Un detto popolare afferma” qui gatta ci cova”: modo di dire per alludere a qualcosa non convincente. Infatti è la gallina che cova le uova e non la gatta.
Lo so essere maliziosi è un atto di superbia peccaminosa ma avvicina alla verità. A cosa alludo ? Al mio “canto” del “De profundis” (frase iniziale del Salmo 130, 129 nella versione dei LXX) che ho dedicato alla sezione enogastronomia di questo forum (“De profundis clamavi ad te, Domine: Domine, exaudi vocem meam ...).
Per smentire il mio incipit del salmo penitenziale giunge all’improvviso come angelo messaggero inviato dal Signore il nuovo nick “barkbomes9” che ci invita a dialogare sui libri di enologia, nel contempo per smentire la “diceria dell’untore” che di detta sezione se ne può fare e meno.
Comunque sia, benvenuto tra noi “bar”, abbrevio il tuo nick troppo lungo e complicato. Ma oltre che barman sei anche sommelier ?
Nel tuo post hai nominato due vini da meditazione: il Porto e il Madeira. Due nobili “nettari degli dei”, capaci di evocarmi il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche e il suo libro titolato “La nascita della tragedia”. In questo testo c’è l’antitesi apollineo/dionisiaco: lo spirito apollineo è ordine, razionalità e armonia delle forme, mentre lo spirito dionisiaco è ebbrezza, impeto dei sensi ed esaltazione entusiastica priva di forma: il primo domina l’arte plastica, il secondo pervade la musica e la danza.
Lo spirito dionisiaco è per Nietzsche lo spirito gaio e entusiasta dell'uomo che dice "sì" alla vita e all’irrazionale, al piacere dei sensi, ai metaforici cortei bacchici accompagnati da grida, canti, danze, il suono dei flauti di Pan e da gran quantità di vino, capace di offrire l’ebbrezza, l’estasi, due stati che offrono all’individuo l’illusione.
Il dio vaticinante le rappresentazioni illusorie, la parvenza che illude, è Apollo deità solare e della luce, considerato anche dio ellenico dell’arte, che si manifesta nella bellezza estetica e capace di ammansire Dioniso, fermandolo allo stato di meditazione dei vini.