?”  Si tende ad attribuire la colpa all’altro/a. Ma non serve a nulla chiedersi chi è il colpevole. 

Spesso le relazioni falliscono perché la scelta del/la partner è stata fatta in base a quello che conta di più nell’immediato e non a quello che conta di più nel lungo periodo, oppure in base a “norme contrattuali” considerate implicite ma non dichiarate.

Altre persone preferiscono  avere storie parallele perché “… “mi spiace lasciarla, le voglio bene ed è una brava e bella ragazza. Temo anche di restare solo dopo di lei o di non trovarne un’altra con determinate caratteristiche. Vorrei la donna “giusta” al mio fianco…”

Ma esiste la donna giusta ? Ognuno ha i propri difetti, che bisogna accettare, ma fino a che punto. Qual è il limite per dire basta ?  Cambio partner !

Le scelte “giuste” sono quelle che si prendono sulla spinta del coraggio e mai della paura. Perché non è la scelta in sé che conta, ma lo spirito con cui si affronta.

Rinnegare la “voce interiore” è il primo atto contro noi stessi che compiamo nella vita, coadiuvati spesso dai familiari, che con le loro paure alimentano le nostre. Cominciano a dire: “E se non ci riesci ?” “E se ti va male ?” Si evocano gli esempi di chi ha fallito come monito a non sfidare gli dei, mentre il successo di chi ce l’ha fatta viene accreditato alla fortuna o a privilegi di casta.

Anche in amore è così. Trovi sempre qualcuno  pronto a dirti che l’uomo “giusto” o la donna “giusta” non esiste e che tutte le storie si equivalgono.

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Re:Catullus
« Risposta #4 il: Ottobre 14, 2020, 23:30:06 »
È difficile, sempre, dover dire a chi si è amato:"è finita". E qualunque modo o parola si sceglie, l'altro/a la vive comunque come una ferita inferta al proprio cuore. E non l' accetta, e  soffre. Perché dico io? In fondo la fine è il principio di un meraviglioso nuovo inizio, se la si vedesse semplicemente così...

Doxa

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Re:Catullus
« Risposta #5 il: Ottobre 15, 2020, 17:56:54 »
Cara Presenza quoto il tuo post  ;)

Però... quando si comincia ad intravedere una nuova luce in fondo al tunnel bisogna stare attenti alle ricadute.  ;D

In un altro topic scrissi che le  storie d’amore possono finire, bene se entrambi i partner prendono atto della conclusione della relazione e la interrompono senza complicanze. Se invece è solo uno dei due che conclude il rapporto amoroso e l’altro/a è ancora innamorato/a, allora sono dolori… che non sempre il tempo riesce a lenire.

Tu dici  che
Citazione
È difficile, sempre, dover dire a chi si è amato:"è finita". E qualunque modo o parola si sceglie, l'altro/a la vive comunque come una ferita inferta al proprio cuore. E non l' accetta, e  soffre. Perché dico io? In fondo la fine è il principio di un meraviglioso nuovo inizio, se la si vedesse semplicemente così...

Si, certo, incontrare la persona da amare ed esserne amato è  gratificante, ma  è un evento fortunato incontrare la cosiddetta "anima gemella", capace di suscitare un'affinità immediata. Si è sulla stessa lunghezza d'onda, ci si comprende con uno sguardo, è la "mezza mela" che completa.

Il/la partner ideale comprende, ascolta, aiuta, solidarizza, rispetta, come nel caso dell'anziano professor Ed Phoerum che ama la giovane Amy Ryan…, ma chi sono ? Sono i nomi dei due interpreti  del film  del 2016 titolato “La corrispondenza”,  scritto e diretto dal regista Giuseppe Tornatore. Un film che mi piacque.

La loro relazione si concluse per volere del fato cinico e baro.  Il prof. Phoerum stava morendo per una grave malattia ed inviò una lettera di addio ad Amy che viveva in Inghilterra.

Mi domando e chiedo se in una coppia  quello dei due che viene abbandonato per cause di forza maggiore  soffra meno nel ricevere l'addio  da parte di un morente rispetto all'afflizione subìta dal/la partner che vuole concludere la laison. E' più accettabile perché non ferisce il proprio orgoglio  di "sedotta e abbandonata" ?

