Clò era così stanca che si addormentò.
La mail partì velocissima e data l’importanza del documento fu recapitata direttamente al Supersupersuperesperto di criptografia, il quale capì che il messaggio era di vitale importanza per la nazione.
Tradusse lettera per lettera e inviò la missiva nientemeno che ai servizisegretissimi, che a loro volta la inviarono al capo dello stato.
Il signor primo ministro si trovò con il documento in mano e non sapeva davvero come interpretarlo.
A volere essere precisi c’era scritto: A carnevale si devono indossare le mascherine.
Ora era indubbio che ci fosse il carnevale, ma c’era anche lo strano essere che aveva iniziato a circolare sempre più velocemente, nessuno lo vedeva, alcuni si trovavano senza un soldo, altri, senza capelli, alcuni stesi a terra doloranti, la cosa appariva e scompariva, ma lasciava i più terrorizzati, molti erano andati negli ospedali.
IL signor Degringos capo dello stato era pieno di dubbi, e chiamò i suoi preziosi consiglieri, uno in particolare molto conosciuto per avere una grande esperienza nei circhi, lavorare nei circhi, lo sanno tutti non è cosa per ingenui, ma lui lavorava in un circo speciale, era più simile a una giostra fatta di colori assortiti, azzurro, verde, giallo, rosso sbiadito.
Per questa sua grande esperienza e una laurea in parologia era diventato il primo consigliere del signor Degringos. L’oscuro signore di quei luoghi luminosi.
Un tempo quei luoghi erano pieni di persone di gente allegra, di feste, ma da qualche giorno le persone camminavano guardinghe.
Intanto Clò dormiva, ignara di quello che stava per accadere.
Il consigliere lesse la mail e fu preso da una paura improvvisa, sbiancò e disse” dobbiamo chiudere le scuole!”.
Il signor Degringos lo guardò stupito, e quello continuò. “ Il carnevale è la causa della cosa, è molto chiaro!”. Esclamò convinto.
L’ordine partì immediatamente, le scuole furono chiuse.
Gli alunni iniziarono a festeggiare, saltare sui letti, una settimana di vacanza era davvero gradita.
Il consigliere aveva ancora il volto tirato e preoccupato, e iniziò a dare nuovi consigli.
Chiudere tutti i negozi, bloccare i viaggi, le feste, in modo particolare il carnevale (che lui odiava), inoltre tutti gli abitanti di Solaria dovevano stare in casa.
IL signor Degringos era piuttosto meravigliato da quanto gli consigliava il consigliere.
L’omino curvo e paffuto pareva sapere il fatto suo.
Guardò il signor ministro e disse” decreto, decreto”.
Quella parola risuonò tra le pareti del dicastero. Qualcuno stava origliando, naturalmente, costui appena udì la parola “decreto”, inviò l’informazione tramite suo comunicatore, un mezzo potentissimo con cui informò un milione di persone.
Clò si svegliò dalla strada proveniva delle urla, dall’edicola di fronte un uomo gridava” DECRETOOOOO”.
Presa dal panico si precipitò fuori e comprò il giornale.
La parola “decreto”, come lei ben sapeva come dipendente del ministero, ha sempre conseguenze molto serie. Ma di cui non si conosce assolutamente nulla.
La gente si riversò per le strade e svuotò tutti i supermercati.
Anche Clò che aveva fame entrò in quello vicino a casa, purtroppo, trovò poco; due confezioni di latte in polvere scaduto, un pacco di semi di girasole, un litro di acqua distillata, che una signora cercò di portarle via, dicendo che le serviva per stirare.
Mangiò tutti i semi di girasole e sconsolata tornò a casa.
I sui cugini erano scomparsi, avevano smantellato anche le pareti dei mini appartamenti, per cui lei ritrovò la sua camera quasi integra, c’erano da fare alcuni lavoretti ma avrebbe chiamato Luigi.
Dopo qualche ora rientrarono i genitori.