Autore Topic: La creatività  (Letto 1962 volte)

Platino

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La creatività
« il: Luglio 28, 2019, 19:34:42 »
La creatività è camminare su un campo minato, ogni tanto si salta e dunque, si scrive.... :happy:

piccolofi

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Re:La creatività
« Risposta #1 il: Agosto 05, 2019, 19:08:06 »
Come a dire che sono i casini e i guai e i dolori a sollecitare la creatività?
E' questa la molla che ci fa esprimere?  A volte me lo sono chiesta.
Certo la gente felice forse è meno creativa, quantomeno in campo letterario.

Platino

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Re:La creatività
« Risposta #2 il: Agosto 07, 2019, 21:57:32 »
Come a dire che sono i casini e i guai e i dolori a sollecitare la creatività?
E' questa la molla che ci fa esprimere?  A volte me lo sono chiesta.
Certo la gente felice forse è meno creativa, quantomeno in campo letterario.
Allora concordo anche per mia esperienza sul fatto che sono i problemi (di qualunque tipo, parametri, misura o entità NdA) a sollecitare la creatività, una risposta spesso accentuata dallo stato d'animo, dai fatti come dai protagonisti. La gente felice, almeno quella che si autodefinisce tale, sicuramente è meno creativa come attenta in campo letterario, anche questo dettato dal quotidiano...

Doxa

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Re:La creatività
« Risposta #3 il: Agosto 18, 2019, 17:08:20 »
Anche se questa sezione è riservata agli aforismi, trasgredisco per dare maggior gloria al forum Zam con l'approfondimento del concetto di creatività.

Cos’è la creatività ?

Dal punto di vista grammaticale la creatività è soltanto  un sostantivo che deriva dall’aggettivo “creativo”,  e questo dal verbo “creare”.
   
Il pensiero creativo può essere una caratteristica insita nella personalità di alcuni, ma può anche maturare in base al contesto o alla situazione.

La creatività ha le caratteristiche dell’originalità,del l’innovazione. Nel settore pubblicitario il creativo è l’individuo che elabora testi ed immagini per far conoscere un prodotto.

Nell’ambito dell’arte la creatività è l’ingrediente indispensabile. Ma il concetto di creatività dell’artista è relativamente recente. Infatti nell’antica cultura greca la virtù della creatività veniva riconosciuta ad un filosofo o ad un poeta ma non ad un pittore o ad uno scultore, considerati solo esecutori dell’opera,  seppur concepita dalla  loro mente.

I Greci avevano due termini per indicare la creatività: il fare (poiein) e il costruire (demiurghein). I poeti facevano (poiein) in modo spontaneo e senza regole. Gli architetti costruivano (demiurghein) in base a un progetto e a precise regole esecutive, mentre i pittori e gli scultori erano considerati solo abili artigiani.

Nella cultura di epoca romana il latino “ars” ed il greco “téchne” indicavano la capacità manuale. L’arte era considerata lavoro se riferita all’oggetto, e  l’attività artistica un’occupazione servile, perciò hanno tramandato il nome di pochissimi artisti.

Il poeta e filosofo romano Tito Lucrezio Caro (94 a. C. – 50 a. C. o 55 a. C.) sosteneva che la creatività fantastica non era un dono degli dei, né un raro talento magico, ma il prodotto della combinazione di cose già conosciute. Ad esempio la sirena è una combinazione di pesce e di donna; il centauro è una combinazione di cavallo e di uomo (“De rerum natura”). 

Nel Medioevo, salvo alcune eccezioni, non conosciamo i nomi di coloro che hanno miniato i codici giunti fino a noi, di chi ha costruito le cattedrali romaniche d’Europa, degli scultori che ne hanno decorato i portali, le guglie, i pinnacoli. Essi  erano parte di équipe, inseriti in una logica di lavoro collettivo che non distingue il lapicida, il carpentiere, il muratore dall’architetto o dallo scultore.