Se io fossi il morente Ed Phoerum,  e tu  Amy,  ti scriverei  per dirti...: Tempo fa mi hai  detto che non ce la fai ad andare avanti da sola. Invece puoi farcela. Sei forte e coraggiosa e supererai questo “lutto amoroso” Abbiamo avuto dei momenti bellissimi, ma io sono solo un capitolo della tua vita. Aggrappati pure ai nostri ricordi, ma non avere paura di creartene di nuovi. Non hai bisogno delle mie cose per ricordarti di me, non hai bisogno di conservarle come prova del fatto che sono esistito e che esisto ancora nella tua mente. Non hai bisogno di mettere i miei maglioni per sentire il mio abbraccio.

Ogni giorno mi vengono in mente tanti momenti passati insieme a te...molte volte avrei voglia di mandarti un messaggio, di  vederti,  parlarti, scriverti una lettera....oppure registrare in un  dvd  tutte le nostre foto , i nostri video  che  ho  nel mio cassetto...foto e video che tu non hai mai visto e chissà se un giorno avrai la possibilità di vederli….
Addio Amy
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« Ultima modifica: Ottobre 15, 2020, 22:05:44 da Doxa »

Doxa

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Re:Catullus
« Risposta #6 il: Ottobre 15, 2020, 18:50:03 »
Immaginaria lettera di Amy (= Presenza) al non morente prof. Ed Phoerum (= Doxa)

Caro Doxa ho deciso di scriverti perché mi sembra che tu non voglia ascoltarmi quando ti parlo di alcuni argomenti.

E’ ormai giunto il momento che tra noi le parole smettano di levitare.

Tu sei un fanciullone, un sognatore che si diverte a fare l’innamorato. Anch’io mi sono divertita a questo gioco fantastico. Per un periodo ho partecipato al gioco amoroso con il cuore e con la mente. Ma ormai sono stanca. Non si può continuare il gioco. E’ ora di tornare alla realtà, di abbandonare le illusioni. Mi dispiace. Non sono la “musa” che tu speravi d’incontrare, non sono la fatina buona sempre pronta ad accontentare i tuoi desideri: sono una donna  che non ha più voglia di sognare.

La vita con te sarebbe una danza, un arcobaleno, ma io ho bisogno di cose concrete ed anche tu sai che non possiamo rincorrere le chimere.

Non posso affidare totalmente la mia vita alle emozioni fugaci, non basta avvicinare i nostri corpi per comunicare, specie quando è un incontro di “voglie" ed ognuno di noi due è proiettato sul suo desiderio.

Tu gradisci l’amore soft mentre io ho bisogno di un rapporto stabile, di una famiglia. Tu invece no. Ed io sono stufa di fare la turista dell’amore, curiosa solo di sapere come andrà a finire.

Anche se insieme abbiamo trascorso delle belle giornate e le ricorderò con piacere, non penso di condividere ancora la mia vita con te. Il mio futuro sarà con un altro. Anzi, volevo dirtelo ma non ho mai trovato le parole giuste, da qualche tempo il mio futuro è già un altro.

Caro Doxa, non volermene e non soffrire. Anche tu troverai chi ti vorrà bene.

Per tutto ciò che è stato tra noi t’invio un forte abbraccio di addio.
:blank:

Ti piace ? Vi piace ?  :)
« Ultima modifica: Ottobre 15, 2020, 21:08:38 da Doxa »

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Re:Catullus
« Risposta #7 il: Ottobre 15, 2020, 20:26:00 »
Tanto per cominciare, caro Doxa, quel film l'ho visto anch'io e sì che mi ha preso il cuore, e tanto. Wow.
Riguardo la "nostra corrispondenza" che sapientemente hai messo insieme, beh... fantastica! Comunque sono d'accordo quando dici che essere lasciati da chi sta morendo forse non ferisce così tanto quanto l'esserlo da chi non ci ama più. Ecco è questo "non amare più" che ferisce mortalmente l'orgoglio, non si accetta e si percepisce come inganno. Riflettendo tuttavia si dovrebbe invece ringraziare chi non ama più e lascia perché grazie a questo gesto si trova il proprio meglio.