L'avevo promesso in chat pubblica, mi è nata questa idea, strana, ironica come specchio della realtà.
Orto, la definizione: delizia o croce, bramato come odiato, necessario quanto inutile, reddito come spesa, a seconda dei punti di vista, di chi lo vuole avendo possibilità o meno e chi preferisce il banco del supermercato, traditore in casa...
Orto, la dimensione: si parte dai pochi centimetri quadrati di un semplice vaso sul balcone, si finisce in svariati metri quadri di terreno coltivato, molto spesso non solo verdure, si notano incroci e intersezioni con giardini, vigne e frutteti. Spesso ricavato a fianco di un muro, per quelle quatto cose estive, spesso studiato a e nelle quattro stagioni. Il più strano in assoluto e particolare, quello su una terrazza al dodicesimo piano di un condominio in Viale Europa a Sesto S.Giovanni (MI) e proprietà come curato, da un mio caro amico. Venticinque metri quadri di casse a contenerlo, comprensivo di fico nero, susino, lamponi e fragole di bosco trapiantate. Personalmente curo 120 metri quadrati, anche perché in casa siamo tutti buone "capre". Andranno a calare, relazione inversa all'età, al tempo, alla voglia...
Orto, gli scopi: qui il discorso diventa più intimo, quel silenzio come strana pace che la terra sempre offre, anche con la vanga in mano. I soliloqui qui sono normale amministrazione, al pari le maledizioni a erba, semi mai nati o piante che non hanno preso dopo il trapianto anche. Per non parlare di parassiti. Un saluto sempre alla famiglia di ricci residenti nel mio orto, ne guardo e aiuto ogni cucciolata, comprensiva di area dedicata. Con gli anni, molti animali, insetti sopra tutto e molto particolari, sono scomparsi. Mantidi religiose, farfalle macaoni e relative larve, cervi volanti, scarabei dorati non si vedono più. Ora pero affronto altra considerazione. Ogni volta che vedo altri orti, sempre visti, sopraffatti da infestanti, erba, incuria o abbandono, capisco di una persona in meno.