Dal XII secolo l'anonimia scompare progressivamente, soprattutto nel Duecento e nel Trecento, la situazione muta, non solo in Italia. Firme, iscrizioni, fonti ci hanno lasciato i nomi di autori di opere d’arte, come Lanfranco e Wiligelmo, architetto e scultore del Duomo di Modena, gli scultori Nicola e Giovanni Pisano o  Arnolfo di Cambio;  famosi  pittori come Cimabue, Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Giotto, Pietro e Ambrogio Lorenzetti.  Giovanni Pisano nel 1301 firmò il pergamo (pulpito) del duomo di Pistoia celebrando se stesso come “colui che non intraprese cose vane, figlio di Nicola ma felice per una migliore sapienza, che Pisa generò dotto più di ogni cosa mai veduta”.

Dati come questi farebbero pensare a una trasformazione radicale della concezione e della considerazione sociale dell’artista.  Fu invece solo di un primo, piccolo passo, che  non implicava il riconoscimento del valore creativo del lavoro di pittori e scultori.  Essi erano considerati semplici artigiani,  come tali dovevano essere iscritti alle corporazioni locali e seguirne le regole nello svolgimento della propria attività.

Nel ‘200 la parola “artista” era collegata al  professionista dedito alle “Arti liberali” che comprendevano le produzioni ottenute  tramite il lavoro intellettuale e senza il ricorso a tecniche manuali.
L’artista/artigiano  era considerato di rango inferiore rispetto a chi praticava le Arti Liberali (generalmente chierici e tutti coloro che accedevano agli studi universitari) i quali sfruttavano la comunicazione scritta, più elitaria, destinata ai pochi in grado di leggere e scrivere.

Solo nella seconda metà del Trecento la celebrazione di Giotto  da parte di di poeti e scrittori aprì la strada all’elevazione delle arti figurative al rango di arti liberali e il termine “artista”  cominciò ad essere utilizzato con l’odierna concezione del termine. Poeti, scrittori, pittori e musicisti venivano considerati artisti.

Anche se venivano resi noti alcuni nomi di artisti (tramite la firma sull’opera, spesso accompagnata da una breve frase in latino),  figure di spicco erano i committenti; quasi sempre  nobili, vescovi o ricchi mercanti. 

Nel Rinascimento la creatività dell’artista  cominciò ad avere elogi, consensi, seppure fra molte resistenze.

Bisogna arrivare all’Ottocento prima che la creatività sia riconosciuta  merito esclusivo dell’artista e del poeta.
Si formarono allora nuove espressioni, prima superflue, come l’aggettivo “creativo” e il sostantivo “creatività”, usati esclusivamente in riferimento agli artisti e alla loro opera.

Doxa

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Re:La creatività
« Risposta #4 il: Agosto 18, 2019, 18:06:05 »
Creatività. Il maltese Edward De Bono, premio Nobel per l’economia nel 2005, con i  suoi studi e le sue teorie sui meccanismi della mente è diventato la massima autorità nell’ambito del “pensiero creativo” per risolvere i problemi (problem solving). Per la soluzione ha coniato la frase “pensiero laterale”, il quale  considera un problema da diverse angolazioni anziché su una soluzione diretta al problema.

De Bono, ritiene che il "pensiero razionale", che lui definisce anche "verticale", abbia il difetto di non essere "creativo"; invece il pensiero che può portare alla creazione è il "pensiero laterale" (a quello cosiddetto razionale o verticale) che tiene conto dei diversi punti di vista da cui si può considerare un problema.
Detto in altre parole, se non riusciamo a risolvere un problema a volte è meglio provare a "spostare lo sguardo un po’ di lato", uscendo dagli schemi, invece di insistere nella stessa direzione, in tal modo si può arrivare a scoprire una strada alternativa che porta alla soluzione giusta.
Per “uscire dagli schemi” è però necessario riconoscere le “griglie” in cui inseriamo, per abitudine, gli elementi dei nostri ragionamenti, allentando il controllo rigido della logica e cercando maniere differenti di guardare le cose, introducendo dubbi e nuove ipotesi interpretative.
Il pensiero laterale (a quello centrale)  consiste nel sospendere il giudizio, imbrigliare i ragionamenti più immediati, quelli legati alla consuetudine e all’esperienza per cercare nuove soluzioni, specie quando il ragionamento non conduce alla soluzione del problema.

