Hai una storia, spago.
Ha una storia intrisa di miseria, quel spago fino da calzolaio, trovato raccolto su una tavoletta sagomata, ad un certo punto legato a un sasso bucato, per finire in quello che in origine era un chiodo lungo e sottile, abilmente modificato per essere un rudimentale amo. Una breve storia che parla di fame, tanta e non tanto lontana, di una valle, all'avanzare del progresso e di mio nonno materno. All'inizio del secolo scorso, fu sbarrato a monte il torrente per raccogliere l’acqua e portarla attraverso un canale a una serie di centrali elettriche idroelettriche in cascata nella pianura. Una di queste, tra le prime in Italia è oramai dismessa, è locale museo di archeologia industriale. Di quel canale, della sua efficienza come pulizia, per tanti anni, è stato il lavoro umile di mio nonno materno fino all'arrivo di nuove tecnologie di allora. Si calava sulle griglie di filtro con un’imbragatura di cuoio cucita alla meglio da mia nonna, corda di canapa legata alla vita, a raccogliere tutto ciò che impediva un corretto scorrimento dell’acqua. Raccontava che si trovava di tutto bloccato nelle varie griglie poste lungo il percorso del canale. Quando era fortunato, un capriolo o una lepre annegati, fornivano carne alla famiglia. Ma torniamo ora a quel rocchetto di spago: cosa ci faceva mio nonno con esso? Semplice, con un ingegnoso stratagemma, ci pescava, non hobby o diletto di adesso ma per fame come per accontentare le richieste dei suoi superiori della SADE di allora (la nonna dell’ENEL per intenderci NdA). Praticamente legava a una piccola botticella vuota che fungeva da galleggiante a questo spago, calcolando che il sasso portasse a profondità giusta quell'amo improvvisato e riempito di lombrichi. Calava in acqua il tutto e alla seguente griglia da pulire, attendeva l’arrivo della botticella, raccogliendola assieme alla ignara trota che aveva abboccato e già stremata, visto che la botticella stessa le impediva di nuotare normalmente. Non erano piccole trote come adesso, si parlava sempre o quasi di chilogrammi, una sfamava la famiglia, altre andavano a far bella figura sulle tavole dei suoi responsabili in occasione di visite o eventi particolari. Furbo il nonno, no?