Salvador Dalì: “Il Cristo di San Juan de la Cruz”, olio su tela, 1951. È conservato nel Kelvingrove Art Gallery and Museum di Glasgow (Scozia).
E’ un dipinto surrealista: rappresenta la crocifissione di Gesù. L’artista catalano fu ispirato da un disegno del mistico spagnolo Juan de la Cruz (1542-1591), dal quale deriva il nome a questo quadro.
Dalì si dichiarava “ateo per grazia di Dio”, eppure si dedicò varie volte all’arte sacra: per esempio raffigurò in acquerello episodi biblici e della Divina Commedia.
Il dipinto è diviso in due sezioni:
Nella parte superiore c’è la croce vista dall’alto, sospesa tra cielo e terra.
Gesù è sulla croce, ha il capo reclinato verso il basso. Non si vedono chiodi, ferite o sangue, il corpo sembra deprivato di ogni riferimento all'esperienza fisica e spirituale della Passione di Cristo.
Jesus e la croce formano un triangolo capovolto. La luce sul corpo arriva da destra.
L’ombra delle braccia sulla traversa della croce sembra dilatare l’apertura del Cristo verso l’esterno.
In quest’opera luce e tenebra s’intersecano, sembrano simboleggiare la metafisica di vita e morte, di effimero ed eterno.
Dall’estremità inferiore della croce scende una pallida luminescenza, che si espande in strati di luce quasi bronzea fino all’azzurro del cielo soprastante le linee delle colline sullo sfondo.
In basso, si vede un tratto di mare con tre figure umane e due barche. Il paesaggio somiglia a quello di Port Ligat, il paese dove il pittore viveva, un piccolo nucleo abitativo del comune di Cadaqués, in provincia di Girona, situato in una cala del Cap de Creus.