Una soluzione diretta prevede il ricorso alla logica sequenziale, risolvendo il problema partendo dalle considerazioni che sembrano più ovvie, il pensiero laterale se ne discosta e cerca punti di vista alternativi per la soluzione.
Il principio che sta alla base di questa modalità è simile al pensiero divergente: per ciascun problema è sempre possibile individuare diverse soluzioni, alcune delle quali emergono solo prescindendo da quello che inizialmente appare l'unico percorso possibile, cercando elementi, idee, intuizioni, spunti fuori dal dominio di conoscenza e dalla rigida catena logica.

Platino

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Re:La creatività
« Risposta #5 il: Agosto 20, 2019, 16:19:31 »
Dott. Stranamore sono di fretta ma mi riservo il diritto di leggere con calma quanto esprimi ed espliciti. Grazie

Platino

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Re:La creatività
« Risposta #6 il: Agosto 23, 2019, 08:44:20 »
Ho avuto tempo di leggere con calma i tuoi interventi. Mi sono stupito di tante definizioni, spiegazioni e sfaccettature che hai dato di una delle più belle umane sorgenti e attività. Si crea per poi realizzare appunto... Peccato che in molti abbiano già inquinato anche questa risorsa a fini biechi e commerciali, per supportare teorie ( vedi problem solving che conosco fin troppo bene...) o presunti miglioramenti.

Doxa

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Re:La creatività
« Risposta #7 il: Agosto 23, 2019, 22:35:42 »
Ciao Platino, che ne dici se ti annoio prolugando l'argomentazione sulla creatività. Abbi pazienza e sopportami.  :mah:

Come avviene il processo creativo? È una lampadina che si accende all’improvviso oppure è il risultato di una lenta elaborazione più o meno inconscia? Evidentemente devono esistere entrambe le tipologie.

Nel suo  libro “Originals. How non-conformists move the world”  Adam Grant sostiene che le soluzioni più creative vengono dai procrastinatori, quelli che rimuginano a lungo sulle idee. Questo non significa che fare le cose all’ultimo momento porti a risultati migliori.

Lasciar sedimentare le idee, magari facendo altro, mentre in qualche angolo del cervello cerchiamo una soluzione, forse non aumenta la produttività, ma indubbiamente produce risultati migliori.

Se  si vuole fare presto, non si esplorano nuove vie e si percorrono i sentieri più convenzionali. Se invece ci si concede più tempo, il pensiero è più elaborato e magari emergono collegamenti con altri campi o con esperienze precedenti, insomma la soluzione è più creativa.

La creatività è spontanea, non ha bisogno di essere forzata, salvo che non si tratti di lavoro.

Alcuni hanno definito la creatività come uno strumento per realizzare qualcosa di astratto.

Per capire come attuare un processo creativo è importante che ci sia ben chiara l'idea di cosa vogliamo fare.

Si può considerare la creatività come:

capacità di produrre idee nuove (aspetto intellettuale);

disposizione a farsi venire in mente qualcosa (aspetto motivazionale);

pensare in modo nuovo, diverso da quello condiviso dai più (aspetto emozionale).

L’attitudine alla creatività: un individuo ha maggiore sviluppo della creatività se da bambino riceve un'educazione tesa ad incoraggiare la sua autonomia.

Alcuni atti creativi vengono riconosciuti e apprezzati nel contesto sociale, altri rimangono  racchiusi nel privato ma non per questo sono meno importanti.

Lev Semionovic Vygotskj scrisse: "l'attività creatrice dell'immaginazione è in diretta dipendenza dalla ricchezza e varietà della precedente esperienza dell'individuo, questa fornisce il materiale di cui sono composte le costruzioni della fantasia, più ricca è l'esperienza, più abbondante sarà il materiale di cui sono composte le costruzioni della fantasia, più ricca è l'esperienza, più abbondante sarà il materiale di cui la sua immaginazione potrà disporre".

