Persone di culture diverse attribuiscono lo stesso valore agli stessi colori ?
Esiste un colore puro che potrebbe definirsi “perfetto” ?
E’ col cervello che scegliamo. Nella corteccia cerebrale c’è un’area deputata al riconoscimento dei colori poiché, a livello evolutivo, essi forniscono utili informazioni per la sopravvivenza.
Se c’è una lesione in questa parte della corteccia cerebrale, si diventa incapaci di distinguere il colore, come nel caso dello sfortunato pittore affetto da acromatopsia (= cecità totale ai colori), narrato dal neurologo Oliver Wolf Sacks (1933 – 2015) nel suo libro titolato “L’isola dei senza colore”.
Sono molte le sfumature cromatiche presenti in natura. Se riusciamo ad attribuire un nome ai colori è perché esiste un fattore cerebrale, la costanza cromatica, che ci permette di identificarli.
L’influenza culturale sin dalla prima infanzia motiva ad attribuire a determinate tonalità maggiore importanza, perciò ogni individuo vede i colori in modo diverso. C’è anche la correlazione tra stato d’animo e percezione del colore.
I colori fanno parte degli elementi attraverso i quali l’individuo tramite la vista percepisce la cromaticità della realtà esterna.
La percezione cromatica avviene nella mente e a livello immaginativo ed estetico.