Virgilio e Francesca, una convivenza già partita a tre
Nei giorni a seguire, ogni attimo libero era dedicato a e tra loro. Nell'appartamento di Francesca o nella villetta di Virgilio, cenavano insieme per poi concedersi al divano, davanti la TV o in semplici discorsi per poi ognuno tornare alla rispettiva residenza. Anche il successivo week end fu trascorso insieme e finalizzato da entrambi a conoscersi meglio. Questo strano pendolarismo affettivo non durò o meglio resistette a lungo. Erano passati solo quindici giorni dal loro primo incontro, di quel venerdì sera. Avevano fatto di spesa settimanale e insieme stavolta, per poi andare a casa di Virgilio. Dopo aver cenato, mentre sparecchiavano la tavola, Francesca fece una domanda diretta, schietta: “Virgilio veramente mi vuoi? Hai posto per me nella tua vita, in questa casa? Virgilio per contro, prese dolcemente per mano la donna, la portò in camera da letto, le mostrò l’armadio per metà senza vestiti di Lui, come la cassettiera. Il comodino vuoto dalla parte opposta in cui dormiva solitamente. Poi in bagno, un lato della specchiera era sgombro. La condusse poi in sala, sulla parete attrezzata, scaffali adesso liberi, come in cucina. Questi ultimi Lei li aveva già notati prima, ma senza farsi una ragione o motivo. Infine, la condusse nel garage, aveva fatto pulizia, ora un’altra auto ci stava comodamente. Francesca lo strinse forte a sé, nuovamente sorpresa dalla concretezza di Lui, di quel sentimento forte, improvviso come imprevisto, fatto spesso silenzio quanto particolare nelle azioni di Virgilio verso di e per Lei. Non tornò al suo appartamento quella sera, restò. Dormì accanto all'uomo, il suo uomo. Da allora, ogni notte dormirono insieme, anche semplicemente abbracciati, Lui sul seno di Lei oppure Lei sul petto di Lui, fino al mattino, al contingente reale, quotidiano, di quella strana favola. Infatti, da subito, anche il lavoro risentì della cosa: basta fuori orari in ufficio per Francesca, l’umore più disponibile e sereno per Virgilio in reparto. Il trasloco effettivo di Francesca fu breve, aveva ben poche cose sue in quel bilocale arredato, dove da tempo viveva in affitto. I suoi vestiti, scarpe, biancheria, libri, tutte quelle cose da donna, presero altra sede nella villetta di Virgilio. Nel sistemarle, Francesca non ebbe difficoltà, l’ordine e l’organizzazione di Virgilio furono di aiuto. Trascorsero velocemente i giorni, erano oramai più di tre settimane che Francesca viveva fissa da Virgilio, come Lui era abituata all'essenzialità nelle cose, ma la creatività di Lei non mancò ad arrivare in quella casa. Bastarono poche idee e colori a ravvivarla, Virgilio non commentava, aggiungeva di suo, spesso anche divertendosi. In cucina poi, scomparvero surgelati vari, pizze a domicilio, quei panini fatti in o di fretta. Francesca cambiò il registro alimentare di Virgilio da subito: cibo preparato al momento, carne, pesce, verdura fresca come semplici dolci casalinghi, che incontrarono l’approvazione di Virgilio. Non mancarono anche qualche discussione o divergenza in quella convivenza oramai a tre, già … Francesca solo qualche giorno avanti, notò il ritardo del suo ciclo alla naturale e sempre rispettata scadenza. Decise quindi per sicurezza di acquistare un test di gravidanza in farmacia. Positivo, come poi fu il secondo. Il suo pensiero fu a quella mattina allora, perché dopo le precauzioni furono sempre prese. Non percepiva alcun classico sintomo strano addosso, tipo malesseri, nausee o altro. Decise quindi per una visita e consulenza dal suo ginecologo di fiducia, che dopo l’ecografia, confermò il suo stato interessante da almeno quattro settimane. Usci dallo studio allo stesso modo contenta come preoccupata. Come avrebbe reagito Virgilio a questo, conoscendolo nella sua particolare emotività come risposte? Avrebbe pensato male? L’avrebbe cacciata o costretta peggio, ad abortire?