Diaframma

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Re:La creatività
« Risposta #8 il: Agosto 24, 2019, 11:54:03 »
Ti leggo sempre Dott.Stanamore... Invidio conoscenza, scrupolo, dettaglio. Anche in questi interventi. Non sentirti fuori posto, anzi, hai aperto un vaso di Pandora, se vogliamo vederla a tuo modo. Un saluto cordiale

Doxa

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Re:La creatività
« Risposta #9 il: Agosto 25, 2019, 00:48:23 »
Ciao diaframma. Hai scelto un nick intrigante. Se lo considero come muscolo toracico, lo penso coinvolto da problemi psicosomatici come l’ansia,  lo stress, il respiro influenzato dalle emozioni.  Ma in questo forum ogni alterazione torna presto alla normalità per l’effetto camomilla che ha sui partecipanti.

Questa era un’area per bellicose imprese  celebratissima, poi giunsi io e la trasformai in un asilo di pace domestica. Perciò  se hai degli "affanni" esprimili con dovizia. Nessun diaframma ci impedirà la reciproca comprensione.

Ed ora faccio omaggio anche a te di un altro noioso post riguardante la creatività, considerata dal punto di vista dello psicologo statunitense Joy Paul Guilford, autore di una “Teoria  sulla struttura dell’intelletto”.

L’attenzione dello studioso si concentrò  su due tipologie di elaborazione mentale, il pensiero convergente e divergente ed il pensiero creativo.

Il pensiero convergente funziona in modo tale da spingere le persone a cercare, davanti a un problema, una sola risposta, cioè quella giusta. Questa logica è alla base dei problemi matematici che ci vengono posti fin da bambini in cui non è possibile avere più di un risultato, per cui la valutazione è netta: giusto o sbagliato.

Invece Il pensiero divergente è caratterizzato dalla  motivazione ad individuare più soluzioni che siano accettabili per motivi diversi, senza restare intrappolati nei consueti schemi di pensiero utilizzati quotidianamente, preferendo una certa fluidità.

Il pensiero divergente è una modalità di ragionamento che spesso viene associata alla creatività, considerata un “plus”. 

Secondo Guilford, i principali aspetti che contraddistinguono il pensiero divergente sono:

la fluidità, intesa come capacità di riprodurre tante idee senza riferimento alla loro qualità o adeguatezza;

la flessibilità, che indica la capacità di passare da una successione o catena di idee all’altra;

l’originalità, che consiste nella capacità di trovare idee insolite;

l’elaborazione, intesa come capacità di percorrere sino in fondo la linea di pensiero intrapresa;

la valutazione, definita come capacità di selezionare, tra le varie idee prodotte, quelle più pertinenti agli scopi.

Pensiero creativo e emisferi cerebrali

Il nostro cervello è composto da due emisferi:

quello sinistro elabora il pensiero logico-razionale riproduttivo e convergente che utilizza una logica analitica, riflette  sulle singole parti e si approccia ai problemi applicando meccanicamente regole note;

l’emisfero destro, invece, elabora il  pensiero creativo anche detto produttivo o divergente: che si attiva spontaneamente ed opera per sintesi guardando ai problemi nella loro globalità e intuitivamente rileva nuove organizzazioni dei campi problematici producendo originali soluzioni.

Il pensiero creativo è connesso con le emozioni che proviamo  e la capacità immaginativa: permette di individuare nuove soluzioni ai problemi, nuovi percorsi progettuali o nuove idee.

