L’avevo promesso in chat, a debito come pensiero creativo, tra i pochi oramai che nascono in un deserto che sono diventato. Non sono qui a elencare fatti, situazioni, conseguenze con cui misurarmi o meglio farmi commiserare. Non voglio apparire affetto dalla sindrome di Calimero, come da altro forum liquidato con tale definizione. Ringrazio anche quelli che possono aver pensato: uno a cui piace Leopardi non può avere altro pensiero che il pessimismo cronico. Lasciatela ai tempi di scuola questa incongrua definizione e leggete di Vostro giudizio, non quello di Altri, pronto, comodo e ripetuto. Il mio resta un pessimismo progressista, non per forza le cose devono andare male. Questo mi fa avanzare sempre, spesso in minima riserva ma avanti, alla prossima stazione di servizio della vita. Ci sono momenti che non ne puoi più, che nemmeno vaccinarti psicologicamente contro le avversità costanti e continue ti basta. Esplodi, scatti, dai in escandescenze da estintore. L’altra sera vi ho coinvolti in chat, me ne scuso ancora. Non credo da tempo a caso o fortuna, come a certe casualità spesso incomprensibili e inconcepibili. Mi preparo solo al prossimo evento. L’unica cosa a cui presto attenzione, si, qualcuno la augura al prossimo, per vari motivi o ragioni, parente, conoscente o estraneo esso sia.