Talvolta la creatività del pensiero sembra non dipendere dalla combinazione dei singoli elementi, ma da un cambiamento nella visione complessiva della situazione. Questo processo, che permette di individuare qualcosa di nuovo da una situazione di partenza è stato definito “pensiero produttivo”, contrapposto al “pensiero riproduttivo”, dove il soggetto tende a riprodurre meccanicamente procedimenti precedentemente appresi.
« Ultima modifica: Agosto 25, 2019, 10:16:29 da dottorstranamore »

Doxa

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Re:La creatività
« Risposta #10 il: Agosto 26, 2019, 22:01:15 »
Otium creativo

In questi ultimi giorni di agosto mi dedico all’ozio creativo. Per gli antichi romani l’otium non significava contemplazione, stare senza far nulla,  ma tempo libero dagli impegni nel quale era possibile aprirsi alla dimensione creativa.

“Ozio creativo” è un concetto elaborato dal sociologo Domenico De Masi studiando l’attuale società post industriale, nella quale  la maggior parte dei lavori ripetitivi e noiosi è stata delegata alle macchine; all’individuo   è rimasto il monopolio  della creatività, che predomina sulla manualità.

Ma anche le persone anziane con livello culturale medio-alto e pensione adeguata per permettersi giorni senza problemi economici imparano l'arte dell'ozio creativo  e riescono  a recuperare la component utilitaristica della creatività derivante dal piacere del gioco
 
Concedersi l’ozio creativo dedicandosi a ciò che piace, come  disegnare, dipingere, dedicarsi al giardinaggio, alle piante,  alla musica, alla scrittura,  per esempio scrivere in un diario personale,  oppure partecipare virtualmente ad un forum o ad altro social.

Scrivere di sé è importante per notare alcuni aspetti trascurati della propria personalità. Quando descriviamo  le nostre emozioni ed esperienze, creiamo un altro da noi, ci vediamo agire, sbagliare, amare, soffrire, gioire. Vederci da un altro punto di vista è sorprendente e terapeutico.

Oggi ho aperto a caso il mio diario per reintegrare i ricordi sbiaditi, le emozioni assopite, ed ho letto alcune pagine dei  cosiddetti “favolosi anni ‘60”, con i miei commenti alle bellissime canzoni ed ai cantanti di quel periodo, ai balli di quell’epoca, alle rivolte studentesche… e a quelle giornate d’estate al mare con lei.
« Ultima modifica: Agosto 26, 2019, 22:04:21 da dottorstranamore »

Platino

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Re:La creatività
« Risposta #11 il: Agosto 30, 2019, 16:50:14 »
La creatività, quella propria e spesso sconosciuta in parte o appieno, ignorata a volte, resta sempre una brutta bestia da cavalcare, domare, sfruttare. L'ho paragonata a un campo minato, riduttivo per la mia. Le riflessioni del poi...

Birik

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Re:La creatività
« Risposta #12 il: Settembre 02, 2019, 11:49:44 »
L'ozio creativo per gli antichi romani era invece proprio quello di non far nulla e lasciare spazio al pensiero. Ho provato l'antico percorso che conduce all'ozio andando alle Stufe di Nerone a Lucrino. Antiche terme romane dove si alternano sedute in grotte sulfuree con temperature da Sahara e bagni di acqua fredda. Dopo qualche ora di trattamento mi è venuta la belligornia e, stesa semisvenuta in accappatoio sul lettino, ho partorito idee fantastiche ma soprattutto ho messo l'anima a nudo a me stessa, insomma mi sono capita
« Ultima modifica: Settembre 02, 2019, 13:20:47 da Birik »

Doxa

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Re:La creatività
« Risposta #13 il: Settembre 02, 2019, 21:38:31 »
Ti sei capita ! Allora cosa vuoi ? Cosa posso fare per te ?

Cos'è la "belligornia" ?

Stesa semi-svenuta sul lettino ti immagino tra nubi sulfuree come la Pizia,la sacerdotessa di Apollo, che nell'antica Grecia dava responsi nel santuario di Delfi.  :o :rose:

 

ninag

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Re:La creatività
« Risposta #14 il: Settembre 10, 2019, 23:40:35 »
Mi piace il pensiero divergente!  non sono male neppure" i Sei cappelli per pensare"!(la gente si mette strane idee in testa). ;D